Ordine e caos – terza parte

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Era giunto il mio turno... dovevo rimanere calma come Morfeo mi aveva consigliato.

Quando la voce del Padre degli Dei mi raggiunse, la terra non tremò, ma il mio cuore sì. Rivolsi allora lo sguardo verso Morfeo, che rispose con un cenno lieve, incoraggiante.

«Non ho mai preferito gli uomini alle Muse o agli altri abitanti dell’Elicona» dissi. «Ma con loro mi sento più a mio agio: non devo dimostrare nulla. Non devo essere altro che ciò che sono. E questo, per me, è libertà.»

Abbassai lo sguardo per un istante. Non per vergogna, ma per ricordare.

«Non sapevo che Morfeo fosse mio padre, né che Calliope fosse mia madre. Sentivo soltanto che la Villa si stava trasformando in una gabbia sempre più stretta. Ogni regola, ogni divieto, cadeva su di me senza spiegazione. Avevo bisogno di respirare.»

Sollevai di nuovo il viso.

«Clara è diventata la mia famiglia. E quando le Muse l’hanno conosciuta, hanno visto in lei ciò che per prima avevo notato: un cuore capace di amare senza misura. Il suo destino era Hyun-woo. Tutti noi l’avevamo compreso… tutti, tranne le Moire.»

Una lieve tensione attraversò la sala.

«Mi sono chiesta molte volte perché quel filo non fosse stato tessuto. E oggi, dopo aver ascoltato le vostre argomentazioni, dopo aver parlato con le Moire, ho capito: il nostro destino doveva incrociarsi. Io dovevo ritrovare me stessa, e Clara e Hyun-woo riempire il vuoto che si era creato nella loro vita. Le Moire non potevano prevederlo, perché il disegno, in parte, le riguardava.»

Il battito del mio cuore cresceva insieme al pulsare della pietra, ma la voce era ferma.

«Non ho offeso nessuna divinità. Eros ha condiviso il mio disegno e ha spinto Clara a credere nel suo amore. Morfeo» mi voltai verso di lui, «è uscito dal suo castello per la prima volta dopo millenni ed è sceso tra gli uomini. Non per distruggerli. Per proteggerli. Per conoscere la figlia che aveva osservato da lontano.»

Un’ombra di amarezza attraversò le mie parole.

«Le Moire, invece, mi hanno attaccata senza ascoltare le mie ragioni. Mi hanno giudicata senza conoscere la verità. E tu, Atena…» la fissai senza timore, «le hai armate contro di me. Non hai parlato loro della profezia. E, cosa ancora più grave, hai imprigionato mio padre. Hai umiliato una divinità antica solo per avere la certezza che io fossi qui oggi. Per questo, dovresti essere al mio posto, davanti ai tuoi pari, a rispondere delle tue azioni.»

Il silenzio diventò più pesante delle colonne che ci circondavano.

Atena strinse la mascella. La mano che reggeva lo scudo scivolò verso la lancia.

«Risponderò delle mie azioni» dissi con calma. «Ma lo trovo ingiusto.»

Fu allora che Atena esplose.

«Tu osi giudicare la mia condotta?» disse con tono aspro.

Aprii la bocca per rispondere, ma la voce di Afrodite scivolò nell’aria come velluto e lama insieme. 

«Temi ciò che non puoi controllare, Atena» disse, con un sorriso che era tutto fuorché dolce. «Ma non puoi dichiarare guerra al desiderio. Né al cambiamento. E men che meno all’amore.»

Le sue labbra si curvarono in una smorfia elegante ma letale.

«Ops… dimenticavo.»

Fingendo uno sguardo contrito, si portò una mano al petto.

«Tu non sai cosa significhi amare. Né fremere di desiderio. Tu pianifichi. Calcoli. Agisci solo quando è propizio. E dimentichi il piacere della scoperta che nasce dall’errore.»

Qualche dio soffocò una risata. Ares no. Rise apertamente.

