
La rabbia di Nico
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano – 2
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka – 1
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Un tenue chiarore cominciava a nascondere le stelle e si sentiva già il canto di qualche uccello. Tra non molto sarebbe sorto il sole e lui doveva sopravvivere a un altro giorno, di nuovo, senza Sara.
La sua disperazione raggiunse il culmine, come sedici anni prima, quando gli avevano detto che lei era morta. Stavolta, però, non era colpa sua, ma di qualcuno che con crudeltà l’aveva uccisa.
Ripensava alle parole di quell’uomo: “Sara, l’ho uccisa io e contro di me non puoi fare niente!”
Non era un semplice essere umano, ma lui doveva comunque trovare un modo per punirlo e impedirgli di fare ancora del male.
Gli avevano portato via il bene più prezioso. Per la prima volta, dopo tanti anni, provava odio e rabbia.

Nico era arrabbiato anche con Dio e pensava: “Lo so, ho fatto tanto male a Sara e per questo non ho più trovato pace. Ma adesso, perché devo soffrire ancora? Non è giusto. Perché, Dio, hai permesso che Sara mi ritrovasse, se poi non hai impedito a quell’essere di separarci di nuovo? Forse sei in collera con me perché non riuscivo a credere? Ma se non ti trovavo, non era colpa mia… tu sei il Padre, dovevi essere tu a venirmi a prendere e rassicurarmi… oppure non mi perdoni per quel maledetto giorno?”
La fresca brezza del mattino, che entrava dalla finestra, gli asciugò la fronte sudata. Respirò profondamente.
“Quante volte, come ora, ho ringraziato qualsiasi sciocchezza che mi distoglieva, anche per un attimo, dai miei rimorsi… ma forse non mi guardavi… e mi hai punito prendendoti gioco di me… però così hai punito anche Sara… perché lei mi vuole bene e mi ha perdonato… e se adesso credo, è perché solo tu potevi dirle come venire da me.”
Tremava e premeva il viso nel cuscino per nascondere le lacrime. Poi si rigirò, guardò il libro che gli aveva prestato il professore, lo prese e incominciò a sfogliarlo. Forse sperava di trovare qualcosa che gli desse un piccolo conforto. In una pagina c’era scritto che i catari credevano nella reincarnazione.
Rifletteva, Nico: rinascere? Chi lo sa? Certo è che l’idea di avere altre vite fa parte di noi, al di là delle religioni… La nonna, quando qualcosa non era possibile, diceva sempre: ‘Sì, va bene… quando muoio e poi rinasco’… e se, dopo la morte, invece di trovare il Paradiso, l’inferno o rinascere in questo mondo, si potesse andare nel passato… nel futuro… o chissà dove? Forse Sara voleva dirmi come raggiungerla, lì, dov’era… anche con il corpo?… e invece adesso me ne vado a fanculo… da solo… come sempre…”
Si erano fatte le sette; Nico chiuse il libro e aspettò che riaprissero le celle per riportarlo al professore, tanto a lui non serviva più. Niente ormai poteva aiutarlo. Nell’attesa, però, ricordò qualcosa: “Io avevo scritto un messaggio a Sara, chissà se mi ha risposto prima di… morire?”
Si alzò per prendere il ritratto ripiegato, che la notte metteva in una scatoletta rigida tra le lenzuola e il materasso, accanto al guanciale. Nel fare questo, sentì come se qualcuno gli avesse conficcato una lama nella testa.
Si sentì mancare, chiuse gli occhi e, quando li riaprì, vide un uomo.
Era l’inquisitore che con la spada lo ferì alla testa. D’istinto, cercò di difendersi, ma l’uomo sparì. Si guardò intorno; non capiva, eppure quell’uomo, un secondo prima era davanti a lui.
Poi sentì una voce: «Non cercarmi intorno a te, adesso sono dentro di te: sono il tuo stesso rancore, il tuo desiderio di vendetta. Non potrai mai distruggermi… e neanche difenderti da me!»
