La mia Patria

Mi ricordo di quella volta ch’ero tornato ai luoghi dai quali sono venuto, tanto tempo fa.

Nelle giravolte e nelle salite, vagolava un vento a secco di gelo che alzava ogni foglia su per la strada lunga e irta, dipinta coi colori che amavo -solitaria e di pietra antica-, frutto di un genio malinconico che nel cuore degli uomini strillava impazzito:”Questa è la nostra patria; qui torneremo a vivere per sempre“.

E i venti suonavano le campane della Chiesa in alto per svegliare il mondo dal torpore dell’insensibilità, dalla tiepidezza che spegne il gusto alla vita dignitosa, dalla sordità alla disciplina.

Il grande malanno dell’anima aveva fatto fuggire tutti: erano diventati i fantasmi di quel che avrebbero dovuto essere secondo lo sviluppo dei loro talenti, trasformandone il carattere in grottesco e pervertendo i loro spiriti, pieni di desideri bestiali e stolti. 

E per star lontano si erano fatti una città loro, caricatura speculare e oscura della prima che avevano perduto, dentro la quale presero a vivere una simmia vitae le cui profondità erano un orribile soffrire l’attenzione.

In mezzo a questi erano sorti poi alcuni che, al prezzo della solitudine e del dileggio degli altri, guadagnavano nell’impresa di scoprire un mistero nascosto che avevano in fondo al cuore; un ricordo sbiadito, una nostalgia. Una campana che suonava.


Raccolti in preghiera, rivelavano il sipario una tenda dopo l’altra per venire alla conoscenza di una patria nascosta, introvabile, che ammalava d’amore tutti quanti ne avevano navigato le strade in festa del mercato pieno di gente, di notte, nei sogni e nelle estasi loro.

E poi il Re che li nominava cavalieri, e gli diceva:”Andate, e conquistate a me quante più anime potete”; per cui furono inseguiti, perseguitati, disprezzati colle peggio ignominie per ogni vico del paese. Ebbero a nascondersi negli angoli pietosi e senza luce, di porta in porta perché a tutti dicevano che la Campana suonava pure per loro.

Qualcuno la sentì davvero, poi, nel proprio cuore.

Ma solo quando loro furono ammazzati.

Perché avevano fatto ritorno in Patria.

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Discussioni

  1. Questo racconto mi ha lasciato una forte malinconia, come un ricordo struggente di qualcosa di molto importante che si è perso. Ti fa pensare a quanto siamo disposti a pagare per trovare il nostro vero posto nel mondo.