
La Torre Di David
Juan vive da sempre in quel luogo.
E’ nato lì e non ne conosce altri.
Ogni giorno uguale all’altro con l’unico scopo di arrivare a fine giornata con la conquista di un pezzo di pane…ed essere riuscito a sopravvivere. Sì, sopravvivere…perché dove vive Juan, in una Caracas dimenticata dal mondo intero, non è così lontana la possibilità di non arrivare al giorno successivo.
Le regole sono quelle della violenza e della prevaricazione, dettate dalla povertà e da una forma dilagante di ignoranza. Ma Juan è diverso dagli altri, ha un’intelligenza acuta e un forte desiderio di migliorare la propria condizione.
Non ha idea di come mettere in pratica tali propositi ed ogni sera, dopo una giornata di ordinario pericolo quando finalmente può concedersi il riposo dei giusti, pensa a come sarebbe bella la vita con un vestito pulito, un bicchiere d’acqua fresca, una casa vera con una porta, una finestra, un divano e una cucina dove mangiare qualcosa di buono, diverso dal tozzo di pane guadagnato con le unghie e con i denti.
Si addormenta come sempre.
Nelle prime ore del mattino, dal freddo e scomposto groviglio di cemento che rappresenta l’unica finestra verso il mondo circostante, giunge una luce rossastra e così intensa da svegliare Juan di soprassalto e farlo sobbalzare sul giaciglio improvvisato.
La luce è sempre più forte e accecante. Non riesce a distinguerne la fonte…ma sente dei passi avvicinarsi. Juan si ritrae e si appoggia al freddo muro di cemento dietro la sua schiena.
Ha paura…come non gli era mai capitato di averne. Ora la luce rossastra cambia colore e diventa di un giallo più tenue e Juan può distinguere una figura con in mano una fiaccola nella mano sinistra. La destra sembra essere la fonte di tale luce misteriosa e Juan esclama “Stai lontano ! Vattene !”.
Ma il misterioso individuo continua ad avvicinarsi e non si cura del tono minaccioso. Ormai è a pochi metri e, improvvisamente, si ferma. Il bagliore scompare e la fiaccola si spegne…”Amico mio, sono qui per darti una possibilità. Puoi cambiare la tua vita. Seguimi”.
Juan scende dal letto e a piedi nudi segue l’individuo, che nel frattempo si è voltato. Pochi passi, poi di nuovo una pausa. I due sono molto vicini al punto che, ora, Juan può rendersi conto che le parole che ha sentito provengono da un uomo senza volto.
Cerca di fuggire, ma viene afferrato e trattenuto per un braccio…”non scappare, non c’è pericolo”. Il ragazzo non è convinto. “Fra qualche ora ti sveglierai e sarà tutto cambiato. Per te inizierà una nuova vita, basta solo lasciarsi andare e so che tu lo vuoi”. Juan non capisce e all’improvviso torna la luce rossastra accecante…così forte da fargli perdere i sensi.
Al risveglio, un po’ stordito, si rende conto di trovarsi in un luogo sconosciuto, in un letto pulito. Sul comodino un dolce mai visto, dall’aspetto e dal profumo invitanti. Scende dal letto e all’improvviso si apre la porta. Juan istintivamente si ritrae…”Giovanni…devi andare al lavoro. Oggi hai una riunione importante”…
”Chi sei ?”, domanda Juan…”Come chi sono ? Sei impazzito ! Sono Gloria, tua moglie, siamo sposati da 20 anni”. Si guarda allo specchio…nota un uomo invecchiato e stanco. “Sbrigati ! Che dopo dobbiamo andare all’inaugurazione, non mi voglio perdere per nulla al mondo la dimostrazione dell’ultimo modello di frigorifero intelligente…e poi lo sai che adoro le vetrine”. Juan non capisce cosa gli stia succedendo. Trova dei vestiti nuovi ed eleganti su una poltrona vicino al letto.
Non ce ne sono altri. Decide di vestirsi. Sente qualcosa che vibra nelle tasche…è un cellulare nuovo fiammante che squilla con insistenza. Sul display lampeggia una dicitura…“Direttore”; quando risponde sente una voce…”è in ritardo anche stamattina. Ancora un disguido e sarà licenziato, così potrà finalmente capire cosa significa la puntualità”…Juan fa una pausa…e aggiunge…”chiedo scusa””. “Farà bene a sbrigarsi, anziché chiedere scusa, perché con le chiacchiere non si pagano i debiti”.
Si siede sulla poltrona. I pugni picchiano sulle tempie.
Poi di nuovo la luce accecante e una risata…”Che ti succede amico ? Non ti piace la nuova vita ? Non sei contento di avere un letto, un vestito pulito, una casa elegante ?”…poi gli mostra un’immagine…è Juan su un giaciglio improvvisato in un mare grigio di cemento che sorride pensando a come sarebbe bello se la vita potesse donargli qualche soddisfazione…”Sei tu, amico ! Sempre tu ! A volte desiderare può essere pericoloso”.
La risata diventa fragorosa e sempre più lontana per poi scomparire insieme alla luce accecante.
Ora esistono due Juan. Vivono vite parallele. Ma uno di loro è libero di vivere nella speranza mentre è immerso nel grigiore della torre mentre l’altro è prigioniero di una gabbia dorata dalla quale non potrà mai più uscire.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Forte questo librick!
Ciao Antonino,
non ho pensato a un seguito sinceramente.
Ma se così fosse, dovrei prima comprendere cosa si nasconde in quella “zona grigia” che c’è tra chi si trova in disgrazia e vorrebbe vedere la luce e chi è, in qualche modo, privilegiato e si sente comunque ingabbiato.
Non credo sia semplice
Ciao Rossano, questo bel libriCk è uno di quelli che fa riflettere. Nella povertà e nella disgrazia, chiunque desidererebbe una vita migliore, senza riflettere sulle reali conseguenze di un simile pensiero. Probabilmente, quelli che noi pensiamo felici solo perché ricchi, in realtà celano proprio una gabbia dorata che li imprigiona. Il finale, a mio parere, lascia uno spiraglio per un seguito. Ci hai pensato? Sarebbe interessante! Comunque, questo racconto mi è piaciuto molto, alla prossima!