
L’ambasciatore nei guai
Si respirava un’aria pesante, la stanza era squallida ed era solo.
Non gli avevano alzato le mani, non lo avevano colpito. Anche se era una stazione di polizia del Terzo Mondo erano stati gentili con lui. Forse perché era un italiano? Forse perché era un ambasciatore?
La porta si aprì. Entrò un filippino grasso in una divisa da poliziotto. Era un ufficiale. «Sono il tenente Moloperoz». Non lo guardò negli occhi, si sedette, si concentrò su dei fogli.
Dopo un attimo, il tenente lo degnò di uno sguardo. «Lei è il signor Domenico De Mauro, cittadino italiano».
«Sì, ambasciatore della Repubblica italiana».
«Non mi pare qua a Manila».
«No, in Turkmenistan».
«Il Turkmenistan? È molto lontano da qui».
«Lo so benissimo».
«Lei è arrestato perché è stato trovato in compagnia di quattro minorenni filippini. Erano tutti nudi nella sua camera d’albergo, lei aveva perso i sensi… pare che fosse ubriaco».
«Pare».
«Sì, infatti. L’esame tossicologico del sangue dimostra che era sbronzo. I minorenni riportavano evidenti segni di violenze sessuali».
«Così mi avete…».
«Arrestato, giusto». Il tenente Moloperoz voleva abbassargli la cresta. «Lei è un pedofilo. Capisco il turismo sessuale, ma se lo si fa con dei maggiorenni okay, con dei minorenni no. Questo è un reato grave. La pedofilia è punita severamente, qua nelle Filippine».
«Mi spiace, ma è un complotto. Avete visto se pure io ho avuto recentemente dei rapporti sessuali?».
Il tenente Moloperoz rimase colpito. «N-no». Era in difficoltà. «In effetti…».
«Ecco. La verità è semplice: io sono stato narcotizzato. Una pasticca nel bicchiere e poi mi sono ritrovato in camera d’albergo con quattro minorenni mai visti».
«Loro dicono che…».
«Non li ho mai visti, non gli ho mai torto un capello. Sono stati violentati da qualcun altro».
«Da chi?».
«Servizi segreti turkmeni. Sanno che ho nascosto alcuni dissidenti del regime e me l’hanno voluta far pagare. Ma prego, controllate se ho avuto rapporti sessuali. Neppure ho avuto il tempo di ripulirmi, puzzo ancora di alcol. Se avessi fatto sesso, dovrei avere ancora i segni dato che non mi sono potuto sbronzare dopo il sesso».
«E va bene». Il tenente Moloperoz era infastidito.
Di lì a poco il controllo fu fatto ed era vero, aveva ragione, Domenico De Mauro era innocente. Lo scagionarono.
L’ambasciatore uscì dalla stazione di polizia, ma passò lì accanto una motocicletta con due uomini a bordo. Indossavano caschi integrali, uno aveva una pistola. Sparò a Domenico De Mauro.
Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Cia Kenji, come al solito i tuoi racconti sono spiazzanti ed ammiccano a generi sempre diversi. In tutti riesci sempre a mettere il tuo tocco personale 😀
Ti ringrazio!
Pensa che questo racconto è ispirato a una storia vera.
Anni fa, sul Tg2, avevano detto che l’ambasciatore italiano in Turkmenistan era stato arrestato per pedofilia nelle Filippine, dove era in vacanza… per il resto ci ho messo il mio “condimento creativo”.
“Si respirava un’aria pesante, la stanza era squallida ed era solo.”
Qui mi ricordi Bukowsky😃
Mah, non è proprio il mio scrittore preferito Bukowsky (ho letto solo un suo racconto alla Scuola del fumetto) comunque grazie 🙂