Segreti svelati
Serie: La villa in Toscana
- Episodio 1: La villa in Toscana
- Episodio 2: Segreti svelati
- Episodio 3: Fame d’aria
- Episodio 4: La villa in Toscana: La festa in maschera.
- Episodio 5: La villa in Toscana: Giochi di potere
- Episodio 6: La villa in Toscana: Incomprensioni
- Episodio 7: La villa in Toscana: Capodanno
STAGIONE 1
Il contratto le venne inviato il giorno dopo la festa di Max. Pandora lo trovò vantaggioso e il progetto stimolante. Allegata all’email vi erano i contatti di Castelli. Compose il numero del cellulare.
« Pronto » era lui.
« Signor Castelli? Sono Pandora Reese» mantenne un tono formale.
« Signorina Pandora, sono lieto di sentirla così presto. Allora accetta? » andò subito al sodo.
« Sì, l’ho chiamata proprio per dirle questo. Per me sarebbe un’ ottima opportunità! » tradì entusiasmo.
« Aspetti a ringraziarmi… Comunque le manderò tutti i dettagli per il viaggio. Un autista verrà a prenderla domenica mattina. Prepari i bagagli» il tono era freddo e scostante.
« Avrei solo una richiesta se fosse possibile. Sono orfana signor Castelli, ho solo la mia gatta e le chiedo quindi se posso portarla con me. Non ho nessuno che possa occuparsene» disse con fermezza.
« Va bene, a presto allora» riagganciò.
La settimana passò in fretta e sabato Pandora aveva ormai preparato tutto per la partenza. Per cena ordinò del sushi concedendosi del vino bianco. Non lo avrebbe ammesso ma aveva paura. Si stava buttando in quell’avventura a occhi chiusi. Il suono del campanello la ridestò dai suoi pensieri.
« Chi è?» chiese.
« Apri Pan…» era Max. Aprì la porta con aria interrogativa. Sembrava alterato.
«Max…hai bevuto?» domandò.
« No… sì… cioè non è questo! Pan non partire! Ti prego resta» l’afferrò per le spalle.
«Max non posso. È un lavoro importante. Niente mi trattiene dall’accettare…» lui la interruppe.
« Hai me Pan!» era agitato.
« Tu stai con Nadine! Non complicare le cose! Non dire altro» gli mise una mano sulla bocca e lui gliela baciò.
La ritrasse di scatto per paura di quello che sarebbe potuto accadere. Poi la rabbia prese il sopravvento su di lei.
«Non hai il diritto di fare così Max! Hai fatto la tua scelta. Vai a casa!» lo spinse verso la porta.
« No Pan…io ho sbagliato a fare quella scelta.Credimi se potessi tornare indietro a quella maledetta sera…» si interruppe.
« Domani mattina parto. Adesso torna a casa dalla tua compagna. È giusto così…» non sapeva che altro dire.
« Ok Pan. Promettimi solo che farai attenzione. Non mi fido di quell’uomo » le disse.
« Va bene, tranquillo» abbassò lo sguardo.
«Posso baciarti….un solo bacio d’addio..» la implorò.
«No! » rispose decisa.
« Perché no?» le chiese mentre usciva.
« Perché uno non mi basterebbe » chiuse la porta sbattendola.
Il viaggio fu piacevole e rilassante. Amava guardare dal finestrino il paesaggio e i suoi cambiamenti. L’autista era particolarmente silenzioso e a lei stava bene così. Dopo diverse ore di viaggio l’auto si fermò davanti ad un cancello antichissimo quanto decadente. In alto erano saldate due iniziali arrugginite. “C. C.”. Mentre percorrevano il vialetto notò che anche il parco era abbandonato a sé stesso. Fontane diroccate e statue deteriorate spuntavano qua e là mano a mano che si avvicinava alla villa. Poi alzò lo sguardo e la vide… Era atipica rispetto alle costruzioni del territorio. In stile gotico francese, la struttura si sviluppava in altezza, le vetrate erano colorate e ,ciliegina sulla torta, in cima alle due torrette laterali , erano state apposte due statue di gargouille. La porta principale si aprì e spuntò Castelli, bellissimo , nel suo abito nero.
