
L’App delle risposte (1/2) – Quando moriremo?
Serie: L'angoscia e l'ignoto
- Episodio 1: La signora di sopra (1/2) – Bambinate
- Episodio 2: La signora di sopra (2/2) – Eleonora
- Episodio 3: La mia casa è laggiù (1/4) – Sogno numero uno
- Episodio 4: La mia casa è laggiù (2/4) – Sogno numero due
- Episodio 5: La mia casa è laggiù (3/4) – Fuori dal sogno
- Episodio 6: La mia casa è laggiù (4/4) – La scelta
- Episodio 7: Polvere (1/2) – Memento, homo
- Episodio 8: Polvere (2/2) – Come la sabbia nella clessidra
- Episodio 9: L’App delle risposte (1/2) – Quando moriremo?
- Episodio 10: L’App delle risposte (2/2) – Ore 02:37
- Episodio 1: Babau
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Le due e dodici del mattino.
Veronica osserva per l’ennesima volta il display del suo telefono, la schermata di blocco, i numeri che scorrono lenti mostrando il passare del tempo. Tutte le luci nella stanza sono accese. Sul tavolino accanto alla poltrona mezza bottiglia di un alcolico indefinito e un bicchiere. Vuoto.
Le due e tredici, adesso.
L’insieme di metallo, vetro, plastica e silicio che ha raggiunto la temperatura del corpo umano, tanto è in simbiosi con la mano della ragazza, si disattiva entrando nella funzione stand-by. Veronica si impone di non riattivarlo troppo presto.
“Se guardi, l’acqua non bolle mai” pensa.
«Fanculo i proverbi!» urla riattivando il telefono.
Le due e quattordici.
«Ventitré. Ventitré fottutissimi minuti… Milletrecentoottanta secondi…» La speranza torna a dare una parvenza di luce ai suoi occhi.
Si alza a fatica dalla poltrona su cui è rannicchiata da ore. Non ha visto né sentito nessuno per tutta la giornata, non è uscita dalla sua camera neppure per mangiare qualcosa.
«Domenica 31 ottobre… Le due e…» dice a voce alta, come se volesse sentire qualcuno vicino a sé. Rivolge lo sguardo verso il telefono. «…quattordici, QUATTORDICI! Cazzo!»
Il display si anima di una lievissima variazione di luce, come per puntualizzare che non è colpa sua…
… le due e quindici.
«Ventidue. Ventidue. Ventidue… Poi basta: tutto finito. Tutto! TUTTO!» urla, scoppiando in un pianto liberatorio.
Tenta di camminare sperando di accelerare anche lo scorrere del tempo. Soltanto qualche passo ripetitivo nella piccola stanza, ma un senso di continuo capogiro la costringe a farsi accogliere di nuovo dalla poltrona.
Le due e sedici.
Fino a qualche giorno fa era certa che fossero coincidenze, ma quando è avvenuto l’incidente è stata costretta a considerare i fatti in modo diverso.
I fatti. Era iniziato tutto una settimana prima, durante una serata trascorsa con due dei suoi migliori amici, Carola e Giulio, e con Edoardo, il suo compagno. Durante la cena avevano parlato di tutto, con la consueta allegria, finché Edoardo non aveva mostrato loro un’App che aveva scaricato sul suo smartphone.
«Che cazzo hai fatto, Edo… Che cazzocazzocazzo hai fatto… Edo…» ripete per l’ennesima volta Veronica in un sussurro, come una litania incessante.
La sua parte di pensiero razionale cerca ancora spiegazioni logiche, ma la stessa razionalità sa che non riuscirà a trovarne, almeno finché il display del telefono non dimostrerà che il tempo è scaduto.
Le due e diciassette.
«È una cazzata!» aveva sentenziato Giulio. «Un sistema per acquisire i nostri dati, anche se ormai li seminiamo mediante ogni nostra attività quotidiana, dalla tessera sconto del supermercato ai social…»
Erano tutti d’accordo.
Però avevano voluto provarla.
Le due e diciotto.
Veronica sente il terrore crescente che si insinua in ogni spazio lasciato libero dalle cellule del suo corpo. Ha gli occhi incollati sul display. Prova a chiuderli, sperando di dormire, di svenire… sperando che accada qualsiasi cosa che sposti il tempo più avanti di…
…le due e diciannove.
