Novantanove palloncini rossi I
Serie: Cinquanta Racconti
- Episodio 1: L’idraulico
- Episodio 2: Telefono erotico
- Episodio 3: Denise
- Episodio 4: La risata
- Episodio 5: UNA PASSEGGIATA SUL LATO SBAGLIATO DELLA NOTTE
- Episodio 6: Due solitudini
- Episodio 7: Novantanove palloncini rossi I
- Episodio 8: Novantanove palloncini rossi II
- Episodio 9: Novantanove palloncini III
STAGIONE 1
I
Quando Marta aprì la serranda del negozio, il cielo sopra la piazza sembrava un foglio di carta appena spennellato d’azzurro. L’aria aveva lo stesso odore di gomma e zucchero che impregnava la sua bottega: palloncini colorati, nastri, bombole d’elio, una vaschetta di paillettes rovesciata la sera prima. Il negozio si chiamava Altalena. Da cinque anni, ogni mattina, Marta accendeva la luce al neon e salutava con un cenno la vetrina, dove un orso avvolto dal cellophane stringeva un grappolo di palloncini color rubino.
Dietro il bancone c’era la fotografia di Leo, scattata a Ostia: capelli negli occhi, sorriso storto. Sulla cornice un filo di polvere. Marta passò il pollice sul vetro. Non lo faceva per pulire: era una carezza, l’unica che potesse concedersi senza rovinare nel pianto.
A metà della piazza, la statua del generale con la spada sembrava più scura. Una classe delle elementari stava arrivando in gita: cappellini gialli, voci appuntite. La maestra spinse la porta con il fianco e si scusò per il disturbo.
«Buongiorno, signora. Ci preparerebbe… qualcosa di semplice? Oggi studiamo l’aria.»
Marta sorrise. «L’aria non si vede, ma si sente. Quanti siete?»
«Venti. Potrebbe farne volare qualcuno? Solo nel cortile.»
Solo nel cortile. Negli ultimi mesi, il Comune aveva mandato circolari su circolari: niente palloncini all’aperto, per via del radar, dei falsi positivi, delle esercitazioni. Gli schermi cittadini scorrevano notizie scritte da macchine febbricitanti: un palloncino che scappa, un algoritmo che s’inceppa, un camion militare che blocca un ponte.
Marta annuì. «Li facciamo volare dentro. Fuori oggi tira troppo vento.»
I bambini accettarono senza protesta; la maestra le strizzò l’occhio per averle semplificato la vita. Marta gonfiò palloncini rossi e blu, li legò al polso dei piccoli e li lasciò correre tra scaffali e ghirlande. Ridevano. Il suono le punse il cuore e la guarì dalla tristezza allo stesso tempo.
Quando l’ultimo cappellino giallo sparì dietro la porta, entrò un uomo in giacca scura, stempiato, una cartellina sottobraccio. Camminava come chi crede che il mondo sia a misura dei propri passi.
«Lei è la proprietaria?» La voce era ferma, cordialmente distaccata.
«Dipende. Se deve vendermi qualcosa, sono la commessa.»
L’uomo sorrise a metà . «Prefetto Massara. Sicurezza urbana. Stiamo aggiornando il registro delle attività sensibili.»
«Sensibili come?»
«Tutto ciò che può generare allerta nei sistemi di sorveglianza aerea. Palloni, droni, razzi pirotecnici, lampade volanti. Mi serve un conteggio degli ultimi tre mesi e il calendario delle sue forniture di elio.»
Marta prelevò una manciata di scontrini dal cassetto. «Vuole anche le mie ricette per il risotto?»
«Solo quello che ho chiesto.»
«Ho perso mio marito Leo in mare, prefetto. In piena stagione estiva un drone lo ha scambiato per un terrorista. Le pare che mi venga in mente di far saltare i radar con dei palloncini?»
Massara sollevò gli occhi. Non cercò scuse né condoglianze. «Il suo dolore non è in oggetto. Mi dia i numeri.»
Il dolore non era in oggetto. Quando se ne andò, Marta rimase con le mani aperte sul bancone, come chi trattiene un colpo. Poi prese la bombola e ne sollevò il rubinetto: l’elio uscì con un sibilo che riempì il silenzio. Tornò a pensare a Leo, alla sera in cui si erano detti basta ai turni di notte e ai lavori a chiamata. Avevano fatto un patto da gente che ancora crede nei piani: una piccola impresa, due biciclette, un cane, magari un figlio. Poi la mareggiata, un fine settimana di vento bugiardo, la barca degli amici presa a prestito. Al ritorno, c’erano solo i giubbotti.
Marta prese un palloncino bianco e con un pennarello scrisse una sola parola: respira. Lo lasciò volare fino al soffitto, dove si appese al neon. Una piccola una luna dispersa.
Serie: Cinquanta Racconti
- Episodio 1: L’idraulico
- Episodio 2: Telefono erotico
- Episodio 3: Denise
- Episodio 4: La risata
- Episodio 5: UNA PASSEGGIATA SUL LATO SBAGLIATO DELLA NOTTE
- Episodio 6: Due solitudini
- Episodio 7: Novantanove palloncini rossi I
- Episodio 8: Novantanove palloncini rossi II
- Episodio 9: Novantanove palloncini III
Grazie a tutti per aver letto. Manca l’ultima parte.
Bello, bello, bello!
Anche io come Giuseppe ho apprezzato molto, ed anche il richiamo del titolo.
Mi è piaciuto molto.