La Rolls

Serie: Quando matrimonio e patrimonio fan rima con pandemonio


Non è un matrimonio da favola, è la storia di un matrimonio favoleggiato tra realtà e fantasia in un vorticoso susseguirsi di situazioni improbabili ma divertenti, dal ritmo incalzante, sempre sul filo dell'ironia e dei giochi di parole. Matrimonio e patrimonio: questo è il leitmotiv.

    STAGIONE 1

  • Episodio 1: La Rolls

Abbarbicata su di un costone roccioso, la grande villa in marmo di Carrara e pietra bianca del Carso si affacciava con le sue grandi vetrate direttamente sul mare, una splendida terrazza attrezzata e una piscina coperta completavano la lussuosa proprietà della famiglia Berluscani, conosciutissima in paese perché il Cav. Berluscani era il titolare della Berluscani & Gatti Srl, un’avviata Società di pet food che nell’ultimo decennio aveva visto moltiplicare il suo fatturato accapparandosi una cospicua fetta di mercato. Da quando il Cav. Berluscani aveva convertito la sua piccola fabbrichetta di alimenti per la prima infanzia in alimenti per cani e gatti gli affari erano volati. Ci aveva visto giusto il Cavaliere, nell’ultimo decennio anche le cicogne erano volate via, mentre le culle, vuote, avevano lasciato il posto alle cucce piene, quell’invasione incontrollata di animali domestici affamati e ghiotti di raffinate prelibatezze si era rivelata una vera manna dal cielo per la Berluscani & Gatti Srl, azienda leader nella produzione di scatolette e crocchette per i bau bau e i micio micio. In paese non si parlava d’altro, Samantha, la figlia primogenita del Cavaliere, convogliava a giuste nozze, con voglia o controvoglia poco importa, poi giuste o no… le nozze: boh! Ma lasciamo perdere le malelingue, di certo era stata fissata la data del matrimonio per la seconda domenica di settembre. 

«Mamma, voglio un matrimonio da favola, voglio uno di quelli che non ti scordi, come quello del miliardario dei pacchi. Venezia è tutta in fermento per questo evento.»

«Voglio, voglio! Scordatelo, noi siamo una famiglia dalle umili origini.» 

«Poveri noi! Siamo la famiglia più ricca del paese, mamma, non prendermi in giro, papà ha puntato sulle scatolette e ha vinto, un po’ come Jeff che ha puntato tutto sui pacchi prima ancora di Affari Tuoi.»  

«Samantha conosci tuo padre, ha i cordoni della borsa sempre ben chiusi.» 

«E allora? Potrà dimostrare per una volta di non essere il solito tirchio, questo matrimonio gli darà l’opportunità per allungare quel braccino corto.»

«Tu pare xe fato cussì» (tuo padre è fatto così) la secca risposta accompagnata dall’alzata di spalle a sottolinearne l’ineluttabilità di quello stato di fatto. «Comunque non ti ha fatto mai mancare niente, anzi.»

«Anzi un corno, i soldi non se li porterà nella tomba.»

«Eccolo, sta arrivando» è Samantha, affacciata alla finestra richiamata dal rombo dei 500 tori indiavolati (i cavalli lasciamoli alle Ferrari) della Lamborghini gialla di suo padre. Il Cavaliere l’aveva acquistata nonostante fosse scomoda per la sua schiena non più elastica, d’altronde chi di noi non vorrebbe possedere una scomodissima Lamborghini Huracàn? «Dite che è scomoda solo perché non ve la potete permettere» era solito dire a chi glielo faceva notare quando per entrare o uscire dall’abitacolo raso terra si impegnava in una difficile manovra, difficile non è l’aggettivo adatto, complicata è meglio, ma non è esaustivo, tagliamo la testa ai 500 tori: si impegnava in una manovra a dir poco impegnativa. Il bisticcio di parole non è solo un gioco, a volte rende l’idea meglio di un anonimo sinonimo, è un impegno costante che va coltivato per rendere più viva la lingua italiana, speriamo che il mio invito non resti lettera morta. 

«Ho speso una fortuna al distributore, questa automobile è una vera sanguisuga» il Cavaliere su di giri per il salasso settimanale alla pompa. 

«Potevi comprarti una tranquilla utilitaria invece di quel toro scatenato che non sai domare, e finiscila dai, sempre con la solita manfrina» il commento scocciato della moglie.

«Papà, hai sentito la notizia del matrimonio di quel miliardario americano? Ne parlano tutti i giornali. Dicono che costerà una barca di soldi, circa 25 milioni tra location, logistica, alloggi per gli ospiti nei più esclusivi Hotel di Venezia, abiti, trucco e parrucco, fiori e decorazioni, servizi fotografici, contenuti video, bomboniere, intrattenimento, catering e Wedding Planner.»

«Come no, magari avessimo 250 miliardi, il nostro patrimonio è inferiore di diecimila volte, al suo confronto noi siamo dei poveracci.»

«Ma se abbiamo 25 milioni  di euro, cosa devono dire allora quelli che sul conto non hanno neanche 2.500 euro, la decimillesima parte del nostro patrimonio?»

«Abbiamo! No carina! Ho, mettiamo i puntini sulle “i”. Dico che non ti puoi permettere un matrimonio che costi un patrimonio, non sono un miliardario, sono solo un povero milionario.»

