La Scoperta

Serie: Città Metafisica


(Scritto in collaborazione con Sabrina De Martini)

Appunto di Viaggio Venticinque

Ore 10.00 del mattino.

“Gentile Signor Rielli, vorrei fissare un appuntamento con il suo medico di fiducia. Dopo lo svenimento ho continuato ad avere frequenti amnesie e stanchezza ricorrente. Mi piacerebbe poter essere convocata dopodomani, nel pomeriggio, così che ho ancora qualche giorno per riposare. Ringrazio per la premura che la contraddistingue. Saluti cordiali. Margherita”.

Fatto. 

Ora il dado è tratto. 

Preparo tutto con dovizia. Spalanco le imposte della camera e lascio socchiuse le tende. Accendo la televisione e la lascio con il volume al minimo. Accendo altresì l’abat-jour così che, se dovessero passare a controllare, avranno l’impressione che io stia riposando. Lascio anche la bicicletta legata alla rastrelliera nel cortile dell’albergo. Tutto deve far pensare che io sia nella struttura. 

Prendo gli altri due telefoni cellulari e mi avvio. Devo tornare nei sotterranei. Il cacciatore mi ha suggerito di non farmi notare. È abbastanza sicuro che ormai tutti, in città, stiano nutrendo perplessità nei miei confronti. Essermi dichiarata una semplice turista non è stata una buona idea: mi sto rendendo conto che qui la gente è diffidente e per nulla ospitale. 

È come se fossi ”intrusa” in un club “esclusivo”. Hanno difficoltà a stringere rapporti amichevoli con le persone nuove.

Decido di non perdere tempo con questi pensieri fastidiosi e attraverso la città praticamente sottoterra. Dovrò emergere alle pendici di una collina, rivestita di un bellissimo bosco, che si trova oltre il cimitero. Il cacciatore mi ha detto che, nel frattempo, avrebbe mandato delle rondini a casa Volterra per avvisare i familiari di Lucio della mia visita.

Mi ha anche detto che una volta arrivata alla deviazione in direzione della Grande Basilica, dovrò seguire il cunicolo della falda acquifera in secca. Proseguire fino al pozzo e, una volta giuntavi, con una pietra dovrò colpire cinque volte una porzione di parete contrassegnata da una incisione. Lo faccio e, tempo qualche istante, viene calato dall’alto un grande secchio. Una voce mi esorta ad entrarci dentro aspettando fiduciosa che la carrucola mi porti in superficie.

Appena emergo vengo accolta dai genitori di Lucio con un abbraccio denso di affetto. Siamo nel retro del giardino che circonda la loro casa. Pur essendoci una grande siepe a recintare l’area, mi invitano subito ad entrare onde evitare occhi indiscreti.

Appunto Di Viaggio Ventisei

Una volta in casa, comodamente seduti attorno al tavolo della cucina, i genitori iniziano a parlarmi del figlio. Sono convinti che gli sia successo qualche cosa di brutto. Non si danno pace anche perché nessuno si fa seriamente carico del loro dramma. Dai racconti emerge che è sempre stato un ragazzo particolarmente sensibile a temi come l’uguaglianza sociale e l’uguaglianza di genere. Non solo, sembra abbia promosso fin dalle scuole primarie la formazione del pensiero libero e critico. 

Mentre ascolto penso che questo profilo mal si concilia con le caratteristiche richieste agli studenti dell’Istituto. A questa osservazione i genitori mi dicono che al primo anno non emersero queste differenze. Il tutto ebbe inizio al secondo anno quando le materie come l’Arte e la Filosofia vennero sostituite con ”Educazione civica del nuovo cittadino” e ”Educazione alla religione”. Materie, peraltro, in cui avrebbe dovuto sostenere e superare gli esami di riparazione. 

I familiari escludono categoricamente che abbia deciso di allontanarsi da casa per andare ad esplorare il mondo senza neppure informarli e salutarli. Lo descrivono come un ragazzo estremamente rispettoso ed organizzato.

Chiedo di poter accedere alla sua camera. Grati per l’interessamento me lo permettono, ma io mi sento quasi imbarazzata ad entrarvi. È la tipica stanza di un ragazzo. Mi sembra persino di sentirne la voce ed il profumo. Sembra tutto molto ordinato se non per i quattro soprammobili che sono collocati ai rispettivi angoli della scrivania. Sono tutti diversi e per nulla coordinati agli arredi.

