Marie

Serie: IL TRENO DELLE ANIME


Gorka porta Leon nel lazzaretto di un convento per farlo curare. Per la prima volta nella sua vita prova rimorso: è colpa sua se Leon è stato ferito mortalmente, ed è sempre lui che lo ha consegnato all'Inquisizione.

«Volevo salutarti… parto.»

«Sono… contento.»

«Perché vado via?» chiese Gorka, ridendo.

«No… perché non sei morto quel giorno.»

«Tu cerca di restituirmi il favore.»

«Non credo che ce la farò.»

Gorka si sedette accanto a Leon. Lo guardava, cercò di stringere una domanda tra le labbra, ma non ci riuscì.

«Ma perché quel giorno hai rischiato per quella gente?»

«Perché erano persone che non avevano fatto niente di male e… tra di loro c’era una ragazza che…»

«Ti piaceva?»

«No, non è stato solo per quello… quando l’ho guardata per la prima volta, ho avuto la sensazione di aver trovato qualcosa che stavo cercando senza rendermene conto… mi sembrava di vedere il mio viso riflesso nel suo all’infinito… come due specchi che si guardano. Mi riconoscevo in lei. Ci eravamo scelti per restare insieme per sempre.»

«Ci sono persone che restano insieme per tutta la vita… non è tanto strano.»

«No, per sempre significa: per l’eternità.»  

«E lei adesso dov’è? Sarà preoccupata, ti starà cercando?»  

«È morta… quel giorno che mi hanno arrestato eravamo insieme… ma lei non è stata graziata… l’hanno uccisa.»  

Leon guardò dritto negli occhi di Gorka; lui abbassò la testa e guardò altrove.  

«Mi… dispiace… non immaginavo…»  

«Lo so… so tutto, Gorka…»  

«Forse è meglio se parto domani… il cielo oggi promette neve.»  

«Sì… ma poi dimentica e vai per la tua strada.»  

«Grazie… grazie» disse Gorka annuendo. Poi si alzò, uscì e aspettò l’abate per sapere delle reali condizioni del suo amico.  

«Padre, come sta Leon? Ce la farà?»  

«Non credo.»  

«Io ce l’ho fatta quando mi portarono qui… anche Leon mi aveva ferito con la spada e perdevo molto sangue… perché lui no?»  

«Le sue ferite sono più profonde… e non solo quelle fisiche… ci vorrebbe solo un miracolo.»  

Gorka rimase in silenzio per qualche minuto. Sentiva il bisogno di stare solo e di non pensare.

«Io vado a prendere un po’ d’aria… torno stasera.»

Salì in sella al suo cavallo e si diresse verso il villaggio.

L’alba tingeva di rosa la neve, ma quella luce vellutata era una cornice che stonava con il suo umore. Cavalcava pensando all’amore che legava Leon e quella ragazza: “Chissà cosa si prova a essere amati veramente? A me nessuna donna ha mai detto, non dico ‘ti amo’, ma nemmeno ‘ti voglio bene’… Solo avventure e amore a pagamento… forse c’è qualcosa che non va in me… oppure, poiché sono un mercenario, anche l’amore che merito deve essere mercenario… La mia vita è tutto un comprare e vendere… ma sì… chi se ne frega…”

Aveva sete; la sua borraccia era ormai vuota e il villaggio era ancora lontano. Gli venne in mente che poteva fermarsi da Marie e chiedere dell’acqua… anche se sperava che gli offrisse del vino.

Nell’orto secco della casa di Marie c’erano ancora delle rape e lei le stava raccogliendo.

«Buongiorno, Madonna Marie» disse con un ampio sorriso.

«Che vuoi? Adesso ho da fare… devi aspettare per quello.»

«Non sono venuto per quello. Ho sete… puoi darmi dell’acqua?… o del vino?… pago.»

«Questa è una casa, non è una taverna. Non ho vino e il pozzo è gelato… bisogna sciogliere la neve… tieni, riempi questo secchio.»

