La notte delle luci

Serie: La Legge dei Fiori


Una società si sviluppa attraverso la capacità di alcune persone di convertire la loro luce in energia vitale, unendosi ai "Fiori", individui che portano dentro di loro le proprietà del fiore che li contraddistingue, donando quelle stesse proprietà alle Luci che sposano e a quelle che generano.

Girò a destra muovendosi con disinvoltura, come se non sapesse di essere seguito. Erano ormai due giorni che lo tenevano costantemente d’occhio. Sapeva benissimo chi fossero, non aveva nemmeno dovuto cercare il loro stemma. Erano uomini del Roseto, il clan dei portatori di Tenebre. Lui, d’altro canto, era un figlio della Luce, si trovava nel loro territorio, lontano da casa e non c’erano trattative in corso. Quello che quegli uomini – e il Roseto – non sapevano, è che lui non era lì per alcuna trattativa, né come rappresentante del Vivaio. Lui stava semplicemente scappando da un matrimonio combinato.
Essendo il minore dei suoi fratelli, non aveva avuto diritto di scegliere il futuro compagno, o la futura compagna che fosse. Per le Luci il genere non aveva peso nella scelta, poiché le Luci si univano per generare altre Luci e ciò che contava era la fertilità del fiore che veniva loro concesso, non il genere dello stesso.

Il fiore che i suoi genitori avevano scelto per lui era un tiglio. Una ragazza davvero molto bella, intelligente e simpatica. In pratica perfetta, se non fosse che era una ragazza. Senza contare che era già innamorata di un altro. I due si erano frequentati, come le loro case avevano deciso fosse. Lei era stata al Vivaio per qualche mese, in modo da ambientarsi e poi, una notte, era semplicemente scomparsa.

I loro genitori avevano perso la testa. Mai, mai da quando la loro società si era evoluta, era accaduto qualcosa di simile. Mai nessuno era fuggito di propria volontà dal Vivaio o dalla scelta di una delle case. La prima cosa che avevano fatto era stato interrogarlo per cinque estenuanti ore. Cinque. Ore.

Nonostante lui avesse spiegato non solo la condizione sentimentale della ragazza, ma che l’ultima volta che si erano visti era stato due giorni prima per studiare lo svolgersi della cerimonia, sia i suoi genitori che quelli della ragazza lo aveva tormentato ancora e ancora, convinti che alla fine sarebbe crollato, rivelando loro la verità.

Ma la verità era quella: lui non sapeva niente, non perché la sua promessa sposa fosse scappata, non chi avesse osato profanare il vivaio, non perché lo avessero fatto. Ci aveva pensato e ripensato, finché aveva capito che quella sarebbe stata la sua unica opportunità di fuga. Poteva essere libero. Doveva solo farlo nel modo giusto.

La mattina dopo, si presentò ai suoi genitori, pronto a partire, affermando che sarebbe andato lui stesso alla ricerca della sua sposa. I genitori, interdetti, lo avevano pregato di ripensarci, mentre i futuri suoceri si erano mostrati colpiti dalla sua determinazione. Lui aveva ribadito che non sarebbe rimasto con le mani in mano ad aspettare.

“Tornerò con lei, o non tornerò affatto” aveva affermato severo.

Sua madre lo aveva abbracciato piangendo, facendolo sentire lievemente in colpa, mentre suo padre lo aveva stretto forte, dichiarandosi estremamente orgoglioso di lui.

Si era rivolto ai suoi fratelli con un freddo saluto, come sempre era stato, poi era uscito da quella stanza a testa alta, intenzionato a non tornare mai più.

Cornelius Valiant Arden di Lig sarebbe morto tentando di trovare la sua futura sposa. Arden il Guaritore avrebbe trovato la felicità fuori nel mondo.

Serie: La Legge dei Fiori


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Discussioni

  1. ah, vedi? Io pensavo che fosse entro le 1500 parole, non sai la fatica che ho fatto, solitamente i primi capitoli dei miei romanzi sono intorno alle duemila! Grazie, sono piccole tips ch emi aiutano davvero!

  2. Ciao Marta e benvenuta su Open. Ho letto con piacere questo tuo racconto quasi surreale cercando di capire cosa effettivamente fossero le creature di cui parli, che hanno sentimenti così umani eppure appartengono al mondo del fantasy oppure della favola. Ci sarà un seguito? Molto curioso 🙂

    1. Ciao! Sono contenta che ti sia piaciuto e sì, speravo di andare avanti. Questo incipit mi è saltato in mente ieri sera, ma vorrei approfondire, devo solo capire come fare, sono nuovissima su open!

      1. Lascia che il racconto venga da sé. Non sei tu che devi sforzarti a inseguire la storia, lei è già li e saprà trovarti. Con pazienza, a volte, altre invece con l’urgenza dello scrivere. È una cosa che senti dentro e lasci scorrere. Niente esercizi stilistici, che quelli lasciano il tempo che trovano. Solo la serenità, spontaneità e felicità dello scrivere, che poi altro non è che mettersi in ascolto e trasformare in parole sulla carta. Un abbraccio

        1. Grazie del consiglio, anche io vivo la scrittura così, sebbene il sistema a scalette sia il più utilizzato, con me funziona all’inverso, mi blocca proprio il processo creativo! Più che altro non ho capito come dividere in capitoli la storia qui, diciamo che sono abituata ad altre piattaforme e devo capire come impostarlo su questa. Sono un po’ persa. Grazie per i tuoi consigli! 🙂

        2. Fidati che all’inizio non è facile, poi finisci con lo scrivere e senza rendertene conto sei perfettamente nelle 1500 parole richieste!