Nell’ordine abbiamo una miniatura del dio Anubi, una del Giordano Bruno, una dell’arcangelo Michele ed infine la miniatura di una bilancia a due piatti. Sono esageratamente disarmonici rispetto all’ambiente. Anzi, senza mezzi termini, decisamente assurdi.

Provo a prenderli e, con mio grande stupore, mi accorgo che sono saldamente incollati alla scrivania. Non riesco a capacitarmi. Li tocco e li scruto da vicino ma non noto nulla di strano. Libero la scrivania per cercare degli indizi, ma nulla di fatto. 

Con un moto di stizza sollevo la scrivania accennando alla volontà di scaraventarla a terra e, all’improvviso, sento il suono di uno scatto. Ripeto l’azione e sento nuovamente lo scatto. Mi metto a scrutare sotto il tavolo e noto che le quattro gambe sono ad incastro. Rovescio la scrivania e libero le gambe.

All’interno di ognuna ci sono numerosi fogli arrotolati su cui Lucio aveva scritto delle cose. 

Inizio a leggere e lo sgomento si fa sempre più evidente sul mio volto. I familiari mi permettono di fotografare quel materiale prezioso. Uso entrambi i telefoni cellulari. Uno lo lascio a loro affinché possano avere copia della documentazione e anche per poterci tenere in contatto segretamente.

Si è fatto tardi e non posso fermarmi a leggere. Devo tornare all’albergo prima che qualcuno si accorga della mia assenza. Ottengo di poter portare con me i fogli originali. 

Ci si saluta con la promessa di rendere giustizia alla verità.

Torno al pozzo e mi faccio inghiottire dalla città sotterranea.

Appunto Di Viaggio Ventisette

“Gentile Signora Margherita, è per me un piacere poterla informare che il mio medico di fiducia potrà accoglierla in Studio dopodomani alle ore 15.00. Mi rallegra verificare che ha preso seriamente in considerazione il mio consiglio. Non appena le sarà possibile, mi usi la gentilezza di confermare l’appuntamento, così che subito dopo possiamo incontrarci per un aperitivo. Buon riposo Cordialità. O.R.”.

Ore 22.00. 

Sono appena rientrata in camera che vedo il telefono cellulare segnalare il messaggio ricevuto. Con fare concitato mi precipito a guardare a che ora è stato inviato. Sono stata fortunata: l’invio risale a pochi minuti prima. Rispondo subito per non far emergere sospetti. 

Evasa la seccatura, mi regalo una doccia energizzante ed una cena “golosa” ordinata con il “servizio in camera”. Terminata la pausa, sistemo il materiale di Lucio ed inizio a leggere.

Il tutto ebbe inizio quando la sua migliore amica gli confida di essere innamorata di una compagna di classe. Questo le provocava molta ansia perché i suoi genitori già la vedevano sposata e madre di almeno due figli. Non sapendo come comportarsi con loro, commise l’ingenuità di confidarsi con la professoressa di “Educazione alla religione”. Purtroppo, dopo quella confidenza tanto delicata, tutto cambiò. A scuola il rendimento si fece incredibilmente scarso e lei divenne giorno dopo giorno sempre più silenziosa. Aveva tre materie da recuperare con il rischio di perdere l’anno. Lui le stette vicino finché ne ebbe la possibilità. 

Era tempo di vacanze pasquali l’ultima volta che si videro. Poi, più nulla. La ricorda ancora con il suo bel vestito rosso ed i capelli raccolti da un foulard in tinta…

Preoccupato, chiese notizie ai professori. Tutti risposero che al padre avevano assegnato un importante incarico di lavoro fuori dall’Unione e, per non perdere l’opportunità, scelsero di trasferirsi immediatamente. Ovviamente non prese in considerazione quelle spiegazioni, soprattutto perché nel mese di giugno, durante gli scrutini, giura di aver sentito il profumo della sua amica sul registro del professore di “Educazione civica del nuovo cittadino”. 

Lucio inizia ad indagare sui professori e scopre che tutti hanno avuto almeno uno studente che, ad un certo punto, ha abbandonato gli studi. A scuola nessuno ne parla, ma negli archivi della biblioteca ci sono tutte le notizie relative a quelle “misteriose scomparse”. 

La cronaca cittadina narra che ogni anno, a cominciare dalla inaugurazione, l’Istituto di Proclassica si macchia di tale “stranezza”.

Serie: Città Metafisica


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