L’Eurovision

Nenna aprì il portone di casa ed iniziò a ridere.

«Ciao Nenno!» salutò il ragazzo all’ingresso.

«Iniziamo bene!» e scoppiò a ridere anche lui.

Salirono le scale fino al primo piano e Nenna aprì la porta di casa.

«Quel pezzente di Ciccio è in ritardo…come al solito» disse facendo entrare dentro Nenno.

Il ragazzo avanzò nel salottino e gettò zaino e giubbino su una sedia.

«Fa già caldo e siamo solo a Maggio» disse seccato Nenno.

«Sì…pezzente andiamo al mare.»

Nenno roteò gli occhi.

«Sai che devo scrivere la tesi, laurearmi…cose così no?»

«Come sei noioso…dove mangiamo?»

Il ragazzo alzò le spalle come a dire “Dove ti pare”.

«Facciamo i grezzi e mangiamo direttamente sul cartone sbragati sul divano?»

Nenno strizzò l’occhio all’amica.

«The sound of cazzeggio.»

Quando arrivarono anche Ciccio e la sua ragazza Fede, i quattro ordinarono le pizze e accesero la televisione, pronti a vedere l’Eurovision Song Contest.

«Non è ancora iniziato e sento già il trash» disse Ciccio con il suo tono di voce perennemente disgustato.

«Non capisci niente» sbottò Nenna.

«…disse quella che si guarda la serie sulle Kardashian»

«Ecco! Quello è davvero trash.»

«No vi prego, non di nuovo quello schifo!» intervenne Nenno.

Ma ormai era troppo tardi, le due ragazze iniziarono a parlare del programma, per fortuna interrotte presto dal fattorino della pizza.

Nenno distribuì le pizze mentre Nenna portava alcune bibite sul tavolino del salotto.

Ciccio e Fede si sedettero sul divano, con le pizze sulle ginocchia, Nenna su una poltroncina mentre Nenno si mise sul tappeto soffice con la schiena poggiata sul bordo del divano.

«Sembriamo come in “The Big Bang Theory”» constatò Nenna.

«Nenno è palesemente Sheldon» disse Ciccio.

«No lui è Howard, un ingegnere arrapato» corresse Nenna.

«Giusto!» e si misero a ridere.

«Simpatici, che amici stronzi» disse Nenno prendendo un boccone di pizza.

«Assolutamente.»

«Sempre» risposero i due.

Sullo schermo partì la sigla dell’Eurovisione e poco dopo comparvero i tre conduttori della finale.

«Cattelan è un figo» disse Nenna, Fede approvò.

I commentatori della serata parlarono sopra ai conduttori, così non si capiva cosa stavano dicendo.

«Mettere i sottotitoli no?» sbraitò Nenna irritata.

Ciccio era palesemente disinteressato e tirò fuori lo smartphone

«Bro su Reddit ho visto il video di un drone ucraino…»

«No! C’è l’Eurovision, la guerra può attendere per una sera» urlò Nenno.

Ciccio scrollò le spalle e si rimise a mangiare la sua pizza.

Lo show continuò.

«Oh ma è un concerto di Laura Pausini?» chiese sarcasticamente Nenna.

«Meglio della maggior parte delle canzoni…» disse Fede.

Finalmente iniziò la gara, aperta dalla Repubblica Ceca.

«Questa non è male dai» disse Nenna.

La seconda canzone era per la Romania.

«No! Non la sopporto…perché la Romania dovrebbe cantare in spagnolo poi?» chiese Nenno.

«In inglese avrebbe più senso?» rimbeccò Nenna.

Dopo poche battute Nenno si alzò infastidito.

«Porto i cartoni in cucina…non posso sopportarla questa canzone da sobrio.»

Gli altri si misero a ridere e diedero i loro cartoni della pizza.

Quando Nenno tornò, la Romania non aveva ancora terminato la sua esibizione.

«Comunque vincerà l’Ucraina» annunciò apaticamente Ciccio.

«Detesto quella canzone» disse Nenna.

«Le favorite sono Regno Unito, Svezia, Spagna e Italia, ma l’Italia non vincerà di nuovo» constatò Andrea.

L’esibizione della Francia risultò insopportabile per Ciccio, mentre a Nenno piacque la Svizzera.

«Oh raga…mi sa che tifo Svizzera» annunciò il ragazzo.

«Ho ucciso per molto meno» lo fulminò Nenna.

«Dai è una bella canzone e il cantante ha una voce profonda!» difese la sua scelta Nenno.

«Più che altro è carino il tema, lo stereotipo che gli uomini non devono provare emozioni e altre cazzate del genere» disse Ciccio disinteressato.

«Ecco che esce lo psicologo» disse Nenno ridendo.

«Oh ma hai trovato il tirocinio?» chiese Nenna.

