
OLTRE IL LIMITE – Ep. 1
Serie: Brothers Series
- Episodio 1: OLTRE IL LIMITE – Ep. 1
- Episodio 2: OLTRE IL LIMITE
- Episodio 3: OLTRE IL LIMITE
- Episodio 4: OLTRE IL LIMITE
STAGIONE 1
Le avete presente le bambole di porcellana?
Quelle che la vostra nonna tiene dentro la vetrina di casa al sicuro dalla polvere e dai nipotini che ci vogliono giocare?
Quelle bambole vengono costudite segretamente dentro a quelle teche di vetro e non vengono mai toccate perché possono rompersi.
Sono state costruite e create con cura e con immenso amore.
Possiedono una bocca perfetta con una forma a cuore di un color rosato, disegnato sul loro volto, forse creato con un pennello dalla punta fine, dalla pazienza di una persona e dà una mano ferma. Sono state modellate alla perfezione, per essere perfette.
Indossano stupendi vestitini che sono sempre coordinati ai fiocchettini o a quei cappelli che portano.
La maggior parte di quelle bambole hanno dei lunghi capelli biondi che formano delle onde perfette e due occhi azzurri, sinonimo di bellezza in una ragazza.
Tutte quelle bambole, che avete visto fin da piccoli, tenetele ben presenti.
Era lei.
Quella bambola perfetta era Fleur.
Fino all’età di nove anni era una di quelle bambole.
Ma vedete, Fleur non era bionda, Fleur non aveva gli occhi azzurri.
Ha sempre portato fin da piccola dei lunghi capelli di un castano
molto scuro, che in molti confondevano con un color ebano. I suoi occhi avevano una forma a mandorla, molto leggera ed erano del colore del buio, così scuri che ti perdi dentro a fissarli, così hanno sempre detto, questo è quello che prova lei ogni volta che si specchia.
Aveva un viso ovale molto delicato, delle labbra carnose, con un piccolo neo nella parte superiore del labbro a sinistra.
Aveva un nasino delicato, non all’insù, non aquilino, non a patata, un piccolo e normale naso.
Sempre stata di costituzione magra, ma aveva quelle rotondità nei punti giusti fin da piccola che la rendevano morbida al tatto, e le anche sporgevano in fuori ogni volta che indossava il costume da bagno. Aveva la pelle olivastra.
Tutti a scuola la prendevano in giro, dicendogli che sembrava sporca perché era più scura dei suoi compagni e ogni giorno quando tornava a casa, nascondendosi da sua madre andava in bagno, si insaponava tutta e si grattava le braccia, le gambe, la pancia, fino ad arrossarsi tutto il corpo, fino a che non sentiva la sua pelle andar a fuoco, per vedere se riusciva a schiarirne il colore, ma non c’era niente da fare.
La nostra Fleur non ha mai indossato un paio di pantaloni fino al suo nono compleanno.
Sua madre la vestiva sempre coordinata, con dei vestitini color pastello che erano intonati alle sue scarpette e hai fiocchi che portava in fondo alle sue lunghe trecce.
“Le signorine si vestono e si comportano sempre bene” ripeteva sua madre.
Lei le credeva. Era sua madre d’altronde, qualcuno potrebbe biasimarla?
Ogni mattina trovava il vestitino, ben stirato, steso sulla sedia di legno vicino alla sua scrivania, e lì accanto i fiocchetti da mettere in fondo alle trecce e le scarpette sotto il termosifone vicino alla porta.
Giovanna, sua madre, tutte le mattine quando la vedeva uscire dalla sua camera da letto le ripeteva la stessa frase che gli diceva da quando era nata “sembri una principessa, amore mio”.
Chi non ha mai sognato di essere una principessa? Cenerentola, Ariel, Belle, tutte tranne Biancaneve, perché diciamocelo, a chi piaceva essere Biancaneve?
Lei non sognava di essere una principessa. Quando sua madre inseriva la videocassetta nel registratore, Fleur era persa nell’osservare la matrigna cattiva e la strega, non le è mai interessata la principessa.
È sempre stata “deviata” fin da piccola. Non prendete con pesantezza la parola “deviata”, lei stessa si definisce così.
Era il primo marzo del 2001 la nostra Fleur avrebbe compiuto 6 anni quel giorno. Quel giorno si svegliò con un balzo dal letto perché aveva sentito chiamare il suo nome più volte e preoccupata che non fosse suonata la sua piccola sveglia rosa sul suo comodino si vestì di fretta e furia.
“Le vere signorine non sono mai in ritardo” gli rimbombavano le parole di sua madre.
Per Giovanna avere un appuntamento alle 17.15 e presentarsi alle 17 era già ritardo.