« Benvenuta signorina Pandora» le disse, serio.
« Grazie…la villa è stata…una sorpresa. Non era come me l’aspettavo» disse sinceramente.
« Nella vita, cara Pandora , nulla è mai come ci si aspetta» le fece segno di entrare.
L’ampio ingresso, a dispetto di come appariva dall’esterno, era molto luminoso e colorato. Necessitava anch’esso di un intervento, soprattutto la grande scala di legno. Il corrimano era finemente decorato con intagli pregiati ma ormai poco visibili. Li sfiorò con le dita e chiuse gli occhi. Quando li riaprì l’uomo la stava guardando in modo strano e si sentì in imbarazzo.
« Io…mi scusi. Stavo solo riflettendo» si giustificò.
« L’accompagno nella sua stanza. Maurice su occuperà dei bagagli» si incamminò per le scale e lei lo seguì. Pepita miagolava nervosa nel suo trasportino.
« Come si chiama la sua gatta?» le chiese.
« Pepita. Come le ho detto sono orfana e…» lui la interruppe.
«Lo so bene Pandora…» disse duramente.
Come poteva saperlo? Forse Nadine…. Pandora si ripromise di chiederglielo. L’atteggiamento di Castelli la metteva a disagio. Sentì un irrefrenabile bisogno di tornarsene a casa. In fondo quella villa era isolata e per la prima volta realizzò di essere completamente in balia di quell’uomo.
« Questa è la sua stanza. Maurice le ha acceso il camino. È una villa vecchia e molto fredda. Non vorrei che si ammalasse» le fece segno di entrare e lei obbedì.
« È…molto bella!» disse con innocenza.
« Quando getterai la maschera Pandora?» la fissava con astio.
« Cosa? Cosa state dicendo?» non capiva.
« Le donne come te mi danno il disgusto! Ne ho viste tante…ne ho avute molte. Ho la nausea» la prese per le spalle spingendola contro il muro. Continuò a fissarla cercando chissà quali risposte.
« Non capisco! Perché mi state trattando in questo modo! Lasciatemi subito!» cercò di divincolarsi ma lui la mantenne ferma.
Avvicinò il viso al suo e la baciò all’improvviso. Un bacio esigente, rabbioso. Le mancò la terra sotto ai piedi e quando lui si staccò bruscamente le gambe le cedettero.
« Tra poco sarà ora di cena. Ti aspetto di sotto. Cerca di essere puntuale. Odio chi mi manca di rispetto» si girò e andò via sbattendo la porta.
Rimase inebetita sul pavimento per un tempo indefinito, con il cuore che batteva all’impazzata. Si sfiorò le labbra, dove poco prima lui aveva brutalmente appoggiato le sue. Perché quel bacio? Come si era permesso di trattarla così? E poi… Nonostante la rabbia, quell’ assalto l’aveva lasciata piena di vergogna perché in fondo le era piaciuto. E anche molto. Scacciò quel pensiero cercando di tornare con i piedi per terra. Quell’uomo l’ aveva insultata e imposto un bacio senza il suo consenso. Diceva di conoscere le “donne come lei” ma non la conosceva, non sapeva nulla di quello che aveva passato. Avrebbe mantenuto un atteggiamento freddo e professionale fino alla fine del lavoro e… Il pensiero del bacio fu uno schiaffo in pieno viso. Ce l’avrebbe fatta! Forse…
Si preparò per la cena, indossando un tubino nero, scarpe rosse con il tacco e una giacca dello stesso colore. Voleva essere all’altezza dell’eleganza del suo ospite. Acconciò i capelli in una treccia laterale. Il rossetto bordeaux esaltava la pienezza delle sue labbra e l’ eyeliner nero conferiva allo sguardo un aspetto esotico. Un’ultima occhiata poi scese nel salone principale. Maurice l’aspettava al fondo della scala.
« Signorina Reese… Il padrone ha deciso di cenare nella sua stanza. Venga l’accompagno» le disse.
« Grazie…» Pandora era confusa.
Quando entrò nella stanza , lo trovò seduto ad un grazioso tavolo di legno rotondo. Alzò gli occhi fissandola stupito.
