
OPERA PRIMA
Ho scritto la mia “Opera prima” un po’ dopo nel tempo, a 62 anni, perché non avevo tempo: lavoravo in Banca e qui, si sa, il tempo è denaro – anche se non c’è denaro che possa restituirti il tempo perduto -. È stato il mio primo lavoro serio – non che quello prima non lo fosse – che mi ha impegnato più di quando ero allo sportello del pegno. La mia “Opera prima” è stata proprio la mia prima opera: sembra ovvio ma non lo è; i Pooh hanno pubblicato con il titolo “Opera prima” quella che in realtà era la loro quarta opera, un’idea davvero geniale per il loro quarto album in vinile, la mia invece è stata una normale ovvietà, priva di quella originalità che differenzia le persone normali da quelle famose, non che le persone famose non siano normali, ci mancherebbe, ma, forse, un po’ strane lo sono quando, dopo aver fatto di tutto per diventare famose, ricercano la normalità perduta e soprattutto la loro privacy.
Non ci sarà una seconda opera perché la mia “Opera prima” sarà anche l’ultima – e ciò per non essere ripetitivo -. E quindi non sarà necessario pubblicare “l’Opera omnia” in quanto va bene la prima, che poi è la stessa.
Devo dire che per scrivere la mia “Opera prima” mi son messo all’opera prima che l’ispirazione mi venisse meno e per non cercarla, o peggio non trovarla, dopo. Prima o dopo tutto finisce, non fanno eccezione le idee che ho espresso nella mia “Opera prima”. Giunto al termine della mia “Opera prima” e prima di darla alle stampe, ho deciso di dare una letta veloce alla mia opera dopodiché mi son detto: “ma vedi, ho finito la mia “Opera prima” prima del tempo, forse ora sono ancora in tempo di scrivere un’altra: quella che potrebbe essere la mia seconda in ordine di tempo”. Poi, ripensandoci, tutto quello detto prima non avrebbe più senso. Dopo questa profonda riflessione, e prima di un altro ripensamento – che prima o poi potrebbe venire -, mi son messo il cuore in pace.
Dopo la pubblicazione della mia “Opera prima” la mia vita è cambiata: non è più la vita di prima. Niente è come prima; tutto continua, ma non come prima, smentendo quel romanzo gattopardesco letto a Lampedusa. Ragionamento razionalmente folle perché prima della prima c’è il “folle”, e prima ancora la retro.
Non ci sono state molte ristampe della mia “Opera prima”: solo una seconda perché la prima era finita prima del tempo previsto, e non prevedendo una seconda ristampa, c’hanno messo del tempo. Per fortuna hanno fatto in tempo a soddisfare la richiesta delle librerie della mia “Opera prima”.
Ora la mia opera è molto ricercata, forse perché non viene messa in bella evidenza ma esposta su di un piano di uno scaffale molto in alto, raggiungibile solo con l’ausilio di una scala, e comunque a fianco delle opere minori del ‘400.
Qualcuno, giustamente, si chiederà di cosa tratta la mia “Opera prima”? Dapprima ho pensato a una storia sull’opera lirica dal titolo “La prima di una grande Opera prima” ma l’opera suonava male, era una stonatura.
Poi ho pensato a un manuale per chirurghi svogliati e pigri dal titolo “Opera prima che dopo, purtroppo, è troppo tardi” ma il target a cui era rivolta l’opera era troppo limitato.
Infine ho volato basso, terra terra, sono caduto su di un frutto della terra. La mia opera parla proprio di un frutto, è un’opera integralmente dedicata alla pera dal titolo: “O’pera”
Un’opera evocativa sulla pera, oltre che concentrata e succosa, frutto della fantasia e di un cervello spremuto fino all’ultima goccia (forse perché da giovane sono caduto dal pero).
Dopo il grande successo di “O’pera” sto pensando anche a una trascrizione teatrale di un’opera del francese Gaston Leroux (il cui nome forse a voi non dice niente), un capolavoro del mistero noto a tutti per gli spettacolari allestimenti scenici e per le musiche; come non ricordare quelle note di una scala cromatica, discendente e poi ascendente, suonate su di uno spettrale e gotico organo che ci trasportano direttamente in un’atmosfera da brivido? Allora si apra il sipario per:
“Il fantasma dell’O’pera”
Per le oggettive difficoltà di reperimento di un fantasma (lo si sta cercando in tutti vascelli fantasma e al Louvre), il progetto è in corso d’opera.
