La spia

Serie: Quando matrimonio e patrimonio fan rima con pandemonio


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Samantha non poteva crederci: era seduta con indosso l'abito da sposa in una Duna in panne, trainata da un carro attrezzi giallo abbandonato da una spia russa, guidato da un Burkinabé di colore, cosa le poteva succedere ancora?

“Lunga e dritta correva la strada…” Sono le parole di una canzone di Guccini. La locomotiva, (no, non è La locomotiva di Guccini, avrei messo i due punti e un punto alla fine della locomotiva) la locomotiva l’inseguiva lungo la strada ferrata. Non era nulla di strano, la ferrovia seguiva un percorso parallelo alla strada trainando una lunga colonna di vagoni: quarantotto. I carri merci erano mezzi pieni e mezzi vuoti, i mezzi pieni erano anche mezzi vuoti, mentre quelli mezzi vuoti erano anche mezzi pieni. Fin qui, il ragionamento è ineccepibile, quanto a logica. Facendo due conti, per trasportare la stessa quantità di merci sarebbero bastati ventiquattro vagoni pieni, gli altri ventiquattro vuoti potevano riposare serenamente in pace su un binario morto. Sulla strada a fianco arrancava, sulle sole due ruote posteriori, la Duna in panne. 

Ricapitolando: la strada correva, la locomotiva l’inseguiva, la Duna arrancava. Questa storia sembra finita su un binario morto: vedo di rianimarla.

Dov’ero rimasto? Al carro attrezzi.  Bene, di chi poteva essere il carro attrezzi? Certo non della spia russa – la spia l’avrà rubato prima di avere alle calcagna la Polizia, per poi abbandonarlo lungo la strada – ma se non era del russo, di chi era? Forse di un numero verde di pronto intervento stradale, l’8008008008? Il primo numero verde digitabile anche all’incontrario? Ho verificato: l’8008008008 non esiste. «Il numero da lei chiamato non è attivo» la solita comunicazione preregistrata dell’operatore telefonico. In verità, non so neanch’io di chi era, ma non ha importanza, non state leggendo un giallo di Giallini, ma una storiella senza pretese di Fabius P.

«Accelera, ‘Ngamal» è l’Innominata, «abbiamo superato il treno merci, il passaggio a livello è fra due chilometri, dovremmo farcela.» 

«La mamma ha ragione» è Samantha, non Samantha Fox, non serve essere una volpe per capirlo, «muoviti, prima che le sbarre ci blocchino.» 

«Adesso vedo passaggio, luci spente, che culo!» è ‘Ngamal, chi altro, sennò!

Il carro attrezzi arranca, la Duna, imperterrita, lo tallona senza mai mollare la presa. Mancano pochi metri quando le luci iniziano a lampeggiare, come a dire: «Muovetevi, altrimenti resterete bloccati!»

«Dai, che ce la facciamo,‘Ngamal, siamo in ritardo, ma dobbiamo arrivare puntuali come un treno dello scorso ventennio, mia figlia è una Berluscani.»

«Tranquille, ‘Ngamal vi porta da prete, in tempo.» 

Le sbarre iniziano a scendere lentamente, ma il carro attrezzi è già oltre, anche la Duna ce l’ha fatta, per un soffio, ma ce l’ha fatta, una Duna senza pilota non si è mai vista.

Della spia russa non si è saputo più nulla, forse si è data alla macchia, macchia mediterranea. Dopo aver individuato una decina di persone sospette i servizi segreti le hanno scagionate tutte, nessuna russava, una vera spia del KGB russa. Le microspie non avevano rilevato nessun rumore sospetto. I sospettati avevano trascorso, ignari, notti tranquille. La spia russa, come una vera primula rossa, sparì o, forse, si sparò. Probabilmente l’avranno suicidata col polonio, come da manuale dell’intelligence sovietica.  

«Siamo quasi arrivati, Samantha, oggi tua giornata speciale.»

«Puoi ben dirlo, ‘Ngamal, saranno tutti in chiesa ad aspettarmi.»

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La chiesa era al centro del paese. Detto così potrebbe sembrare che non c’è più, invece, c’è ancora, nonostante una scossa di magnitudo 3.8 l’abbia fatta sussultare. Le possenti mura perimetrali avevano retto bene, anche il tetto, oggetto di un recente restauro conservativo, era rimasto intatto. Si parlò di un miracolo. Per chi crede ai miracoli ogni evento inspiegabile è un miracolo. Probabilmente la chiesa era stata costruita a regola d’arte e la scossa non era tanto forte, tutte motivazioni troppo deboli per un credente, un bel miracolo soddisfa di più la sua voglia di sacro. La religione è la principale pratica omeopatica conosciuta, basta credere e, per miracolo, si sta già meglio, così dicono. Io, purtroppo o per fortuna, fatico a credere, stento a obbedire, a combattere non ci penso proprio.