«Perché hai ucciso Sara?» chiese Nico, che adesso si riconosceva sempre di più in Leon.
«Perché per me era irrecuperabile e dannosa; tu invece puoi ancora essermi utile.»
«Sei pazzo. Come puoi pensare che ti aiuti dopo quello che hai fatto a Sara?»
«Chissà? Forse il tuo dolore potrebbe diventare odio verso i tuoi simili…»
«A me interessa solo vendicare Sara, anche se andrò all’inferno.»
«Bravo, è così che ti voglio.»
«Cosa vuoi dire?»
«Ho già detto troppo.»
Leon non vide più quell’uomo e neanche sentì più la sua voce.
Accanto a Sara, pensava ai momenti felici che aveva vissuto con lei.
Quell’uomo era inattaccabile, forse neanche esisteva; l’aveva solo immaginato e difficilmente avrebbe trovato chi aveva ucciso Sara. Il suo dolore era troppo forte. A volte, in lui, non c’era neanche posto per il desiderio di vendetta e poi, a cosa sarebbe servito? Non gli avrebbe ridato lei e neanche la forza di vivere. In altri momenti, invece, ritornava forte la rabbia, ma poi pensava che quello che aveva provato e ancora provava per Sara era troppo bello e non poteva finire con un atto di odio.
Si chiedeva se fosse possibile vincere il male e in che modo.
In un barlume di lucidità, pensò che doveva dare una degna sepoltura a Sara. Poi raccolse dei rami e costruì una capanna vicino alla sua tomba. Quella sarebbe stata la sua casa.
Nico si trovava in uno stato di dormiveglia. Aprì con fatica gli occhi.
“Dove sono? Come mai non sento il casino di sempre… Cos’è questo strano odore?” si chiedeva. Intorno a lui vedeva persone vestite di bianco e di verde; due di loro bisbigliavano con un’espressione molto seria. Era stanco, aveva mal di testa, tremava e sentiva freddo.
Si avvicinò una donna, gli sorrise e gli chiese: «Come ti chiami?»
«Nico… Varzi… aiuto… aiuto… sto male» disse con un filo di voce.
«Non ti preoccupare, con questa starai meglio» disse la donna, mostrando qualcosa che aveva tra le mani.
Nico sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti e finì per cedere di nuovo al sonno e ai sogni.
Intanto, nel cortile del carcere, Michele, Tonio e Mario discutevano: «Mario, ma secondo te da quanto tempo Nico era lì per terra?»
«Michele, non farmi arrabbiare che non è giornata… Ho già detto che mi sono svegliato proprio perché ho sentito un tonfo… poi ho visto che era steso sul pavimento a faccia in giù, l’ho chiamato ma non rispondeva e allora sono saltato giù dal letto… Era svenuto, l’ho rigirato, gli ho dato due schiaffetti per farlo rinvenire… ma niente. Così ho chiamato le guardie.»
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka – 1
Straziante e terribilmente vero il monologo di Nico. Purtroppo per certi tormenti non ci sono cure, sarà dura accettare un dolore simile…però, nelle parole della nonna, nelle riflessioni sul messaggio di Sara, ho visto un piccolo lume di speranza. Forse però mi sbaglio ed è frutto della mia immaginazione. Chissà…
Grazie per il bel commento, Irene. ❤️ Per Nico c’è speranza? Sì, ma dovrà combattere e cercare aiuto. Troverà la sua felicità, ma non subito. 🙃
Il monologo è stupendo. Descrive alla perfezione lo stato d’animo di Nico. I dubbi, il senso di colpa e di smarrimento. Brava, 👏👏sperò che Nico stia bene. Aspetto con Ansia il prossimo episodio.
Grazie per queste belle parole, Tiziana❤️
Bello il dialogo con Dio (se non ti trovavo non era colpa mia!) E belle tutte le riflessioni su ciò che potrebbe esserci dopo la morte. Un episodio ricco di
spiritualità! Mi è piaciuto molto.
Grazie del commento Arianna❤️
Veramente bello!
Grazie Kenji🙂