L’estate che viene – 3 – Sorprese

Serie: L'estate che viene


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: «Comunque adesso rintracciamo questo stronzo e in qualche modo sti soldi ce li facciamo ridare. Ma che sia chiaro che non sto aiutando te ma mia sorella.»

«È sparito Claudio. Vivaldi è sparito. È irrintracciabile. Il suo numero di telefono ora lo chiami e ti dice che è inesistente, con la mail non ho ottenuto risposte…»

«Va beh ma te l’avrà dato un indirizzo quando l’hai registrato come cliente, no?»

«Sì, poi ho guardato su internet, c’è una piccola casa editrice a quell’indirizzo lì. Ci sono pure andato, ma era evidente che di questo Vivaldi non sapessero niente.»

«Ma porco cazzo, non hai mai controllato niente di questo tizio?»

«Ma che dovevo fare? Mica mi metto a cercare in rete tutti gli indirizzi che mi lasciano i clienti per vedere se abitano veramente lì.»

«Prima di mollargli centomila euro Renzo, prima di regalargli tutti quei soldi, prima di metterti nella condizione di pianificare un futuro di merda per quella sventurata di tua moglie: prima di tutto questo dovevi controllare. Ti sei messo in contatto con la banca almeno?»

«Quale banca?»

«La sua, che cazzo. Quella su cui hai fatto il bonifico. Ci hai provato a sentirli?»

«Cla’, non c’è nessuna banca.»

«Che vuol dire che non c’è nessuna banca? Come glieli hai trasferiti i soldi? Con la carta di credito? A mille euro al mese per dieci anni?»

«Abbiamo fatto tutto cash.»

«In contanti?» si massaggia la fronte con la mano. «Gli hai dato cento kappa in contanti? Io non…»

«Mi ha lasciato una ricevuta.»

«E ti ci sei già pulito il culo con la ricevuta o te la tieni per un’occasione migliore? Perché tanto una stronzata peggio di questa non la farai mai.»

«Mi aveva detto che per avere quei rendimenti bisognava bypassare le banche, altrimenti…»

«Ma che ti ciancichi, Renzo? Parla come un cristiano e bypassami sto cazzo. Ma poi dimmi una cosa: dove li hai tirati fuori tutti quei soldi? Avete appena ristrutturato casa. Elena mi dice che le fai guardare le offerte quando va a fare la spesa. A mia sorella cazzo.»

«Claudio… il problema è esattamente questo qua.»

«Sarebbe a dire?»

Renzo si versa un altro bicchiere di birra. Quello che rimane nella bottiglia lo scola direttamente da lì.

«Non sono solo i soldi Cla’, ma da dove li ho presi.»

Claudio non dice nulla, si tira indietro, poggia un braccio sulla spalliera della seggiola e si limita a fissarlo in silenzio. E Renzo sa che anche quello è un invito a proseguire.

«Dalla cassa della società.» va avanti Renzo d’un fiato, piano.

Claudio continua a guardarlo immobile, non una parola, passa dieci, quindici secondi in quella posizione.

«Dì qualcosa Claudio, che stai facendo?»

Anche Claudio parla a bassa voce. Ma è evidente quale delle due sia la voce dominate, e quale la dominata: «Ti sto giudicando in silenzio». Ancora una pausa, poi prosegue. «Bene. Allora è il caso che ce li rimetti, e pure in fretta.»

«Ma chi ce l’ha una cifra del genere, Claudio? Se ce l’avevo mica andavo a prenderla da lì. Mi sono rimasti al massimo…»

«Non… zitto. Non lo voglio sentire». Claudio lo ferma con la mano alzata, gli occhi chiusi. «Te lo ricordi chi sono i tuoi soci, vero?»

«Sì.»

«E se lo sai perché vieni a mettermi in mezzo a questa storia?»

«Perché è l’unica cosa buona che potessi fare. L’hai detto anche tu.»

«Questo prima di sapere che ti sei inculato i soldi dalle tasche dei Colucci. Lo capisci pure tu che sei un coglione che questo cambia tutto, vero?»

«Non sono solo soldi loro quelli. L’autonoleggio è intestato a me. Tecnicamente…»

«Renzo, ci sei o ci fai? Appena quelli s’accorgono che mancano centomila euro lo sai che fanno, tecnicamente? Prima ti strappano le braccia, poi le gambe, poi buttano tutto in un bidone pieno d’acido. E dopo, solo dopo t’ammazzano. Perché pensi che io ti possa aiutare, Renzo?»

«Perché me li hai presentati tu…»

«Quindi mi stai dicendo che ti sei fottuto dei soldi dalla cassa, li hai persi, e ora che ti stai cagando addosso la colpa sarebbe mia? Non mi fare incazzare Renzo, ci dovevi pensare prima di ordinarti la laurea per posta.»

«No, non volevo dire questo, Cla’». Renzo porta il busto in avanti, tenta di afferrare il polso di Claudio come per placarlo, ma questi lo scosta il minimo necessario a fargli mancare la presa. «Intendevo dire che tu li conosci da più tempo di me, hai un rapporto, e magari potresti…»

«Un rapporto? Ma che ti credi, che con quelli ci vado all’asilo? Che gli offro da bere, gli racconto due stronzate e se la fanno passare perché sei mio cognato? Non l’hai ancora capito con che gente hai a che fare?»

Renzo si copre la faccia con le mani, Claudio lo incalza.

«Di tutta questa storia Elena quanto ne sa?»

«Praticamente niente.»

«Come niente? Mi hai detto che c’era anche lei quando uscivate alla sera.»

«Sì, ma poi quando è venuto fuori di che cifra si parlava abbiamo capito che non ce l’avremmo mai fatta a raccogliere tutti quei soldi. L’idea mi è venuta dopo. Lei non sa niente. Volevo arrivare da lei con un bel gruzzolo, che fosse… tipo una sorpresa.»

«E invece il pacco te l’hanno tirato a te. Testa di cazzo. Se vuoi fare una sorpresa a tua moglie le compri un biglietto per il concerto di Achille Lauro, non la metti nella merda fino al collo.»

Claudio scuote la testa e si guarda attorno, come alla ricerca di una soluzione che non c’è. Poi domanda a Renzo:

«Quando hai intenzione di dirglielo?»

Serie: L'estate che viene


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. “«Mi ha lasciato una ricevuta.»”
    L’intenzione era leggere tutto d’un fiato gli episodi e commentare alla fine, ma questa merita un applauso. Bentornato Roberto!