La partenza di Maria

Serie: Vilhelmiina


Indossai l’abito di cotone beige, che avevo già indossato migliaia di volte e acconciai i capelli come sempre, ma quando Maria mi vide notò subito qualcosa di diverso in me. Mi fissò, spalancando gli occhi: «Che hai fatto ai capelli? Sono così scuri e lucenti, come il piumaggio dei corvi».

«Non ho fatto niente, ho sempre avuto i capelli scuri.»

«Ma non così scuri, credimi. E poi il tuo viso ha un colorito diverso.»

«Dici? Quindi mi trovi più bella?»

«Sì, più bella! Direi radiosa. Ma cosa ti è successo?»

«Se proprio vuoi saperlo, te lo dico.»

Mi avvicinai a lei, così da poterle sussurrare il mio segreto: «Ricordi il libro di magia?»

«Certo, ci abbiamo giocato per anni.»

«Ieri notte ho sognato un nuovo incantesimo e quando mi sono svegliata l’ho trovato davvero, scritto sull’ultima pagina del libro. Ricordi che era bianca?»

Maria mi guardò come se fossi impazzita: «Vilma, che dici? Tanto per cominciare, non ricordo nessuna pagina bianca. E poi, sul serio, un incantesimo? Alla nostra età?»

La sua reazione mi ferì: capii in quel momento che lei era cambiata e non avrei mai più potuto confidarle cose simili, in futuro le avrei tenute per me.

«Scherzavo, ovviamente. Cosa posso dire? Forse ho un aspetto migliore perché ho riposato bene.»

Osservò ancora una volta i miei capelli, poi disse senza troppa convinzione: «Può darsi», e riprese a organizzare la sua roba per caricarla in carrozza.

Maria era sempre stata bella e ne era consapevole. Così, eravamo abituate al fatto che, passeggiando per strada, tutti gli sguardi si posassero su di lei. Non mi dava fastidio, ero abituata a essere invisibile, mi stava bene.

Ma quel giorno, per la prima volta, quando uscii di casa insieme a Maria, per raggiungere la carrozza, tutti guardavano me.

D’un tratto il nastro scivolò via dai miei capelli che, scompigliati dal vento, si mostrarono in tutta la loro lunghezza.

Heikki stava trasportando della legna, ma quando mi vide si fermò di colpo, incredulo, come se non avesse mai visto niente del genere. Alcuni pezzi di legno gli scivolarono dalle mani, ma lui non se ne curò, anzi gettò anche gli altri per terra. Si affrettò a raggiungermi per recuperare il mio nastro; poi me lo porse, senza dire una parola.

Quando scostai i capelli dal viso e lo guardai negli occhi per ringraziarlo, lui sussultò: in un attimo, vidi chiaramente in lui stupore e paura, e fu così evidente da strapparmi un sorriso.

Poi mi voltai e continuai a camminare verso la carrozza, come se niente fosse. Heikki rimase immobile, completamente inebetito.

Raggiunsi Maria e la tirai per un braccio: «Hai visto?»

«Certo, l’hanno visto tutti. Ero sicura che prima o poi si sarebbe accorto di te.»

Tutto era ormai pronto per la partenza, non rimanevano che i saluti. Un ultimo abbraccio alla mia amica d’infanzia, poi la vidi allontanarsi da me. E la cosa più dolorosa fu rendermi conto che si stesse allontanando, non solo fisicamente: quello fu un addio in tutti i sensi. È vero, mi scrisse subito, quando arrivò, e anche dopo, più volte. Mi descrisse la casa, le sue nuove conoscenze, ma le nostre conversazioni rimasero su un livello superficiale. Sentivo che non eravamo più noi, la nostra magia era svanita.

Io iniziai a frequentare la scuola magistrale, ma non la completai. Nel 1907 Heikki mi chiese di sposarlo, ed era quella l’unica cosa che volevo veramente. Invitai Maria alle nozze, che furono celebrate nella chiesa di Taulumäki, a pochi passi da quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Lei accettò l’invito con entusiasmo e fece di tutto per partecipare, ma all’ultimo dovette rinunciare a causa di una febbre che le impedì di partire.

Così iniziò la mia nuova vita da moglie.

Ero felice, mi sentivo fortunata e piena di gratitudine. In quel periodo iniziai a frequentare la chiesa e conobbi tante famiglie che vivevano lì vicino. Non vedevo l’ora di avere dei figli anch’io. Ma passarono i mesi e gli anni e, nonostante le mie preghiere, non accadde nulla.

Temevo che, se non fossi riuscita a diventare mamma, per me sarebbe stata una tragedia, un’ingiustizia inaccettabile, dalla quale non mi sarei mai più ripresa.

Pensavo questo fino al giugno del 1914, quando qualcosa di molto più grave attirò, non solo la mia attenzione, ma quella di tutti: i giornali riportarono la notizia dell’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria a Sarajevo. Capimmo subito che la situazione fosse grave, ma nessuno poteva immaginare quanto. Da quel momento, cambiò tutto.

Serie: Vilhelmiina


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Discussioni

  1. Molto bello questo episodio. Il preannuncio della prima guerra mondiale, Maria che non crede più nella magia. Tutto stava cambiando, anche se ho il sentore che l’amicizia tra le ragazze si salverà. Bravissima, Arianna!❤️❤️❤️

  2. Bellissimo episidio, tra favola e dramma. Avvincente storia di amicizia, in un contesto temporale riferito alla grande Storia, che ci lascia col fiato sospeso, in attesa del prossimo episodio. Molto brava, Arianna.

  3. Molto bello questo episodio. Interessante la conseguenza del mutamento, per così dire, della protagonista e nella relazione con l’amica. Poi, come una in una ripresa che si allontana, porti il lettore su un’inquadratara storica importante. Grazie molte per la lettura