
L’INCONTRO
Serie: OMICIDIO A MERIDA
- Episodio 1: L’ARRIVO
- Episodio 2: L’INCONTRO
- Episodio 3: SABOR
- Episodio 4: L’AMORE E IL POTERE
- Episodio 5: LA CONFESSIONE E L’ADDIO
- Episodio 6: L’OMICIDIO
STAGIONE 1
Sabato 7
โMi sono perdutoโฆโ
Mi guardรฒ sorridendo. Aveva profondi occhi neri e una grande bocca carnosa, con poco rossetto.
โร la veritร ?โ mi chiese , rallentando un poco il passo.
โCertoโ le dissi โnon sono pratico di questa cittร , tutte queste strade con i numeri, non ci capisco niente. Sono qui da ieri: se mi potessi aiutareโฆโ
Mi guardรฒ ancora, smorzando il sorriso e continuando a camminare.
โMi sembra che volevi seguirmi.โ
โSto cercando lโhotel dove alloggio, ti ho detto che mi sono perduto.โ
โTu non sei messicano, perรฒ parli spagnolo. Sei un turista, giusto?โ
โSono italiano, e mi piace questa linguaโ le dissi facendo un piccolo inchino.
Nel frattempo eravamo arrivati davanti ad una vecchia automobile, cosรฌ malridotta che probabilmente stava aspettando il carro attrezzi.
โVa beneโ mi disse allora โsali.โ
Mi guardai un attimo in giro, cercai di aprire la portiera, ma non ce la facevo: sembrava bloccata.
โDevi dare un colpo alla maniglia, un colpo forte.โ
Dentro cโera un poco di tutto, ma mancava lo schienale del passeggero. La ragazza lo prese da dietro, in qualche modo lo incastrรฒ alla seduta, poi mi fece cenno di salire. Incredibilmente il motore si accese, la macchina cominciรฒ a muoversi per la via.
โQual รจ il nome dellโhotel?โ mi chiese.
โLos Duendesโ le risposi, guardando il traffico un poโ preoccupato.
โMa stai scherzando? Io lavoro in quellโhotel!โ
โCi sono solo da ieri, ti ho detto, perรฒ non ti ho mai vista.โ
โLโhotel che dici รจ a cinque minuti da quiโ disse girandosi verso di me โsei proprio sicuro di esserti perduto?โ
La guardai. Eravamo fermi ad un incrocio. Il motore borbottava, forse qualche pistone stava per mettersi a riposo.
โSentiโ le proposi โperchรฉ non andiamo a bere qualcosa di fresco, e poi mi accompagni allโhotel?โ
โPosso fidarmi di te?โ mi chiese, stavolta sorridendo โnon so nemmeno chi seiโฆโ
โCredo di sรฌ. Sono quello che vedi.โ
Il motore si fermรฒ, un camion ci superรฒ a sinistra di pochi centimetri, senza nemmeno suonare il clacson.
โMi chiamo Ernestoโ dissi tendendole la mano โsono a Merida per lavoro, resterรฒ qui una decina di giorni.โ
โIo mi chiamo Sofia.โ
โMa il tuo รจ un nome italianoโ le dissi ridendo โcome mai?โ
โNon lo so. Sofia รจ un nome messicano; ti stai burlando di me.โ
โMa come, una famosa attrice italiana si chiama come te, non la conosci?โ
โNon lโho mai sentita, scusami.โ
Un altro camion sfiorรฒ la macchina, ancora ferma, sul lato destro. Lโautista fece un segno di saluto dal finestrino, senza girare la testa.
โVuoi che andiamo a piedi?โ provai a dire.
โNon ti fidi della mia macchina?โ
โStavo scherzando.โ
Il motore ripartรฌ, dopo molti tentativi, sputando una nuvola di fumo grigio.
Mi portรฒ in un locale illuminato da deboli luci azzurre. Cโerano soltanto minuscoli tavolini rotondi e, sopra ad un basso palco, quasi al buio, due ragazzi suonavano la chitarra. Uno dei due stava anche cantando, una ballata americana tradotta in spagnolo. Un cameriere grande e grosso si avvicinรฒ e salutรฒ con un bacio Sofia, a me strinse la mano.