Marie rientrò in casa con il cesto di rape. Poco dopo arrivò Gorka con il secchio pieno di neve.

«Bravo. Mettilo accanto al camino e andiamo di là.»

«Ti ho detto che non sono venuto per quello.»

«Che succede?… non ti piaccio più?»

«Certo che mi piaci… ma mi tratti come un cane rognoso… mi dai un osso e scappi via… non mi sembra di essere stato cattivo con te.»

«Questo è vero… anche perché a quest’ora non saresti tutto intero… però, come tutti, dentro di te, mi disprezzi.»

«Forse un tempo sì… ma adesso penso che siamo uguali… solo che io vendo il mio corpo per distruggere… mentre tu per dare piacere.»

Marie adesso aveva una luce diversa negli occhi. Si avvicinò a Gorka e lo prese per mano.  

«Dai, andiamo di là.»

«Ho detto di no, Marie, e poi non posso pagare.»

«Non importa… ti desidero.»

«Non prendermi in giro… che c’è? Ti faccio pena?»  

Marie diventò serissima.  

«Vedi che avevo ragione? Tu pensi che io non provi sentimenti… invece è da tempo che ti voglio bene… ed è per questo che ti tratto male… perché fa soffrire essere presi come una cosa senza anima da chi ami; allora diventi davvero un oggetto… ma di quelli freddi e taglienti… con gli altri uomini so fingere… con te no.»

Gorka fissava la neve nel secchio che si stava sciogliendo. Aveva il volto triste. Alzò lo sguardo.

«Se veramente mi vuoi bene… baciami… ma con un bacio vero…»  

Gorka e Marie si amarono, poi mangiarono insieme una zuppa fatta con quelle poche rape e brindarono con la neve sciolta.  

Nel pomeriggio si salutarono con la promessa di rivedersi presto.

Adesso lui sapeva cosa si prova ad amare e a essere amati. Provò a immaginare come si fosse sentito Leon quando quella ragazza era morta. Avvertì un brivido, ma volle credere che fosse il freddo e, prima di ritornare al convento, si diresse verso il borgo per comprare del vino con la speranza di riscaldarsi; ma forse il freddo era solo una scusa per bere.

Entrò in una taverna. Era un locale illuminato solo dalla poca luce che filtrava da una finestra posta in alto, sporco e con un intenso odore di aceto, ma Gorka sentiva quel posto come cucito addosso a lui.

Ordinò del vino. Girava tra i tavoli e si fermò a guardare due uomini che giocavano a scacchi: il suo gioco preferito. Uno dei giocatori era in difficoltà e Gorka, che era già ubriaco, senza neanche chiedere il permesso, prese uno dei pezzi del giocatore che stava perdendo e diede scacco matto al re dell’altro scacchista.

«Dovrei arrabbiarmi… però sei molto bravo… siediti e gioca tu adesso» disse l’uomo che aveva perso. Poi fece portare altro vino e incominciò una partita con Gorka.

Giocarono per quasi tutto il pomeriggio. Gorka era imbattibile e molti vollero sfidarlo. Alla fine, vinse molte livre: troppe, forse. Uno di quelli che lo avevano sfidato fece un cenno al padrone della taverna; questi si avvicinò a Gorka e lo invitò a seguirlo. Aprì una tenda.

Seduta a un tavolo, c’era una vecchia donna; tra le mani aveva una clessidra.

Serie: IL TRENO DELLE ANIME


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Mi è piaciuta la svolta nella vita di Gorka. La prima parte mi ha fatta riflettere sull’amore delle anime destinate a incontrarsi, quel detto secondo il quale non si perderanno mai, vita dopo vita si ritroveranno…e vedere Gorka provare l’amore mi ha messo una bellissima sensazione. La donna che spunta alla fine, invece, mi sa di cattivo presagio, magari sbaglio. Chissà….