
Minieroi all’attacco
Sciolsero i ranghi e presero posizione. In mezzo ai batuffoli di polvere, stava per arrivare la minaccia.
Soldatino strinse il fucile, attese, poi dalla crepa dell’angolo uscirono i nemici.
Zampe metalliche, mandibole metalliche, corpi metallici: erano le Mechaformiche.
«Fuoco, fate fuoco, fuoco!» urlò il comandante agitando pistole e binocolo.
Soldatino tirò il grilletto, accanto a lui, quelli con il bazooka, espulsero i proiettili esplosivi.
Un uragano di fuoco si abbatté sulle Mechaformiche, molte di loro furono dilaniate, ma la maggioranza era un’orda inarrestabile: avanzarono in mezzo ai batuffoli di polvere, raggiunsero i giocattoli e corsero dappertutto.
Alcuni Micro furono straziati dalle mandibole delle orride creature partorite dagli esperimenti di nanoingegneria.
Soldatino lo sapeva: se loro, i Micro, combattevano, era perché con loro erano state fabbricate le Mechaformiche, le loro mortali avversarie.
«Ritirata strategica» urlarono gli ufficiali.
Arretrarono, si asserragliarono fra costruzioni e automobiline mentre le Mechaformiche spandevano le loro malattie.
Soldatino era terrificato: Quelle malattie… Avrebbero potuto ammalarlo, ed era un suo dovere, un loro dovere, proteggerlo.
Soldatino sparò ancora con il fucile, ferì un’altra Mechaformica, ma questa continuò a zampettare e si arrampicò sulla costruzione colorata.
Un attimo dopo, fronteggiò Soldatino.
Soldatino afferrò il fucile come una mazza e lo abbatté contro la Mechaformica. Dopo alcuni colpi inferti, la creatura cadde nel vuoto.
Poteva essere un inizio di vittoria, perlomeno, o forse no?
Le Mechaformiche continuarono a cercare di strappargli la posizione, ma resistettero a colpi di proiettili e anche con le armi maneggiate come mazze.
L’ufficiale sparò con la pistola, poi disse: «Dobbiamo usare l’arma finale».
Soldatino annuì, anche il resto della truppa fece lo stesso.
Il superiore si consultò con gli altri, allora tirarono una corda tutti insieme.
Poco distante, il bambino si svegliò e le onde sonore soffiarono di potenza facendoli quasi cadere giù dalle costruzioni. «Mamma, mamma, ci sono le formiche!».
Soldatino lo sapeva: l’avrebbero dovuto difendere, ma non ce l’avevano fatta, avevano fallito. Adesso, la mamma avrebbe usato la polvere disinfestante per cacciare via le Mechaformiche.
Alla fine era una vittoria, pensò Soldatino, amareggiato. Anche se loro non erano serviti a molto.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Sai che mi piacciono i racconti in metti in “gioco i giochi” 😀
Anche questo riuscitissimo.
Grazie Micol!
Simpatico questo racconto Kenji, mi ha fatto pensare in qualche modo a Toy Story
Grazie Carlo!
Leggendo il tuo racconto, non so perchè, la mente è andata al romanzo Miss Peregrine La casa dei ragazzi speciali di Ransom Riggs. Uno dei personaggi ha il “potere” di animare oggetti inserendo all’interno un cuore o altri organi e, a un certo punto, scatena una battaglia per impressionare il ragazzo nuovo arrivato. Molto curioso! Bello il racconto, mi piace il genere.
Grazie del commento! Il libro di Ransom Riggs non l’ho mai letto
Ti piacerebbe!