
Nel bel mezzo dello show
Il mago Anthony si sistemò i capelli all’indietro e poi tirò fuori un cappello a cilindro che usò per fare la magia d’apertura dello spettacolo.
Era principalmente un illusionista. Coinvolgeva il pubblico, leggeva nella mente, faceva apparire e scomparire cose.
Quello di Anthony non era un pessimo spettacolo, sopra quel palco c’era passione e lavoro. Non era un qualsiasi cialtrone improvvisato.
Finii la birra e ne ordinai un’altra. Andai in bagno e al mio ritorno vidi il mio amico con una donna. Lui beveva la mia birra e lei era seduta al mio posto.
«Ce l’hai fatta, mio vecchio e irsuto amico.»
Mi feci da parte. Mi poggiai dall’altro lato del bancone e ordinai un’altra birra.
Anthony chiuse lo show con un gioco di carte tra il pubblico. Poi salì sul palcoscenico e fece un inchino, svanendo infine dietro la tenda. Applaudimmo tutti.
Mi girai verso Evan ma non lo trovai. Ora si che era un supereroe. Rimorchiare con quei baffi sarebbe stata un’ardua impresa per chiunque.
Finii la birra, poi chiesi al barista un whiskey. Nel frattempo, il locale si stava svuotando molto rapidamente. Dopo il terzo bicchiere mi feci lasciare la bottiglia. Al quinto giro qualcuno si sedette accanto a me.
«Posso avere del whiskey?» Era Anthony, il mago.
Il barista mi guardò, diede un bicchiere vuoto al mago e gli indicò la bottiglia che avevo io. «Posso?»
«Certo, io m’incazzerei se mi negassero da bere.»
«Piacere, Anthony.»
«Charlie, piacere mio.»
Il mago si versò frettolosamente il whiskey e rovesciò il bicchiere sul bancone.
«Cazzo.»
Pulì con lo straccio del barista e poi riempì di nuovo il bicchiere accennando un brindisi verso di me.
«Alla magia.»
Gli sorrisi e feci un sorso.
«Ho visto il tuo spettacolo.»
«Bene, spero ti sia piaciuto.»
«Certamente, immagino ci sia molto lavoro dietro.»
«Richiede pratica tutti i giorni.»
Non so se i maghi siano chiacchieroni, ma Anthony lo era decisamente. Gli raccontai di Evan e della nostra uscita.
«Perciò il tuo amico si sente un supereroe?»
«Già, ora dirà che è tutto merito del suo nuovo look.»
«Facci l’abitudine, se gli è andata bene non li taglierà mai più.»
«Avrebbe davvero bisogno d’una donna.»
«Chi non ce l’ha?»
«Per Evan è un’ossessione, non fa altro che lamentarsi di quanto è solo.»
«Se è la solitudine il problema, fagli prendere un cane. Femmina.»
Sorrisi.
«Non sono mai stato in grado di tenermene una, di donna. Nei miei numerosi viaggi ne ho viste e conosciute molte, raccontando loro tante stronzate sul mio conto. Alla fine, mi sono sempre ritrovato da solo.»
«Forse non eri pronto per legarti.»
«Forse non lo sono ancora. Non ho permesso a nessuna donna di restare nella mia vita.»
«Forse non hai ancora trovato la donna giusta.»
«Ricordo di essermi frequentato con una donna fantastica diversi anni fa, scopava alla grande. Aveva occhi soltanto per me.»
Bevvi d’un sorso il mio whiskey e rimboccai di nuovo il bicchiere.
«Ho visto donne affascinate, ho visto bambini increduli, ho visto gente completamente ipnotizzata dai miei spettacoli. Quello per me è il massimo. Il mio lavoro è tutta la mia vita. Non ho mai pensato al futuro, ho sempre vissuto il momento.»
«Al momento.»
Brindammo ancora. Non ho mai pensato che fosse sbagliato vivere il momento, il problema è che la società di oggi lo permette sempre meno. C’è il rischio d’invecchiare e rendersi conto troppo tardi delle cose che contano davvero. Le passioni e le voglie devono conciliarsi con gli impegni. Credo sia possibile vivere il momento dai diciotto ai trenta, ma se poi non ci s’impegna in qualcosa c’è il forte rischio di ritrovarsi a mani vuote e con un letto matrimoniale vuoto a metà. Gli smidollati non servono a nulla.
«Vorrei non chiudere mai uno spettacolo. Uno dei pochi momenti in cui mi sento felice e sicuro di me è quando sono sul palco. Dopo gli applausi termina tutto. Termino anch’io.»