La chiesa era sempre lì, al centro del paese. Il paese, invece, era al centro dell’attenzione dei media per un evento mondano particolarmente atteso: il matrimonio della figlia del Cavaliere. 

Anche la televisione locale, Tele 24H24, era presente per trasmettere le immagini della cerimonia nuziale. L’evento mondano era secondo solo al matrimonio veneziano di Bezos. 

Le telecamere sono accese, il giornalista inizia la telecronaca in diretta con foga brasileira.

«AMICI DI TELE 24H24, BUONGIORNOOO! Un saluto dal vostro PEDRITOOOOOO. Un saluto specialissimo anche dalla BERLUSCANI & GATTI, tutto per i vostri amici animali, lo sponsor che vedete in sovrimpressione. Vi chiedete perché sono qua in questa piazza? MA PERCHÉ MI PAGANO, ovvio! Sono qua anche per qualcos’altro. MA, NON SIATE IMPAZIENTI! Ora vi spiego tutto. Dentro la chiesa un uomo è in dolce attesa, non sta aspettando un figlio, NOOO, sta aspettando Samantha. CHI È SAMANTHA? Samantha è la sua promessa sposa. Ora entriamo. Chiedo alla regia di zoomare in direzione dell’altare. Lui è lì, non dimostra segni d’impazienza. Di fronte a lui vediamo Don Giovanni, un prete protestante, intendevo prestante, dal fisico atletico, tonico. La tonaca verde che indossa con disinvoltura lo fa assomigliava a Hulk. La Cosa inquieta. Sembrano due SUPEREROI IN UNO. Mentre stiamo aspettando l’arrivo della sposa, vi racconto un po’ della vita di Don Giovanni.

Prima di indossare la tonaca, quando non era prete, Don Giovanni aveva fatto l’interprete, poi, la perdita del posto di lavoro e una delusione amorosa – l’Inter fuori dalle coppe – lo hanno spinto nelle braccia del Signore e si è fatto prete. La storia è un po’ pretestuosa, direte. Io dico di più, è PRE-TE-RIN-TEN-ZIO-NA-LE. Per chi non mi conosce sono PEDRITOOOO, per chi mi conosce… pure. Ora passo la linea allo studio. Appena vedo l’automobile della sposa vi richiederò il collegamento. Non cambiate canale, cambiate piuttosto cibo per i vostri animali, acquistate i prodotti della pet line BERLUSCANI & GATTIIIIIII.» 

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Ormai non ci si meraviglia più di nulla. Si sono viste spose arrivare in carrozza, in una lussuosa Rolls, in un eccentrico Maggiolino, a bordo di una limousine americana o di una piccola, graziosa Bianchina, mai si era vista arrivare una sposa seduta in una Duna senza autista trainata da un carro attrezzi giallo.

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Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. “Ricapitolando: la strada correva, la locomotiva l’inseguiva, la Duna arrancava. Questa storia sembra finita su un binario morto: vedo di rianimarla.”
    Sei una forza della natura😂

  2. Ciao Fabio, concordo con Luisa: qui sei partito in salita… o piuttosto, l’inizio ricorda un po’ l’accensione della Duna, un po’ incerta e scarburata. Ma poi, si apre verso la meta agognata… arriverà il carro attrezzi con la sposa? È un giallo. Grazie per la lettura

    1. Lo ammetto, la locomotiva di Guccini non fa ridere, è un autore troppo impegnato. Però lo hanno chiamato anche in un film di Pieraccioni. Ci sarà ancora da ridere, il prossimo episodio merita di essere letto, c’è di mezzo la Benemerita.

  3. Sei un grande Maestro di Cerimonie, nessuno le confeziona come te! Poi quel “credere, obbedire e combattere” è la tua consueta genialata. Se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti, ma, per inventarti come sei ci vorrebbe uno come te… e qua la storia si ingarbuglia. Bravo Fabius!

  4. Beh, la sposa, come il suo matrimonio farsesco, non verranno di certo dimenticati. Questo è poco ma sicuro. Bravo, riesci ancora a mantenere viva la curiosità in noi e non è poco. 🙂

  5. Un incipit un po’ in salita, poi, però, la lettura procede spedita e col sorriso sulle labbra. Avrei voluto riportare molte altre frasi, ma rischiavo di ricopiare quasi la metà del racconto.
    Una sola domanda: il signor Berluscani, padre della sposa, dov’è?