Maledetta arma bianca

Il bengala solcò il cielo e la boscaglia, da che era il regno del buio, diventò tutta di luci e ombre.

Jared vide di fronte a sé i nordvietnamiti.

Bassi, mingherlini, con i caschi dalle stelle rosse… non aveva mai capito se i loro fucili fossero russi o delle scopiazzature cinesi.

Non se ne curò.

«All’attacco!».

All’urlo di Jared, tutti gli altri marine si unirono a lui e allora corsero incontro ai nordvietnamiti.

Prima di tutto Jared ne trafisse uno con la baionetta, poi spostò il fucile strappandogli carne e sangue e ne affrontò un altro.

Tutti i marine si diedero all’arma bianca. Colpi di baionetta, colpi di calcio, gli M16A1 erano diventati estensioni delle loro braccia e servirono a spezzare ossa e a squarciare la carne.

Mentre la luce del bengala andava ad affievolirsi, le ombre si allungarono ancora di più ma quello non era il Regno delle ombre: era la giungla di la Drang e i marine volevano sudare, versare sangue per sconfiggere il comunismo…

Un nordvietnamita cercò di pugnalare Jared, ma lui lo ricacciò indietro spalmandogli il calcio sull’addome. Forse gli spezzò qualcosa, ma volle ignorare le urla di dolore del soldato nemico – restava il nemico – e si mise a colpirlo con dei colpi di calcio al torace e poi al viso finché quel nemico non diventò un pezzo di carne pesta.

Jared non faceva il macellaio, in patria: era solo un impiegato delle poste.

A quel punto, parve che i nordvietnamiti si fossero stancati e non volessero più lanciare un’altra ondata, ma successe che da terra partirono delle sventagliate di colpi più simili a perle di luce e un UH1 iniziò a precipitare.

Con un fracasso che neanche il crepuscolo degli dei, l’UH1 piombò fra gli alberi spezzandoli in una tempesta di schegge e i rotori maciullarono gli uomini.

«Sergente, sergente…» lo chiamarono i suoi uomini.

Jared si accorse che, ora, più che di verde era ricoperto di rosso.

Per quel momento era stato versato troppo sangue? Ma neanche per sogno! Jared si preparò a un nuovo combattimento alla maledetta arma bianca.

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Discussioni

  1. Questo racconto mi ha fatto considerare che tutti noi conserviamo in un angolo la nostra eredità ancestrale, la spinta alla sopravvivenza che cancella con un colpo di spugna la nostra supposta “umanità”. Chissà, chi siamo davvero…

  2. “Jared non faceva il macellaio, in patria: era solo un impiegato delle poste.”
    è dura pensare che tutti noi portiamo nascosta in un angolo la capacità di diventare dei “mostri”

    1. Grazie Alessandro! L’idea del racconto mi è venuta perché al cinema vidi “We were soldiers” con Mel Gibson e da lì, ricordandolo, ho voluto scrivere questo breve testo!

  3. Ciao Kenji, un altro bel racconto breve e molto movimentato! Mi sono piaciuti quei momenti in cui a Jared viene il dubbio di quanto sta facendo, e il confronto tra quello che deve/vuole essere in battaglia rispetto a quello che sarebbe nella vita di tutti i giorni a casa.