Ciccio alzò le spalle con una smorfia.

«Sì alla fine sì, non è chissà cosa ma dura solo un anno e mi prepara per l’esame di Stato.»

«Dai buono, l’importante è uscirne e finire con questa Università» disse Nenno canticchiando la canzone della Svizzera.

«E tu Fede?» chiese Nenna alla ragazza laureata da pochi giorni.

«Adesso vedo un po’ in giro» rispose.

«Ma anche fuori dall’Italia?»

«Chissà, non mi dispiacerebbe raggiungere mio fratello in Olanda.»

«Il costo della vita là è alto però» disse Nenno.

«Dipende anche dove vai però.»

«Oh tu sbrigati a laurearti, pezzente, sei rimasto l’unico» Nenna rimproverò l’amico dandogli un calcio.

«Sì, sì…alla prossima sessione, la prossima settimana vado a stalkerare il prof della tesi.»

«E poi?» chiese Ciccio.

Nenno guardò l’amico con aria impotente.

«Non so, un mio amico si è laureato due mesi fa e ora lavora in un’ azienda di consulenza a Milano, qualcosa troverò anche io.»

«Sempre sculati voi ingegneri» disse Nenna.

«No è che è una facoltà di merda che nessuno vuole fare.»

«Puoi dirlo…sono finito in psicologia dopo due anni là dentro» disse Ciccio pensando disgustato a quei due anni all’inferno.

«Tutto perché c’hanno inculcato che dovevamo andare all’Università e a fare qualcosa che ti garantisse un lavoro sicuro» disse arrabbiata Nenna.

«Quella maledetta crisi economica…già dal liceo ci ficcavano in testa questa cosa.»

Nenno capiva bene l’amica. Aveva scelto ingegneria ragionando più sulle offerte di lavoro che non sulle sue passioni.

«In studio come va?» chiese a Nenna.

«Abbiamo grossi lavori ora, sulle energie rinnovabili, ma io sto ancora a quattrocento euro al mese, a settembre dovrei passare a seicento.»

«Davvero confortante, ti ripaga di anni passati a studiare» disse sarcastico Ciccio.

«Poi si chiedono perché preferiamo andare all’estero» proseguì col solito tono disgustato.

«Oh c’è l’Italia! Zitti.»

Lo show proseguì. L’Italia aveva soddisfatto tutti e quattro. La cantante della Spagna era stata ribattezzata Jennifer Lopez 2.0. L’Olanda aveva fatto riaffiorare i ricordi dello scambio culturale che la classe di Nenna e Nenno aveva fatto quando entrambi erano al liceo, poi venne il turno dell’Ucraina.

«Quel flauto glielo ficcherei da un’altra parte…» disse Nenna che non sopportava quella canzone.

«Vinceranno loro» disse calmo Ciccio.

La canzone finì e il rapper con il cappello rosa fece un appello per la pace in Ucraina e Mariupol.

«Che king» commentò Ciccio.

La gara continuò con la sensuale Lituania con un gusto retrò che sapeva di Francia anni ’60. Svezia e Regno Unito ai quattro ragazzi ricordarono le colonne sonore delle commedie romantiche a cavallo tra anni ’90 e 2000.

Lo show di Mika e dei Maneskin mise tutti d’accordo: loro erano stati i migliori della serata.

Arrivò il momento del giro delle capitali che annunciavano i voti della giuria.

«Ve l’avevo detto! I voti della giuria sono solo politici. Come minimo dopo la figuraccia dell’anno scorso gli inglesi hanno minacciato un’altra Brexit» disse Nenno guardando il risultato parziale che premiava il Regno Unito.

Arrivarono i voti del pubblico, e con esse le sorprese.

«Sì Sì!» urlò Nenna alzandosi in piedi e festeggiando quando la Serbia balzò in testa.

«Oh ve lo dico, se vince lei l’anno prossimo tutti a Belgrado.»

L’Italia prese meno punti di quanto ci si aspettasse dal televoto, ma recuperò due posizioni almeno.

«Dai era scontato che non si vinceva quest’anno» si consolarono.

Arrivò il momento dell’Ucraina. Laura Pausini, dopo parecchi secondi di attesa, annunciò oltre quattrocento voti per l’Ucraina. Un record. Balzò immediatamente in testa, con un distacco insormontabile da recuperare per Svezia e Regno Unito. L’Ucraina vinse.

Mentre la band ucraina festeggiava, i quattro ragazzi restarono in silenzio, persi nei loro pensieri.

«Dai ci stava» disse Ciccio.

«La canzone è oscena» rispose contrariata Nenna.

«Però ha un bel testo, è diventata praticamente il secondo inno dell’Ucraina: da un omaggio alla madre si è passati alla madrepatria» disse coinvolto Ciccio.

Gli altri non replicarono.

