
LA SENTINELLA
Serie: La sentinella
- Episodio 1: LA SENTINELLA
STAGIONE 1
La vespa cominciò ad arrancare su per il sentiero immerso nei boschi di roverelle e castagni. Un sentiero sempre più ripido, tra brevi rettilinei e curve tortuose. finalmente raggiunsero un punto da cui si potĆ© scorgere lāantica abbazia in tutto il suo splendore: la Sacra di San Michele che, abbarbicata sulla cima del monte Pirchiriano, sāinnalzava verso il cielo come fosse unāestensione della montagna stessa.
Barbara aveva giĆ visitato quel luogo. Con la scuola, aderendo al progetto realtĆ virtuale multipla. Lei aveva selezionato un giorno di primavera: il sole tiepido, i profumi freschi dei fiori e il canto degli uccelli. Lāinsegnate aveva poi svelato alcuni misteri che avvolgevano lāabbazia e raccontato le affascinanti storie e leggende che lāavevano resa famosa.
ā Sei mai stato qui? ā Urlò la ragazza per farsi udire oltre il fracasso della vespa.
Francesco si fermò in un piccolo spiazzo non protetto. ā SƬ, ma non sono mai entrato, le vecchie chiese mi mettono a disagio ā ammise indicando con la testa lāimponente edificio che si stagliava sopra le loro teste.
ā Quella non ĆØ una chiesa qualsiasi ā protestò Barbara ā mia madre spesso la considerava ālāottava meravigliaā. Lo sapevi che la sommitĆ della montagna ĆØ la base di una delle colonne portanti?
Francesco sorrise scuotendo la testa.
La ragazza alzò un braccio e indicò la torre diroccata in basso a destra. ā Quella ĆØ āLa Torre della bellāAldaā. Secondo la leggenda, Alda era una giovane molto bella, una paesana che si era rifugiata lassù, come tanti altri, per scampare ai razziatori e ai mercenari che, a quel tempo, terrorizzavano lāintera Valle.
I razziatori però giunsero anche lƬ e cominciarono a saccheggiare la chiesa e a uccidere chiunque gli capitasse a tiro. La bella Alda riuscƬ a sfuggire alle violenze e a rifugiarsi proprio in quella torre. Alcuni soldati però la seguirono fin dentro le mura. Lei comprese di non avere nessuna via di scampo. Allora invocò lāaiuto di San Michele e della Vergine e si gettò nel burrone. San Michele e la Madonna corsero in suo aiuto e la salvarono adagiandola illesa in fondo al precipizio.
Si dice che, tempo dopo, per vanitĆ o per superbia o addirittura per denaro, la bellāAlda ritentò lāimpresa, lanciandosi per la seconda volta dalla torre, ma con la sola conseguenza di sfracellarsi sulle rocce sottostanti, sotto lo sguardo attonito dei presenti.
Francesco non riuscƬ a distogliere in tempo lo sguardo dalla ragazza dagli occhi di smeraldo. ā Tu ci credi? ā Balbettò ā intendo Dio, gli angeli e tutto il resto.
Barbara sorrise. Ripensò a quel giorno, lei sotto la nera pioggia, semi nuda sul cornicione del tetto, pronta a lanciarsi nel vuoto. ā Forse ā rispose sorniona.
Il ragazzo riaccese la vespa e partƬ, costringendo Barbara ad aggrapparsi a lui. ā Visto che conosci la storia, mi farai da cicerone.
Giunti a destinazione abbandonarono il mezzo di trasporto e proseguirono a piedi. Si fermarono in prossimitĆ di quello che sembrava essere unāantico tempio.
ā Questo cosāĆØ? ā Chiese subito Francesco ignorando la tabella descrittiva e indicando i resti di quel suggestivo rudere alla loro sinistra.
ā Il āSepolcro dei Monaciā ā rispose subito Barbara sicura di sĆ© ā e prima di essere eretto, al suo posto, cāera un tempio dedicato a Giove. Fu demolito e le sue pietre utilizzate per costruire lāabbazia.
Francesco emise un fischio di stupore, simulando unāespressione meravigliata. Poi, con aria divertita, la prese sotto braccio. ā Proseguiamo ā disse ed entrambi scoppiarono a ridere.