Mi hanno richiesto anche un testo su “La banana è l’unico frutto dell’amor”, ma l’ho ritenuto troppo frivolo, anche per non incorrere in facili e censurabili doppi sensi. Così ho scritto un pezzo impegnato:
“L’arancia spremuta”, ovvero un succo che piace un sacco! Opera in due atti per la “Compagnia della Rancia“.
Non è un’opera molto bella e neanche seria, è solamente sdolcinata e un po’ zuccherina, però gli spettatori se la son “bevuta” egualmente e di gusto! Spero abbia maggior successo de “l’amore delle tre melarance” di Sergej Sergeevič Prokof’ev, opera comica su una fiaba di Carlo Gozzi, perché oggi le opere russe vengono discriminate e non solo quelle comiche, forse per colpa dei tanti “sGozzimenti” sempre negati dalla Pravda (che significa Verità: la loro verità ufficiale, quella “esercitata” democraticamente dagli alti ufficiali dell’esercito).
Le mie opere, in fondo, non sono capolavori della letteratura. Sono il frutto della fantasia e la frutta, si sa, fa bene alla salute. Non hanno grande valore, sono “opere da tre soldi”.
E poi mi hanno fruttato qualche soldino – che non fa mai male – dopo aver trovato in “Opera la pera” lo sponsor perfetto, equo e solidale.
Allora W le pere, W le arance e ora W anche le perarance, il nuovo mix alla frutta che fa bene alla pancia e alla popolazione tutta!
La critica mi accusa d’incoerenza per non essermi fermato alla mia “Opera prima”. Se il critico è un personaggio famoso che si chiama come un infeltrito Vittorio, per uno sgarbo in più o uno sgarbo in meno continuerò a vivero lo stesso “stando sereno”.
La vita è strana e sorprendentemente imprevedibile; il futuro non si può predire:
anche il futuro è WORK IN PROGRESS
IN CORSO D’OPERA.
P.S. È in stampa incredibilmente la mia “Opera omnia” aggiornata con ben tre titoli:
Opera la pera – L’arancia spremuta – W la perarancia
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BEVI OPERA LA PERA CI SONO BUONISSIME
RAGIONI PER GUSTARE UNA PERA OPERA
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La mia è una letterarura di serie “B”: o è apprezzata o disprezzata. Se leggera il mio primo scritto te ne renderai conto. Grazie dell’apprezzamento
Ahah! è il tuo secondo librick che leggo… giochi di parole come sinapsi fuori di controllo, fuochi d’artificio verbali ma non per questo meno luminosi… Ho deciso, divento un tuo follower!
CaPperi!
Sei stato oPeroso. Ti sei adoPerato bene, in un Perenne lavorio iPerattivo, che non fara´ tornare la Perestrjka in Russia. (E meno male che non c’ e´
piu´ il kaiser, ma soltanto la buona kaiser). Molti oPerai disPerati dovranno sempre Peregrinare in cerca di un lavoro. E non mancheranno le sPerequazioni o le oPerazioni sbagliate.
Pero´ ci resta la sPeranza e il sorriso per la tua “Opera prima”.
Grazie per le tante pere gentilmente offerte. Ridimensioniamo tutto: la mia è solo un’idea PERE”green”a!
Grandioso! Non so davvero come ti vengano tutti questi giochi di parole. Io non avevo fatto il collegamento o’pera-opera nemmeno vedendo il titolo e la copertina…c’è un solo Fabius per queste cose
Forse è meglio che resettiamo tutto, altrimenti ci si disPERA!
“lo si sta cercando in tutti vascelli fantasma e al Louvre), il progetto è in corso d’opera. “
Questa citazione non l’avrei colta se i miei genitori per anni non mi avessero raccontato di Belfagor!
Belfagor era il mio incubo!
Simpatico questo librick
Grazie del sintetico commentoCK😉