
La miglior vendetta è il perdono
Quando incontrai Olga nel bar in cui ci si vedeva da giovani non avrei mai immaginato che stesse per rivelarmi una storia di così gran coraggio come quella che mi raccontò.
Bastò chiederle se la sua storia con Walter iniziata al liceo era proseguita che mi invitò a sedermi in un tavolino e iniziò a raccontarmi di quegli anni in cui ci eravamo perse di vista risucchiate da inevitabili e divergenti impegni.
Parlava da donna tradita e di un partner traditore col quale aveva condiviso per quindici anni gioie, dolori, casa, figli e il ruolo di moglie. Scegliendo proprio lui, a suo tempo, tra i tanti ragazzi per lei insignificanti. Perché bisogna scegliere sempre di chi innamorarsi!, disse. Sarebbe un errore gravissimo accontentarsi di qualcuno solo per non restare soli, aggiunse.
Nell’immaginario collettivo la parola tradimento porta inevitabilmente a qualcosa di sbagliato. E inizialmente anch’io pensai ad un evento irreparabile quando venni a sapere della sua storia. Ma spesso generalizzare a prescindere, tentare di ridurre un comportamento umano a uno stereotipo, costituisce un limite e ci priva della possibilità di arrivare a una comprensione più profonda delle dinamiche individuali o di coppia, e di modificarle in una direzione migliore. Val la pena raccontare come è andata.
Era accaduto così per Walter, suo marito: una cena tra ex compagni di classe dove era ricomparsa Lalla, decisamente più bella rispetto al ricordo del Liceo. E terribilmente single. Lalla, ma certo, chi poteva dimenticarla, la rubacuori temuta da tutte le ragazzine al Liceo per il suo outfit sempre troppo esplicito.
Dopo qualche settimana aveva notato un cambio comportamentale improvviso in lui legato a nessun apparente motivo. Sembrava distratto e sconclusionato, soprattutto nel ruolo di padre. Questo atteggiamento iniziò a diventare un’abitudine fino a crearle dei sospetti. Ma non disse niente sulle prime.
Poi iniziarono i colpi di scena: straordinari di lavoro mai effettuati, trasferte improvvise, litri di profumo inebrianti sugli indumenti e rasatura sempre ineccepibile. Il tutto per qualche mese. Lasciandola senza spiegazioni. Un giorno lo mise al muro: “Walter, hai un’amante?” – chiese a bruciapelo.
Il suo indugiare le rivelò l’amara verità. Non reagii con scenate o urla. Scelse la strada più zen, e con calma proseguii, seppur con un nodo in gola:
“Non voglio sapere niente di più, ti chiedo solo di non prendere decisioni affrettate. Tutto passa e potrebbe essere così anche per te. Ti do il tempo che ti serve per capire. Tra un po’ di tempo mi dirai cosa senti per lei. Nel frattempo sappi che non hai a che fare con una stupida, pertanto da oggi finché non hai le idee chiare sui tuoi sentimenti non potrai dormire nel letto con me, non ti preparerò la cena, non ti laverò né ti stirerò i panni. E comunque …. Se questo servisse a chiarirti maggiormente le incertezze, sappi che io, oggi, ti risceglierei ancora fra tanti, anche i più affascinanti”.
Lo spiazzò con grande classe. Ma ovviamente non bastò! Lui scrisse su un foglietto il nome di lei e glielo fece trovare in cucina vicino al caffè l’indomani uscendo di casa prima di lei. La conosceva, ma non sapeva ancora se fosse un bene o un male.
Si documentò un po’ sulla questione che la stava toccando da vicino e scoprii che esistono tanti tipi di tradimento quanti tipi di amore: c’è il tradimento platonico, quello del cuore, quello per sesso e quello per vendetta. C’è il tradimento programmato e quello occasionale, quello che riaccende la passione o quello che la spegne totalmente e fa naufragare il rapporto. Ogni tanto si tradisce anche per puro diletto, per trasgredire o per avere conferma sulle proprie capacità di seduzione. Tutti questi scenari tra loro molto diversi, devono però portare una donna tradita a porsi una domanda: “cosa non funziona?”. E qui ognuna deve saper rispondere da sé, non esistono risposte assolute. Inoltre col tempo e crescendo l’essere umano cambia inevitabilmente ed è in continua evoluzione. Pertanto è impensabile credere che i nostri gusti o le nostre aspettative siano sempre identiche nel corso della nostra vita. Fatto sta che, secondo le indagini, se c’è una cosa che può restare invariata questa è la voglia di sentirsi vivi. Infatti la noia è una dei principali moventi che portano una coppia a tradire.