Proseguirono ancora per un centinaio di metri lungo un sentiero acciottolato e attraversarono un piccolo portale che li condusse lungo un altro sentiero, questa volta fatto di scale, e che saliva verso lāingresso vero e proprio dellāabbazia.
Giunti alle sue porte, non poterono fare altro che alzare lo sguardo al cielo, sovrastati dallāimponente edificio millenario che sembrava scolpito nella montagna.
ā Quello ĆØ lāArcangelo Michele mentre sta tentando di estrarre la spada dalla roccia. ā spiegò Barbara Indicando la statua di magnifica fattura, posta sopra uno spuntone di roccia alla loro sinistra.
I due ragazzi infine si avviarono verso lāingresso dellāabbazia: un piccolo e semplice portale in legno.
Varcata la soglia, si ritrovarono davanti ad unāampia e ripida scalinata, il celebre āScalone dei Mortiā. Anche lƬ non poterono far altro che rimanere stupefatti dalla magnificenza di quella struttura, dagli imponenti pilastri che sembravano apparire come per magia dalla roccia e dei gradini scolpiti nella pietra.
La sensazione era che la montagna reclamasse quel luogo, che la roccia in qualche modo crescesse e tentasse di avviluppare la struttura estranea costruita dallāuomo.
ā Questa scala ha un nome a dir poco sinistro ā affermò Francesco simulando un brivido di paura.
ā Non preoccuparti. Il nome ĆØ solamente dovuto ai diversi cadaveri e ai sarcofagi ritrovati durante iĀ restauri.
Lo scalone, dopo una piccola svolta a sinistra, saliva fino a raggiungere la āPorta dello Zodiacoā che dominava dallāalto lāintera scala con i suoi superbi capitelli.
Sugli stipiti del portale vi erano scolpiti dei bassorilievi che rappresentavano, a destra i segni zodiacali e a sinistra alcune costellazioni. I due ragazzi si fermarono per riprendere fiato e allo stesso tempo ne approfittarono per cercare il proprio segno zodiacale sul marmo.
Alla base delle colonnine vi erano scolpiti grifoni e leoni e sui capitelli scene bibliche e allegoriche. Francesco però sembrò attratto da una figura in particolare: tre persone che si stavano accapigliando. ā Bizzarra questa immagine!
ā Ć un ammonimento per chi entra in questo luogo sacro a lasciarsi alle spalle ogni tipo di animositĆ .
Barbara indicò i massicci contrafforti costruiti in epoca più recente, rispetto al resto dellāopera, e che servivano a consolidare la struttura della chiesa.
Recuperate le forze, i due ragazzi salirono su per un altro ripido scalone in pietra verde, sormontato da quattro archi rampanti, e attraversarono il āPortale Romanicoā che conduceva dentro la chiesa vera e propria.
Questāultima era suddivisa in tre navate e custodiva diverse sculture, le antiche tombe di alcuni esponenti di Casa Savoia e alcuni affreschi. Tra questi ultimi, il più importante, era forse quello dove venivano raffigurati La Madonna, Gesù e San Michele arcangelo, in diversi momenti: dallāAssunzione, alla Deposizione di Gesù, alla NativitĆ .
Infine Barbara mostrò il famoso pilastro della navata centrale, sotto il quale affiorava la cima del monte Pirchiriano.
ā Chiudi gli occhi ā disse poi quando entrambi furono davanti al āPortale dei Monaciā, quello che conduceva alla grande terrazza.
Francesco obbedƬ e si lasciò guidare per mano attraverso lāingresso e poi su per una breve scalinata. Un vento gelido li investƬ man mano che si avvicinarono al bordo del ballatoio.
Quando Barbara ordinò di riaprire gli occhi, notò con piacere lo stupore dipinto sul volto di Francesco: la chiesa, dallāalto dei suoi mille metri circa, dominava lāintera Valle di Susa e un tempo ne sorvegliava lāingresso come una sentinella ancestrale. La Valle era percorsa dalla Dora Riparia e disseminata di paesi, strade e verdi campi sormontati dalle maestose montagne della catena alpina.
Lo sguardo ammaliato dei due giovani si posò su Torino, che si stagliava contro lāorizzonte limpido. Infine, in basso, le rovine millenarie a testimoniare lāetĆ che avanzava inesorabile, tra ammassi di pietre, pilastri spezzati e possenti muraglioni, fino alla cosiddetta āTorre della BellāAldaā, che terminava sul precipizio del monte.