«Potremmo darle qualche consiglio a riguardo» mormorò, inclinando la testa. «Pratica più teoria.»

Atena lo fulminò con uno sguardo che avrebbe potuto pietrificare ben più della Gorgone.

«Da te accetterei consigli solo in un campo di battaglia, Ares» ringhiò. Poi aggiunse, velenosa: «E forse neanche lì. Ricordi la trappola di Efesto? Ci sei caduto dentro seguendo il tuo istinto e hai trascinato con te anche la tua preziosa Afrodite.»

Il colpo era mirato. Brutale.

Ares divenne una fiamma viva.

Afrodite sollevò un sopracciglio, ma Eros si mosse per primo: posò una mano sulla spalla della madre, trattenendola.

Mi affiancò, le ali spiegate come uno scudo pronto a chiudersi.

«Atena» disse, con una gentilezza che suonava come una sfida. «Dopo ciò che Apollo ha detto, credi davvero che Moirania rappresenti un pericolo per l’Olimpo?»

La risposta era implicita e non attese replica.

«Moirania ha creato un amore che ha superato ostacoli, inganni e paure. Un amore che continua a resistere. E che rende più forti non solo i mortali, ma anche chi ha creduto in esso. Ha costruito un ponte tra noi e loro. Quanti di voi possono dire lo stesso?»

Sorrise, senza arroganza.

«Le sue azioni non hanno mai minacciato l’ordine divino. Al contrario, ci hanno mostrato una direzione: quella che dovremo seguire per non essere dimenticati.»

Poi si voltò verso Morfeo. Con un gesto rapido e preciso, estrasse un piccolo pugnale dorato e recise le catene che lo trattenevano.

Morfeo barcollò, ma Eros lo sostenne con una mano.

«Posso stare in piedi da solo» mormorò. Poi, chinò il capo in segno di riconoscenza.

Si raddrizzò.

I suoi occhi cercarono Zeus, poi Ade che si alzò, come se avesse risposto a un invito.

«Mio caro Morfeo» disse con tono amichevole. «Comincio a sospettare che tu abbia portato Atena esattamente dove volevi. Anche se lei non è ancora pronta ad ammetterlo.» Poi si rivolse al Consiglio. «Conosco Moirania da quando era bambina e per caso ho scoperto le sue potenzialità. Non è un pericolo per nessuno.»

L’anfiteatro si irrigidì.

«Molti tra voi ignorano un episodio del passato che ci ha reso protagonisti. Intendo me, Moirania, Morfeo e un giovanotto che gode ancora della mia simpatia» disse Ade. «Da bambina, provò a riportare Euridice nel mondo dei vivi. Si era commossa davanti alla disperazione di Orfeo, e lui approfittò di quelle emozioni.»

Il suo sguardo scivolò su di me, ma non con severità.

«Morfeo intervenne prima che la sua idea diventasse definitiva e rispedì Euridice agli Inferi. In principio mi irritai, ma Persefone la prese in simpatia e mi fece notare che era solo una bambina che cercava di alleviare le pene di Orfeo, senza sapere che le sue azioni l’avrebbero messa nei guai.»

Fece un passo avanti, la voce bassa e sicura.

«Ora, Atena, potresti trovare ragione in questa premessa, ma c’è un aspetto della vicenda che non va sottovalutato…»

Continua...

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. “«Clara è diventata la mia famiglia. E quando le Muse l’hanno conosciuta, hanno visto in lei ciò che per prima avevo notato: un cuore capace di amare senza misura.”
    👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼

  2. Un altro episodio impeccabile nello stile, efficace nei dialoghi e coinvolgente, soprattutto per certi tratti umani con cui hai definito alcune di queste figure mitologiche.
    Sempre bravissima.

  3. “«Tu non sai cosa significhi amare. Né fremere di desiderio. Tu pianifichi. Calcoli. Agisci solo quando è propizio. E dimentichi il piacere della scoperta che nasce dall’errore.»”
    👏 👏 👏