«Ma che dici, sembra che siamo dei morti di fame! Papà don’t preach! Non farmi la solita predica tanto è inutile, come inutili sono le prediche del Papa, inascoltate dai potenti della terra.» La canzone di Madonna si sente ancora, sarebbe meglio il contrario, ma così gira il mondo.

Il Cavaliere stette per replicare a tono ma ingoiò il rospo, scontrarsi con Samantha era inutile perché lei non sentiva ragioni cocciuta com’era, oltretutto rischiare un infarto avrebbe fatto il suo gioco, la successione legittima poteva attendere. Poi un’idea. Per un attimo rimase immobile, impietrito.

«Papà ci sei, stai bene? Ti vedo strano, sembri assente.»

«Sto benissimo, ho solo mille pensieri per la testa, sai i problemi sul lavoro non mancano, li ho sempre ben presenti, a volte riaffiorano nei momenti meno opportuni, comunque, riprendendo il discorso di prima, puoi stare tranquilla figlia mia, anche il tuo matrimonio finirà su tutte le prime pagine dei giornali, forse non di tutto il mondo ma di certo della nostra Regione, te lo prometto. Ai preparativi ci penso io.» 

«Mi raccomando, papà, la Rolls, la Lamborghini è scomoda, non ci sto con l’abito da sposa. Allo strascico non ci rinuncio.» 

«Ma non ce l’abbiamo la Rolls Royce, Samantha.»

«Allora comprala. Saranno soldi ben spesi, le mie amiche strabuzzeranno gli occhi.»

Il Cavaliere strizzò l’occhio destro, forse era solo un tic nervoso, si diresse verso la sala da pranzo dove l’attendeva una cena frugale: una minestra di fagioli, la sua pietanza preferita. Frugando nella memoria il ricordo di quando era giovane e squattrinato riaffiorò forte, anche lui era stato un morto di fame, lei non poteva capire, quando tutto è dovuto nulla ha più valore. 

Tranquillizzata dalle parole del padre, Samantha continuò a fantasticare, il giorno del “sì”, pensò, deve essere un giorno indimenticabile: no? Come per tutti, a maggior ragione per la figlia di un povero milionario.

Serie: Quando matrimonio e patrimonio fan rima con pandemonio


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

    1. Quel “calcolo” è il motivo che mi ha dato lo spunto per scrivere questa serie. Calcolando le proporzioni, ecco l’utilità della matematica applicata al concreto, saltano all’occhio le enormi sproporzioni nella distribuzione della ricchezza. Grazie per averlo notato.

  1. Sempre brillante caro Fabius e più che mai attuale. Leggerti è sempre stimolante, divertente e, almeno per me, rilassante. Mi piace immaginarti mentre costruisci le tue trame tra un ghigno e una risata, perché sono sicuro che mentre scrivi ti diverti. Un abbraccio e una pacca sulla spalla (di amicizia, la pacca).

    1. Grazie Giuseppe, dopo tante opere di alto livello letterario, la vera ossatura di questa piattaforma, cosa ti tocca leggere? Fabius P. Però se ti diverte mi fa piacere, allora non tutto quello che scrivo è da cestinare. A volte è meglio scrivere delle cazzate seriamente che pensare di scrivere delle cose serie che poi si rivelano delle cazzate. Ora basta con le cazzate, ti auguro seriamente un grande successo per il tuo libro. Adesso mi spalmo un po’ di Voltaren sulla spalla.

  2. Prima di tutto mi fa piacere che sia l’ inizio di una serie e spero sia lunga, di almeno tre stagioni. Trenta episodi per un’estate ancora lunga, piena di racconti leggeri e arguti. E poi mi incuriosisce sapere se hai scritto questo episodio qualche tempo fa, oppure di recente. In tutti i casi la lettura é sempre piacevole e nonostante il tuo stile giocoso, qualcosa di tristemente vero c’é sempre.

    1. La serie si articola in dieci episodi, tutti di mille parole esatte come anche la precedente serie. L’ho iniziata il sedici giugno e terminata dopo poco più di un mese. Mi ha incuriosito il matrimonio veneziano e i suoi eccessi e da lì che è nata l’idea. Non è una serie seria ma come hai immaginato c’è del serio sotto i tanti giochi di parole e le battute umoristiche. Il punto di arrivo mi era ben chiaro fin dall’inizio, come arrivarci è stato il problema e allo stesso tempo il divertimento. Non pubblico più una serie prima di non averla conclusa, ciò per non complicarmi la vita perché io non scrivi di getto, gioco con le parole; la prima versione è solo una bozza allo stato grezzo su cui lavorare per giorni. Più che uno scrittore mi considero un umorista prestato alla scrittura; grazie al copia e incolla, inserisci, sposta, cancella lo scritto viene continuamente modificato, risistemato, ampliato infinite volte perché sono le stesse parole a darmi nuove idee, ogni frase deve contenere qualcosa di divertente, un riferimento all’attualità, alla musica e via dicendo. A volte attingo dalle migliaia di vignette che ho accumulate giornalmente negli ultimi quattro anni. Adesso che ho terminato il lavoro posso dirmi soddisfatto perché mi sono tolto un peso dallo stomaco, un po’ di riposo ora ci vuole e chissà che non nascano delle nuove idee. Penso di essere stato esaustivo, ora, ti confesso, sono anche un po’ esausto. Un abbraccio M.Luisa e auguri per il tuo libro divinamente bello.