L’oscurità prima della luce

Serie: L’archivio


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Mira e il direttore sono alla resa dei conti

Il clic risuonò come un colpo di pistola nel silenzio surreale della stanza. Per un istante, nulla accadde. Il tempo sembrava sospeso, come se l’intero Archivio trattenesse il respiro.

Poi, un sussurro.

«Non così in fretta.»

Il Direttore si mosse con una velocità innaturale, bloccando il braccio di Mira prima che il comando finale fosse inviato. Le loro mani si scontrarono sul pannello di controllo, dita che lottavano per il dominio di un solo pulsante.

«Non capisci cosa stai facendo!» sibilò il Direttore. «Senza l’Archivio, tutto si sgretolerà. Ogni ricordo, ogni verità. Saremo solo gusci vuoti.»

Mira strinse i denti. «Meglio vuoti che schiavi.»

Le loro menti si scontrarono in un silenzioso duello. Mira sentiva i pensieri del Direttore infiltrarsi nel suo cervello, cercando di manipolare i suoi dubbi, le sue paure.

Non sopravvivrai senza di me.

Ma Mira sapeva che quella voce era solo un riflesso della sua insicurezza, amplificato dall’entità che si faceva chiamare Direttore.

Un impulso improvviso. Mira piegò il braccio, trascinando il Direttore verso di sé, poi lo spinse contro la console. Lui barcollò. Un attimo. Era tutto ciò di cui aveva bisogno.

Premette il pulsante.

L’Archivio tremò.

Le luci rosse divennero bianche, accecanti. Un suono basso, profondo, come un ruggito meccanico, riempì la stanza. Mira sentì una scarica attraversarle il corpo. Era come se ogni nervo, ogni neurone, fosse scosso dall’interno.

Il Direttore gridò. Non di rabbia, ma di terrore.

«No! Hai firmato la tua condanna!» si contorse, cercando di fermare l’inevitabile.

Mira crollò in ginocchio. Vedeva il Nucleo Mnemonico pulsare sempre più velocemente. Le immagini di migliaia di vite lampeggiavano sullo schermo, un mosaico frammentato di esistenze: amori perduti, guerre dimenticate, infanzie cancellate.

Tutto stava svanendo.

Anche lei.

Sentiva la sua mente spezzarsi, come una fune tirata troppo a lungo. Ogni ricordo che aveva appena recuperato si sbriciolava. Il bambino che le stringeva la mano. La stanza buia. Il suo io ribelle. Perfino il volto del Direttore.

Tutto si dissolveva.

«Non… non voglio… dimenticare… di nuovo…» sussurrò, le lacrime scorrevano sulle sue guance.

Il Direttore la guardò, un lampo di compassione negli occhi. «Non dimenticherai. Non questa volta.»

Si avvicinò a lei, posando una mano sulla sua testa. Mira sentì un calore avvolgerla. Il Direttore stava facendo qualcosa, ma non capiva cosa.

«Che… cosa…?» balbettò.

«Sto… trasferendo me stesso… in te» disse il Direttore con un sorriso stanco. «Non posso vivere senza l’Archivio. Ma tu… tu sei più forte di quanto io sia mai stato.»

Mira sentì la sua mente espandersi. Tutto ciò che il Direttore era, tutto ciò che sapeva, si riversò in lei. Una conoscenza immensa, ma anche un peso insostenibile.

Il Direttore svanì.

E l’Archivio… morì.

Serie: L’archivio


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. Quindi, alla fine, c’è riuscita! Bella l’immagine della memoria che si sgretola. E quel “cilindro “, il nucleo mnemonico, mi ha fatto venire in mente un altro cilindro che ho visto nel video dei Rammstein, Zeit (in quel caso si trattava di un passaggio per chi moriva, o qualcosa del genere). Bellissimo, complimenti.