Anthony si versò da bere facendo cadere qualche goccia di whiskey sul bancone. Svuotò il bicchiere tutto d’un fiato.
«Anthony, non credo che tu abbia ragione. La sicurezza che hai durante lo show, ce l’hai anche quando metti via quel vecchio cilindro e scendi dal palcoscenico. Vuoi rimanere incastrato nei tuoi spettacoli per timore.»
«Timore? Di cosa?»
«Del tuo futuro. Non puoi pensare sempre e solo al momento. Andare avanti spesso è più facile di quanto possa sembrare.»
Anthony rimase pensieroso davanti quelle parole, forse avevo scosso qualcosa.
«Quella sicurezza non mi è mai servita una volta finito lo spettacolo.»
Si versò il whiskey e bevve di nuovo.
«Se sei scontento di qualcosa, devi portare quella sicurezza giù dal palcoscenico. Si fa sempre in tempo a cambiare vita.»
«Non sono sicuro di tante cose riguardo la mia vita. Forse non so nemmeno quello che voglio realmente. Tu cosa vuoi realmente, Charlie?»
«Questo è il problema di tutti quanti. Solo la metà delle volte ci capita quello che vogliamo e la maggior parte di quelle volte non sappiamo neanche cosa cazzo vogliamo davvero.»
Anthony guardò il bicchiere che aveva in mano. Si distaccò.
«Anche se volessi, non potrei cambiare vita.»
«Ti sbagli.»
«No ragazzo, quando avrai la mia età la penserai esattamente come me.»
«Se io fossi un mago scontento farei qualsiasi cosa pur di non mollare nel bel mezzo dello show. M’inventerei qualsiasi tipo di magia.»
Stavolta sorrisi io.
Non volevo di certo dare consigli sulla vita ad uno che poteva essere mio padre, però Anthony aveva bisogno di guardare le cose da un nuovo punto di vista. Finii il mio whiskey e lasciai la mia parte sul bancone.
«Si è fatto tardi. Ci vediamo, Anthony.»
«Charlie, è stato un piacere fare la tua conoscenza.»
«Anche per me.»
Ci stringemmo la mano.
«Comprati un mantello, così sembri anche tu un supereroe come il mio amico.»
«Spero non mi rubi la scena.»
Anthony, il mago. Mi sembrava impossibile pensare che un uomo con una simile passione non fosse in grado di prendere per mano la sua vita. Chissà quanti erano gli scheletri nel suo armadio, quanti bagagli scomodi doveva portarsi dietro, quanti segreti lo consumavano. Nessuna delle sue magie avrebbe potuto spazzarli via.
Nessuno può scappare da sé stesso e tanto meno può tirarsi indietro nel bel mezzo della propria vita, nel bel mezzo dello show. Che sia su un palcoscenico o sul divano di casa.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Un’ambientazione normale, quasi convenzionale, ma nella quale trova spazio la conversazione fra due persone molto diverse tra loro: una, il mago, disillusa e quasi arresasi alla durezza della sua vita; l’altra, Charlie, che riesce, invece, a guardare oltre e che sa di avere ancora molto da poter dare.
Sembra un racconto banale, ma, in realtà, è molto più profondo e significativo di quanto appare e la nota in chiusura lo rende molto ben evidente.
Molto bravo!
Grazie Giuseppe, era esattamente ciò che volevo, a livello d’impressione. 💪
Ciao Alfredo e benvenuto su Open con un racconto molto interessante. Il bancone di un bar, uomini che bevono (molto) e chiacchierano della vita, delle donne, della fatica di sbarcare il lunario, dei sogni andati. Due età a confronto, ciascuna con il suo punto di vista e i propri dubbi e certezze. Regge così bene perché si cala nella vita reale e potrebbe essere tranquillamente girato: donne al bancone di un bar che bevono e chiacchierano. Di cosa? Di cose di donne. Apparentemente luoghi comuni, realmente, spunti di riflessione. Mi piace particolarmente lo stile vivace e i dialoghi spesso sospesi, in attesa di ascoltare quello che esce dall’altra bocca. Bravo.
Ciao Cristiana, contento ti sia piaciuto. Non l’avevo mai pensata al contrario. Idea molto originale e funzionale allo stesso tempo.
Certo 🙂 Non siamo poi così diversi, in fondo.
Il bello è che settimane fa ho conosciuto un tale, Anthony, che mi ha fatto mille chiacchiere e all’inizio credevo volesse che io lavorassi per lui, invece mi voleva vendere uno dei suoi corsi. La volta dopo che l’ho visto l’ho ignorato