โร il fratello di una mia amica; quando non lavora qui รจ in palestra, a fare sollevamento pesi e ginnastica. Ora ti ha visto e si ricorderร di te, se per caso dovesse succedermi qualcosa, questa seraโฆโ
Non capivo se stava scherzando, o veramente voleva mettermi in guardia.
โSappi che non ho nessuna intenzione di cercare guaiโ cominciai a dire โsembra molto forte, il tuo amico!โ
Scoppiรฒ a ridere. Aveva un bellissimo sorriso. Cominciai a ridere anchโio, ma non mi sentivo proprio a mio agio; mi sembrava di essere osservato, malgrado la luce fosse cosรฌ debole. Una grande ventola girava pigramente sul soffitto basso, smuovendo un poco lโaria calda e densa di fumo.
La musica lentamente terminรฒ, si sentiva il leggero mormorio delle coppie. Uno dei due chitarristi venne verso il nostro tavolo e salutรฒ Sofia con un leggero abbraccio. Lei gli disse qualcosa allโorecchio, sorridendo.
Fingevo un poco di indifferenza, ma cominciavo a spazientirmi, mi sentivo estraneo.
Iniziรฒ qualche accordo di chitarra.
โConosci questa canzone?โ mi chiese Sofia.
โMi sembra di sรฌ. Lโhai chiesta tu?โ
Fece cenno di sรฌ con la testa.
Stavano cantando con aria molto ispirata, i due ragazzi: โBesame, besame muchoโ dicevano le parole, sopra ad una malinconica melodia โcomo si fuera esta noche la ultima vez. Besame, besame muchoโฆโ
Sofia mi guardรฒ e mi chiese: โTi piace?โ
โUn poco triste, direi. Almeno per due che si sono appena conosciuti; non ti sembra?โ
โOgni cosa che inizia deve finire, Ernesto. E in mezzo cโรจ la disperazione del presente che se ne fugge. La prima volta, poi la conoscenza, poi lโultima volta. E tutti abbiamo paura della fine.โ
La canzone, intanto, andava avanti, ripetendo strofe e accordi, con dolce tristezza. Quando terminรฒ si sentรฌ nel locale qualche timido applauso.
Sofia fece un cenno di ringraziamento verso il palco.
โร un classicoโ mi disse โuna vecchia e malinconica canzone messicana; la eseguono per i turistiโฆโ
โร molto bella, Sofia, molto struggente. Forse tu lโhai sentita troppe volte.โ
Mi guardรฒ, senza sorridere: โForse hai ragione. Adesso ti accompagno allโhotel, se vuoi. Devo tornare a casa.โ
โ
Domenica 8
Gli accordi per il lavoro erano andati a buon fine. Rientrai in hotel alle sette di sera. Non avevo piรน sentito Sofia, dal giorno precedente. Cโera un messaggio alla reception, assieme alla mia chiave: โtelefonami alle nove, se puoi a questo numero โฆ. S.โ
Sofia. Poteva essere soltanto suo. Vorrร dirmi di non cercarla piรน, pensai. Forse la nostra amicizia era giร terminata. Magari sarร sposata e con figli, e lโaltra sera avrร voluto solo divertirsi un poco. Mi dirร : adios y buena suerte.
Entrai nella mia stanza al sesto piano. Spostai le tende per far entrare un poโ di luce, ma il tramonto stava giร finendo, il cielo bruciava lontano senza fiamme; due enormi nuvole grigie strisciavano lโorizzonte. In fondo alla strada il solito traffico di vecchi pullman senza marmitta; il solito viavai di venditori ambulanti senza clienti.
Riempii la vasca di acqua tiepida. Mi venne da pensare a quanti segreti potevano nascondersi per le vie e nelle case di ogni cittร .
Qualche minuto prima delle nove chiamai. Sofia rispose subito al telefono, aveva la voce allegra, mi chiese cosa stessi facendo.
โPensavo di andare a letto prestoโ risposi togliendomi lโaccappatoio โsono abbastanza stanco, staseraโฆโ
โVa bene. Se domani sera sei meno stanco ci possiamo vedere. Che ne dici?โ
โDico di sรฌ. A domani, allora.โ
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