Si ritrovò a visitare alcuni siti, scambiando pareri in qualche social o parlandone con persone fidate, e scoprì improvvisamente quante coppie tradivano e lei non ne era a conoscenza chiusa com’era stata fino a quel momento nel guscio del suo tran-tran famigliare, dedita alla casa, ai figli e al marito. Si era sentita improvvisamente un Mammut dell’Era Glaciale catapultata nell’Era moderna. L’argomento sembrava accendere in maniera focosa più gente rispetto ad un derby calcistico. E Olga che il PC aveva imparato a usarlo per scaricare le ricette di cucina? Era completamente demodé… L’unica teoria consolatoria e qui mi venne da ridere sembrava essere che a tradire fossero solo i meno intelligenti! Vuoi vedere che allora da qualche parte mi salvavo anch’io? Disse ridendo Olga.
In ogni caso, dopo aver fatto i suoi adeguati sondaggi, aver trascorso un mese in cui Walter non la degnava di una parola se non in via eccezionale sbottò al suo tardo ennesimo rientro a casa dicendogli tutto ciò che pensava e che aveva maturato emotivamente in quei mesi.
Iniziò col dire “ma cosa ti manca?” e finii con “se non mi ami più abbi il coraggio di dirmelo, nessuno vuole che questa per te stia diventando una prigione”! Urlando, piangendo, sbattendo oggetti sul tavolo e svegliando i ragazzi nel cuore della notte. Pessima mossa. E pessimo risultato. Lui uscì di casa per due giorni senza dire una parola!
Rientrò solo al terzo, mentre i ragazzi erano fuori casa, cogliendola di sorpresa mentre era ai fornelli. Prese qualche camicia e una trousse con il necessario per la sua bellezza poi la guardò dicendo: “Vado da mia madre!” e uscì sbattendo la porta lasciando lei inerme e sempre più interdetta. Passarono giorni dove entrava e usciva di casa a suo piacimento e ogni tentativo di approccio da parte sua diventava un motivo per discutere, insultarsi e ferirsi. A volte le discussioni si protraevano per più ore lasciando entrambi sfiniti e privi di dignità per le parole pronunciate senza un minimo di sentimento.
Olga aveva perso il suo Walter gentile, riverente, educato e aveva trovato davanti a sé un uomo debole manovrato da un potere prorompente e disarmante, stregato da una seduzione e una abilità femminile accattivante, affamato di scoperta e di novità ma anche impaurito e impotente. Fu così che, gonfia come una vela con il vento a favore, prese coraggio e fece quella mossa che poche donne sanno fare: affrontare la propria rivale! C’è un limite oltre il quale la pazienza non è più virtù.
Ma non lo fece dal vivo. Lo fece nel modo più sottile e bastardo possibile, lo fece scrivendole una lettera accompagnata da una foto della sua famiglia che diceva così (ne aveva ancora una copia nel portafogli):
Questi siamo noi, felici e spensierati. Tra quelli che vedi io sono la donna più matura, la compagna di sempre di Walter, quella che gli ha regalato i tre marmocchi da cui siamo circondati qui. Ora non sono io che parlo, è tutto il dolore che ho dentro. E’ l’immagine di te con la sua lingua che si intreccia alla tua, è il pensiero delle sue mani che ora stringono le tue. Ti conosco, più per fama (non certo bella direi, anzi) che di persona, quella fama che ti porta a far si che un uomo tradisca la sua donna per avere le sue mani tra le tue gambe. Ne è valsa veramente la pena fargli fare quel che ha fatto per una persona che non ama, ancora? Se ne è valsa veramente la pena, brindo a voi affinché questa vostra storia abbia un lungo futuro. Ma se solo solo pensi che si sia trattato di un gesto di follia, di momenti di solitudine da trasformare in allegria, perché ti sentivi trascurata, per noia, leggerezza, abitudine o troiaggine, ora è il momento di cercare altri lidi. Non c’è più spazio per te. Ti sei divertita abbastanza ma il suo posto non è lì accanto a te. E credimi, se combatti contro di noi, hai già partita persa! Molla il colpo, prima che sia troppo tardi.
Spedii la lettera a lei e dopo due giorni chiamò lui. Gli disse che avevano un appuntamento importante all’aeroporto. In due ore sarebbero giunti a Parigi (lei aveva la cittadinanza lì) per questioni legali: non poteva mancare! Ci cascò, e durante il volo gli svelò che li attendeva un week end di intenso romanticismo. Si ero fatta fare la manicure e i capelli, aveva acquistato la miglior lingerie che trovò sul mercato. Era disposta a tornare a casa con il suo trofeo in tasca! E fu così che andò. L’aveva perdonato. E messo lei in fuga. Gulp! Tanto di onore a Olga!
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Sempre brava e raccontare in poche righe storie di vita vera. Complimentoni
Sonia grazie per questo librick che, una volta di piú, ci conferma il carattere machiavellico delle donne. Non è facile concentrare un’intera storia in 1500 parole ma tu ci sei riuscita perfettamente.
Solo una nota tecnica: la foto di copertina che hai scelto credo sia protetta da copyright. Puoi sostituirla per favore? Ti suggerisco pixabay.com per reperire gratuitamente foto da poter utilizzare ovunque. Grazie!