Francesco deglutƬ a fatica e quando si voltò verso di lei, aveva stampato in volto un sorriso raggiante. ā Credo ne sia valsa la pena, attendere questo giorno. Non avrei potuto desiderare niente di meglio che vivere unāesperienza simile se non in tua compagnia.
Entrambi furono rapiti lāuno dellāaltra. ā Non so spiegarlo, ma starti accanto, fare le cose assieme a te, viene tutto molto naturale. Non devo fingere di stare bene, come accade con gli altri. ā disse Francesco perdendosi nello smeraldo dei suoi occhi.
Le loro labbra si sfiorarono.
La voce metallica dellāabbazia cominciò a risuonare nellāaria, spezzando lāincantesimo.
ā System failure. Please, redirect program.
Barbara si staccò dal ragazzo e si diresse verso il muro dove vi era un display incastonato. LāA.I. segnalava un malfunzionamento nel sistema che proiettava lāologramma a realtĆ virtuale multipla. Un piccolo timer cominciò un conto allāarrovescia.
ā PerchĆ© parla in inglese?
ā Non lo so, ma il sistema ĆØ sovraccarico. ā rispose la ragazza.
ā Runs startup initialization forā¦tre secondi alla disattivazione del sistema. ā Disse la voce metallica cambiando lingua allāimprovviso.
Barbara e Francesco raggiunsero il bordo della terrazza.
ā Due secondi.
La voce sāinterruppe bruscamente.
I proiettori olografici emisero uno sfarfallio sinistro, poi anche loro cessarono di funzionare.
Torino di colpo mostrò le sue ferite. Una città devastata dalla guerra. Le recenti esplosioni avevano aperto voragini radioattive visibili a chilometri di distanza. Gli ultimi grattacieli rimasti parevano denti spezzati che spuntavano oltre i miasmi provocati dai roghi che i ribelli si divertivano ad appiccare.
La sentinella ancestrale, era tornata a essere il guardiano dellāinferno, un monito per chiunque osasse avvicinarsi a quellāingresso. Il fiume Dora era stato polverizzato diversi anni prima, dopo il passaggio dellāonda atomica. Il suo letto adesso non era altro che un serpente ferito che strisciava in una terra arida e inospitale.
Il vento era cambiato.
Dallāalto cominciarono a cadere fiocchi di cenere.
I due ragazzi si strinsero lāuno allāaltra, cercando il calore dei propri corpi. Barbara guardò giù. Si chiese se lāarcangelo Michele lāavesse salvata una seconda volta.
Serie: La sentinella
- Episodio 1: LA SENTINELLA
originale la realtĆ virtuale, sicuramente puoi svilupparla bene, bel racconto!
Trovo molto giusto che sia l’inizio di un testo più complesso e sono curiosa di leggere gli sviluppi.
La fotografia utilizzata della Sacra di San Michele ĆØ coperta da copyright e mi appartiene…
Prego contattarmi per l’acquisto o rimuoverla
Elio Pallard
3291589590
Ah ok non lo sapevo l’ho scaricata da internet
Niente, dico solo: Porca vacca! per un attimo mi sono fermato e ho detto ” Woo!”. Molto bella la descrizione , sopratutto per un piemontese come me, e bella la storia in generale. Bravo!
Grazie Alessandro š di dove sei?
Un librick ben scritto, dalle ambientazioni piuttosto evocative. Ho apprezzato molto il risvolto finale, davvero bello. Alla prossima puntata! š
Grazie Giuseppe š
Scritto benissimo.Gli ambienti descritti nei minimi particolari danno l’impressione al lettore di essere davvero li.Considera di scrivere un seguito,secondo me ne varrebbe la pena.
Ci penserò, grazie mille.
il più bel racconto che ho letto fin’ora..
aspetto il seguito
follow garantito
Grazie Mauro, in realtĆ non voleva essere una serie, ma un racconto aperto. ahahaha ho sbagliato a cliccare nel momento della pubblicazione.
L’idea ĆØ buona, mi piace. Non sono in condizioni di poter fare troppo la sofistica, non sono una che scrive… forse il finale poteva essere reso meglio (ma io non ci sarei riuscita, sia chiaro š )
Grazie Nicoletta. š