Mi vuoi sposare?

Alfredo è un ragazzo mite, venticinque anni vissuti in area protetta, prima con i genitori poi in comunità Acli, piccoli lavoretti per non farlo sentire inutile, fuori posto.

Per lui uscire la sera è un evento, di quelli che rendono felici a prescindere.

Ad alcune persone sensibili fa l’effetto di un prurito fastidioso, non lo sopportano, si arrabbiano perché lo vorrebbero diverso, reattivo, normale e lo scansano per non sentirsi in colpa, incapaci di aiutarlo, di interagire con lui.

Altri lo prendono in giro, incapaci di empatia, forse è meglio il fastidio della cattiveria. Altri lo ignorano, sono i peggiori e alcuni ne hanno paura… minorati veri.

Alfredo ad ogni ragazza che incontra chiede cortesemente il nome e poi fa la proposta di matrimonio: “io sono Alfredo, mi vuoi sposare?”. Il suo candore è disarmante, alcune ragazze si imbarazzano, altre sorridono, ma le più avventate lo incoraggiano e questo ad Alfredo provoca scariche emotive, dolorose e ingestibili.

“Scusami, non volevo”, si guardano intorno in cerca di aiuto “scusatemi non avevo capito”, a questo punto di solito interviene Roberta, una ragazza tra le poche che riesce a rapportarsi con Alfredo, a tranquillizzarlo.

Li guardo allontanarsi dalla piazza questi reietti. Le luci alla moda, le ore piccole non sono il loro mondo, non appartengono a questa specie, quando si presentano a qualcuno dicono “ciao, sono cronico, depresso cronico” e hanno lo sguardo sfigato di chi non si adatta ai tempi, ai ritmi frenetici di veglia e sonno.

Questo sparuto gruppetto di umani sta per svanire dietro l’angolo della mia città e mi scopro a urlare “Roberta, Roberta aspettami… “. Li raggiungo senza dare peso ai richiami delle fighette d’altura, ai sogni di un’amore estivo, agli amici per una sera.

Guardo gli occhi marroni di Roberta e la prendo per mano “vengo anch’io in ludoteca, mi piace vedere Alfredo innamorarsi di tutto quello che incontra”.

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ho conosciuto bene molti “Alfredo”; sono convinta che creature come loro, con la loro bellezza interiore, rendano il mondo un luogo migliore. La loro grande sensibilita´, pero´ li rende fragili.

  2. “mi piace vedere Alfredo innamorarsi di tutto quello che incontra”
    Questo passaggio mi è piaciuto …. davvero tanto

  3. Un racconto davvero delicato, con un’analisi precisa delle diverse reazioni delle persone di fronte a tutti gli “Alfredo”. Mi ha molto colpito la frase “alcuni ne hanno paura…minorati veri”.

  4. Storia che denota molta sensibilità. Siamo una società variegata e aperta, fatta di moltitudini e micro comunità, che però spesso faticano a entrare in contatto. Da dove vengono queste barriere?

    1. La ricerca sull’origine della Coscienza (consapevolezza del Sè) si è sviluppata in modo inaspettato negli ultimi anni e la GvP di cui faccio parte, ha deciso di non divulgare alcuni sviluppi facendo firmare un NDA a tutti i ricercatori coinvolti. Niente di trascendentale, semplicemente si mette le mani avanti nel caso di eventuali diritti su possibili futuri brevetti.
      Tiziano, hai chiesto delle barriere? Per quanto ho capito io esiste una sola barriera: il libero arbitrio.