Mentre si stava infilando i suoi calzini di cotone con i ricami ai bordi di pizzo notò che la sua piccola sveglia segnava le 06.30 e non sarebbe suonata se non prima di un’ora.
“Fleur” sentì chiamare.
Si girò subito per vedere chi c’era dietro di sé, ma quando perlustrò tutta la camera constatò che era da sola.
“Fleur!” sentì nuovamente.
Tremante corse a nascondersi sotto il letto al riparo da chiunque la stessa chiamando
“Pensavo che tu fossi più intelligente!”
«chi sei?» disse lei con la sua piccola vocina tutta tremante
“In realtà, non ho un nome”
Piano piano iniziò a uscire da sotto il letto e aprire le sei ante dell’armadio, fatto di legno, che aveva in camera per controllare da dove provenisse la voce.
«Dove sei?» chiese, guardando in giro per la stanza per capire chi e da dove, soprattutto, la stessero cercando
“Sono dentro la tua testa, stupida!”.
Quel giorno Fleur scoprì di avere una voce nella sua testa. Aveva dentro di sé una piccola voce che le parlava, come il grillo parlante di Pinocchio, solo che stavolta non era un animale o un essere che esisteva fisicamente.
Parlando con questa vocina alla fine nacque, quella che possiamo definire un’amicizia, in realtà gli stava anche simpatica nonostante fosse caratterialmente il suo opposto.
In quel giorno sentì dire alla sua nuova amica molte parolacce e ogni volta che la sentiva chiudeva di scatto gli occhi, per paura. Pensava che la madre potesse sentirla e picchiarla. Nella sua testa, tutte le volte sentiva sua madre che gli diceva sempre “Le signorine non sono mai volgari”.
Dopo un lungo pomeriggio sull’enciclopedia dei nomi ne trovò uno che gli piacque fin da subito da dare alla sua vocina, nonché nuova amica.
Fleur la chiamò Lili, ma era solo un diminutivo, il suo vero nome era Lilith. Fleur scoprì che il significato di quel nome era che nella religione mesopotamica Lilith era il demone femminile associato alla tempesta, ritenuta portatrice di disgrazia, malattia e morte e in quel momento alla nostra Fleur gli sembrava perfetto.
Fleur adorava sapere il significato dei nomi delle persone e una volta scoperto ne confrontava con il carattere di essa o esso.
La domanda che assilla molte persone che hanno conosciuto Fleur da piccola e poi da grande, è “Cosa l’ha fatta cambiata così drasticamente?”
È una domanda di una certa importanza. Le persone riscontrano sempre un cambiamento in una persona in qualcosa, magari un qualcosa di traumatico che gli è successo, oppure una qualche specie di ribellione nei confronti dei genitori troppo chiusi mentalmente, e tutti, ovviamente, attribuivano questo suo cambiamento al comportamento della madre, e a tutte le frasi che gli diceva da quando era nata.
“Le signorine sono brave a scuola”
“Le brave signorine non giocano con i ragazzi e non si sporcano”
“Le brave signorine non appoggiano i gomiti sul tavolo mentre pranzano”
Era tutto un pretendere, era tutto un “le brave signorine fanno questo…”
“le brave signorine fanno quest’altro…”.
Non ha mai detto niente, nessuno ha mai detto niente.
Le urla in casa quando Fleur portava a casa il voto di un compito
«Cos’è questo 8 a matematica?? Mi devi sempre mettere in ridicolo davanti agli altri genitori! Mi è nata una figlia stupida! Cos’ho fatto di male?» e mentre la madre si metteva le mani nei capelli chiudendosi in camera dallo sconforto del voto misero della figlia, che frequentava appena la terza elementare, Fleur si guardava le punte delle sue nuove ballerine di un color blu notte domandandosi dove avesse sbagliato.
Arresa ormai difronte al fatto che la madre non sarebbe mai uscita dalla camera per preparare la cena andò in camera a studiare più duramente e a stomaco vuoto quella sera.
Le persone non devono soffermarsi sul “cosa” l’ha cambiata, si dovrebbero soffermare sul “chi”.
La domanda che bisogna farsi è “chi ha incontrato?”. E questo suo incontro avvenne all’età dei suoi nove anni.
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Ciao Cele, belle premesse. Sono curiosa di proseguire nella serie. Bello il viaggio nella psiche di Fleur. Alla fine siamo il risultato di quello che abbiamo vissuto da bambini!😉
La trama prende forma a poco a poco, facendosi strada tra descrizioni accurate sulla protagonista.
Non ho apprezzato particolarmente l’uso di un linguaggio a tratti informale, e di un semi-dialogo col lettore
Interessante la descrizione della protagonista…
Ti ringrazio