« Siediti. Ho fame!» disse secco.
« Che bei modi educati monsieur!» lo provocò.
« Sono educato con chi lo merita mademoiselle. Forse sei abituata ad una cucina più sofisticata, ma a me piace mangiare in modo semplice» si servì dello spezzatino e ne mise un po’ anche nel piatto di Pandora.
« Grazie… Buon appetito!» si concentrò sul cibo.
« Per dessert c’è della torta alle mandorle. Ne gradisci un po’?» disse gentilmente.
« Sì grazie, adoro i dolci» arrossì.
« Sembri quasi sincera quando arrossisci…» era di nuovo sulla difensiva.
« Io non capisco questo tuo modo di fare Castelli! Non mi conosci e non ti ho fatto nulla! E non sei obbligato a instaurare nessun tipo di rapporto con me!» era arrabbiata.
Lui la guardò con aria interrogativa, si alzò mettendosi alle sue spalle e le sciolse i capelli. Ebbe un dejavu’.
« Cosa fai..» disse in un soffio.
« Volevo toccare i tuoi meravigliosi capelli…» aveva il respiro affannato.
«Non credo che tu ne abbia il diritto!» cercò di girarsi ma lui le afferrò i capelli tenendola ferma.
«Eppure credevo che ti piacessero certe cose» rise. Lei avvampò. Aveva visto lei e Max sulla terrazza?
« Forse non vuoi perché non sono lui?» le domandò.
«Non c’è nulla tra me e …» non le fece terminare la frase. La prese in braccio e la gettò sul letto. Le fredde lenzuola di seta la fecero rabbrividire. Castelli era sopra di lei, appoggiato sulle braccia e la guardava con rabbia.
« Sei in debito con me Pandora. La tua famiglia è in debito con me» le disse.
«Non capisco…io non ti conosco!» rispose impaurita.
« Ti accompagno nella tua stanza» la portò bruscamente in camera sua e sulla porta la baciò.
«Questo è il mio risarcimento per tutto il dolore che ho dovuto affrontare a causa di tuo padre» affermò.
« Mio…cosa dici?» era confusa.
« Quel maledetto giorno di ventisette anni fa sulla macchina dei tuoi genitori c’ero anch’io. Con mia madre e mio padre. Avevano bevuto e tuo padre andò fuori strada. Solo io sono sopravvissuto» la spinse nella stanza e si sbottonò la camicia sotto il suo sguardo sconvolto. Il petto era pieno di cicatrici. La ragazza pensò alla sofferenza che quell’uomo doveva aver patito in tenera età. Il trauma psichico e quello fisico. Lui guardava per terra e lei si avvicinò. Sfiorò le cicatrici con le dita e iniziò a piangere silenziosamente.
Serie: La villa in Toscana
- Episodio 1: La villa in Toscana
- Episodio 2: Segreti svelati
- Episodio 3: Fame d’aria
- Episodio 4: La villa in Toscana: La festa in maschera.
- Episodio 5: La villa in Toscana: Giochi di potere
- Episodio 6: La villa in Toscana: Incomprensioni
- Episodio 7: La villa in Toscana: Capodanno
Brava!
Grazie mille! Alla prossima!
Ciao Mary. Come al solito la mia predisposizione per il fantasy mi ha fatta “sbarellare” 😀 Comunque, le atmosfere erano quelle giusto 😉 Non capisco ancora l’astio di Castelli per la protagonista, in fondo non era lei al volante. Immagino abbia le sue ragioni e non vedo l’ora di conoscerle
Ciao Micol☺️ in effetti anche io amo il fantasy e l’horror un po’ gotico quindi poteva anche starci il vampiro. Mi cimento con l’amore questa volta… Piano piano si svelerà tutto 😉alla prossima!
“a struttura si sviluppava in altezza, le vetrate erano colorate e ,ciliegina sulla torta, in cima alle due torrette laterali , erano state apposte due statue di gargouille”
Giuro che ora mi aspetto di vedere uscire un vampiro (io amo i vampiri). Oh, guarda un po’… è uscito Castelli 😂
Grazie per la lettura e spero sia un complimento ☺️
Che lettura intensa!