«Diciotto minuti. Diciassette minuti e cinquantanove, cinquantotto, cinquantasette…»
Per un attimo accarezza l’idea di attivare la visualizzazione dei secondi, idea che scarta subito. Non potrebbe reggere a una tensione ancora più alta.
«E a cosa servirebbe quella cosa?» aveva chiesto Carola.
«Cosa significa “a cosa servirebbe”…» aveva risposto Edoardo fingendosi offeso. «Vi offro il sistema per prevedere il futuro e voi mi trattate così?»
Nell’ilarità generale avevano provveduto a ricaricare i bicchierini del dopo-dopo-dopo cena con una dose congrua di cognac.
Le due e venti.
«Il due… il due… non più uno-nove ma due-zero» urla Veronica. «Uno-due, uno-due, u-no-dué… nò-dué… nò-dué…» Le scappa da ridere: quel suono che sa di riso e allegria e pianto e disperazione e senso di resa… Qualsiasi cosa purché il tempo non rallenti.
L’App delle risposte: lo stato dell’arte dell’IA, oltre lo spazio e il tempo. Ricorda perfettamente la frase che sostava per alcuni secondi prima dell’apertura della schermata principale dell’applicazione.
E poi…
Si prega di convalidare i nomi dei partecipanti alla sessione.
Si prega di leggere e accettare il regolamento.
«E chi mai li legge, i regolamenti?» dice a voce alta Veronica.
L’ultimo passaggio era una scritta bianca su sfondo nero, semplice e lapidaria: Avvia.
«Ma cosa possiamo chiedere?» aveva detto Giulio. «Che tempo farà domani?»
Altre risate e altro cognac.
«Qualsiasi cosa, ragazzi, tutto quello che vogliamo…» aveva risposto Edoardo. «Poi verificheremo se funziona, no?»
Le due e ventuno.
«Funziona, funziona… ha funzionato… merda se ha funzionato.» Veronica si sente ancora vicina al pianto. Non è terrore questa volta, non è paura. «Rassegnazione» dice sillabando la parola.
Le due e ventidue.
Sessione avviata: domenica 24 ottobre ore 02,37
Termine sessione: domenica 31 ottobre ore 02,37
Domande, domande, domande… Avevano notato che l’App teneva tutto in memoria, domande e risposte.
«Sarà più facile controllare» aveva sentenziato Carola.
«Certo! Voglio vedere chi da domani avrà voglia di continuare a seguire questa menata!» Quella frase Veronica la ricordava. La ricordava eccome: era stata lei a pronunciarla.
«… chi avrà voglia di seguire questa menata…» La ripete in un sussurro.
L’avrebbero seguita tutti, ognuno finché sarebbe stato in grado di farlo. Veronica fino alla fine.
Le due e ventitré.
L’allegria generale si era interrotta quando Edoardo aveva posto quella domanda, quella da film horror, quella che ti aspetti da quattro ragazzi che hanno esagerato con l’alcool.
«Quando moriremo?»
Serie: L'angoscia e l'ignoto
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- Episodio 4: La mia casa è laggiù (2/4) – Sogno numero due
- Episodio 5: La mia casa è laggiù (3/4) – Fuori dal sogno
- Episodio 6: La mia casa è laggiù (4/4) – La scelta
- Episodio 7: Polvere (1/2) – Memento, homo
- Episodio 8: Polvere (2/2) – Come la sabbia nella clessidra
- Episodio 9: L’App delle risposte (1/2) – Quando moriremo?
- Episodio 10: L’App delle risposte (2/2) – Ore 02:37
La struttura… quella è stata un incubo! Ho provato a creare questi veloci cambi di tempo e devo dire che ho avuto difficoltà… Quindi grazie a questa community, che rappresenta per noi un’ottima palestra e che ci permette di sperimentare con la scrittura!
il tema ovviamente è assolutamente abusato… ma ho voluto comunque provare.
Ciao Dea. Grazie!
Che brividi mi hai messo! Per tutto il tempo mi sono chiesta, io lo farei? scaricherei una app così?
Non sono riuscita a rispondermi, ma ho come la sensazione che al termine di questo racconto, la mia riposta sarà no…troppa paura.
Battute a parte, mi è piaciuto come hi impostato la struttura, tra flashback e tempo presente. Show don’t tell usato alla perfezione 🙂