
L’uomo del faro
Il mare sembra confondersi con la notte: ogni onda sale verso il cielo nero come pece, o forse รจ il cielo stesso a sciogliersi nelle acque profonde. La sacralitร del canto ridondante batte il suo ritmo su tamburi di roccia che si ergono nel mezzo del nulla.
Levigate dalle intemperie, modellate dallo scrosciare dellโacqua, le alte rocce presentano i segni del tempo, vantando una memorabile presenza. Dove la roccia finisce comincia il ferro e il cemento: una scala si snoda lungo una parete, anchโessa usurata e incerta, che conduce alla sommitร di un faro. Lโunica fonte di luce proviene proprio dal suo segnale luminoso: allora, per tutta la durata dellโeclisse, il mare si tinge di rosso, come ferito da unโimprovvisa lama nella notte. Un grande occhio, un misterioso mostro marino o un titano salvifico appare dalle coste distanti, quando la luce rossa abbaglia e fende lโoscuritร del mare, lasciando che si immaginino mille storie a riguardo.
Nellโintermittenza del segnale unโombra in movimento scivola lenta nel punto piรน alto del vecchio faro; scivola come acqua tra le mani, da un angolo allโaltro della piccola stanza. Indaffarata a mantenere inalterata la sequenza, ancora non si concede una sosta.
La luna non si vede e contribuisce a creare unโatmosfera ancor piรน tetra. Di nuovo il segnale. Ecco la sagoma dellโuomo: due braccia oscillano adoperandosi per il consueto lavoro chissร da quanto tempo โo รจ solo lโinizio?- sโaffrettano come tentacoli sopraggiunti dallโabisso ad azionare oscuri meccanismi.
Cosa cingono di notte quelle braccia rosse? Lโaria, il vento? Astratti elementi in contrasto col naturale bisogno umano di accogliere il tangibile. Stringono forse unโentitร arcana, modellabile come le onde fra le rocce? Cosa pensa quella mente solitaria? Cosa prova? Cosa si รจ lasciato alle spalle quellโuomo?
Ha abbandonato una casa a mille miglia da qui per recuperare un sogno. Vuole vivere di nulla e di tutto. Il mare lo riempie, lo rigenera e lo confonde, trascinandolo via dalla consuetudine umana. La ricchezza non conta, la notorietร non conta e nemmeno quel che pensano gli altri: uno spirito religioso, fedele a se stesso, che sceglie lโessenza piรน audace eppure cosรฌ naturale per sรฉ. Il mare. Distesa di infinita vastitร , emblema dellโeterno movimento e sinonimo di viaggio.
ร il viaggio onirico e surreale della mente lungo sponde di spuma, mentre sโadempie al necessario dovere di accendere di rosso le increspature di pelle dellโaria circostante. ร il viaggio reale e concreto che si consuma al bruciare di una candela artificiale nella notte.
Non ha una donna e se ne ha avuta una, ne ha perduta ogni traccia, proprio come svaniscono le impronte sulla sabbia allโarrivo dellโonda. Non serve pensarci.
Mutato nello spirito, mutato nellโaspetto, scruta adesso lโorizzonte buio; non vede nulla, eppure vede tutto: la sua vita intera.
Respira appieno la fresca brezza di fine estate e attende di nuovo lโoscuritร . Non resta completamente al buio questa volta, poichรฉ la luna fa un cenno di capo mettendosi a sedere su una nuvola: adesso ricorda. Ricorda di aver lasciato sua madre al di lร di quelle onde; la stessa che ancora oggi gli sussurra allโorecchio le parole di una vita: vivi figlio! Vivi il sogno, non svegliarti, vivilo e basta!
Lo vive. Vuole ammirare la notte e il mare, lโorizzonte e lโinfinito, e amarli. Vuole sentirsi parte di quellโimmensitร , sentire le membra confondersi con lโessenza piรน selvaggia e ribelle delle onde. Lโanima si gonfia come una vela e solca i mari di quel pezzetto di mondo o del mondo intero. Sta vivendo. Il sogno.
Lโalba scivola lentamente tra le pieghe dellโaurora e gli ultimi retaggi dโoscuritร , e si ritrova a spiare una scena singolare: il faro si spegne e resta immobile come nellโimmagine di una cartolina, vigila pallido sul nuovo giorno; il chiarore del mattino illumina lโintera struttura, ma non cโรจ piรน traccia dellโuomo sulla sommitร : solo una tenda strappata, lacerata dallโincuria e delle intemperie che irrompono dalla finestra senza infissi, ondeggia assieme al suo vecchio bastone da un angolo allโaltro della piccola stanza.
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Bel racconto, dove prosa e poesia finiscono per fondersi e confondersi. Una storia di solitudine, narrata con garbo. Brava!
Grazie, davvero! ๐
Un racconto pieno di poesia che trascina dentro l’ambientazione che descrivi cosรฌ bene, brava!
Grazie, gentilissima! ๐
“…vuole vivere di nulla e di tutto…” personalmente ho trovato in questa frase il cuore del racconto malinconico del guardiano del faro, che cerca il centro della sua essenza, la sua veritร piรน profonda nell’elemento immenso, eternamente mobile del mare. Un po’ Odisseo che “gonfia l’anima come una vela” ad ogni partenza, un po’ Siddharta che “vuole sentirsi parte” dello scorrere del fiume, ogni uomo sente nel fluire delle cose e nelle immensitร eterne della natura un fortissimo richiamo all’essenza di sรจ. Molto bello.
Grazie grazie! Bellissimo commento!
Una prosa Profonda e coinvolgente. Una scrittrice figlia della letteratura classica. Il Lessico e la forma non tradiscono.
Grazie, troppo gentile!
Questo brano รจ poesia!
Bravissima
Grazie di cuore, e soprattutto per averlo letto!