«Ve la immaginate la faccia di Putin?» disse contento Ciccio.

«Pensi gli importi?» chiese sarcastico Nenno.

«Forse, ma io sono felice che tutta Europa abbia votato una canzone del cazzo solo per ripicca. È politica, l’hai detto pure tu.»

Nenno annuì pensieroso.

«Che fregatura diventare adulti…» sentenziò mentre gli ucraini salivano sul palco per l’esibizione del vincitore.

«Che fregatura diventare adulti ora» lo corresse Nenna.

«Crisi economica, pandemia, guerra…manca la carestia.» disse Ciccio. «Ah no, avremo anche questa senza il grano russo, ucraino e indiano. Che gioia!» continuò ironico.

Una serata allegra e spensierata dopo due anni di pandemia si appesantì all’improvviso. I volti si fecero seri, preoccupati, disillusi.

«Immaginate gli ucraini sotto le bombe ora…» disse Nenno.

«Immagina se capitasse a noi» continuò Ciccio.

Nenno si alzò in piedi.

«La verità?» disse Nenno guardando il gruppo di amici ucraini che cantava. Presto sarebbero tornati ai loro doveri in Ucraina, chi al fronte, chi a dare una mano nelle retrovie.

«Chissene frega di quello psicopatico di Putin, noi abbiamo qualcosa che lui non può capire» e guardò Nenna. «L’amicizia» e passò da Ciccio e Fede, «l’amore» e infine guardò lo schermo.

«Noi abbiamo la solidarietà, tutto un continente oggi lo ha dimostrato.»

Gli altri ragazzi guardarono il loro amico un po’ commossi.

«L’Ucraina vincerà, e noi con loro. Grazie a loro.»

Gli altri tre si alzarono e si abbracciarono. Era una cosa strana, non erano inclini a questo genere di effusioni già prima della pandemia. Quell’abbraccio però significava una cosa che non si dicevano mai, talmente era ovvia per loro: non importava cosa sarebbe potuto succedere, loro sarebbero sempre stati amici, sempre uniti. Erano cresciuti insieme, erano diventati adulti insieme. Avrebbero affrontato anche il futuro incerto insieme. 

E lo avrebbero superato.

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Discussioni

  1. Tanta roba, come si dice. Diventare adulti in fondo è stato difficile ad ogni epoca, te lo dice una che ha cinquant’anni passati e da cinque ha fatto un colpo di testa tremendo mettendosi a fare quello che le piaceva davvero (scrivere). Confesso di non aver visto l’Eurovision e di essermene pentita amaramente mentre leggevo il tuo racconto. Attualmente l’Università è un percorso obbligatorio e lo è altrettanto volare verso altri lidi: se sono consapevole da madre di una giovane donna che ha iniziato ora il primo anno.
    Sai cosa mi piace da morire nei tuoi racconti? A differenza di altri, traspare tutta la bellezza della gioventù, il desiderio e la speranza del futuro. Forti principi, una visione sana. L’ottimismo non deve essere ottusità, bensì far guardare sempre quel bicchiere mezzo pieno.

  2. “«Forse, ma io sono felice che tutta Europa abbia votato una canzone del cazzo solo per ripicca. È politica, l’hai detto pure tu.»”
    Questo passaggio mi è piaciuto

  3. “loro sarebbero sempre stati amici, sempre uniti. Erano cresciuti insieme, erano diventati adulti insieme. Avrebbero affrontato anche il futuro incerto insieme. “
    Ci porisi Nenno ❤️ non so cosa farei senza il nostro gruppo di scoppiati

  4. Mi hai fatto rivivere la serata in un Eurovisionsongcontesto casalingo: Mika facile scrivere un racconto in così poco tempo. Applausi meritati anche a te oltre ai vincitori morali di questa edizione.

  5. ” Noi abbiamo la solidarieta´, tutto un continente oggi lo ha dimostrato.” Una frase simile e´ cio´ che frullava nella mia testa tutto il giorno, dopo aver seguito, a sprazzi, l’ Eurovision S. C.. Ho bevuto il tuo racconto, parola, per parola, come una birra fresca in piena estate, con i dialoghi molto diretti che hanno un gusto buono e autentico, anche se mettono in evidenza i soliti vecchi problemi, a cui si aggiungono quelli nuovi, ancor piu´ gravi. Tutto vero. Una sola nota dolente: mi hai rubato l’idea di fondo, in riferimento all’ evento musicale. Meglio cosi´, per motivi soprattutto anagrafici, sul tema in questione, non avrei saputo fare bene quanto te. Bravooo!!!👍

    1. Grazie! Speravo lo leggessi e sono felice ti sia piaciuto. Se riesci a scriverlo mi piacerebbe molto leggere la tua versione dell’Eurovision, non esiste “rubare” qualcosa che è di tutti 😂