
Paccottiglia
Serie: Quando matrimonio e patrimonio fan rima con pandemonio
- Episodio 1: La Rolls
- Episodio 2: “La sposa in posa” Atelier
- Episodio 3: Il burkinabé
- Episodio 4: Nella Duna a 4 ruote
- Episodio 5: La spia
- Episodio 6: La punk china
- Episodio 7: Nozze in diretta TV
- Episodio 8: Scandalosa Milly
- Episodio 9: Sotto le Stelle
- Episodio 10: Paccottiglia
STAGIONE 1
In un’ambulanza del 118 l’autista e l’operatore sanitario, due uomini rotondetti sulla quarantina, sono in attesa di una chiamata dalla centrale delle emergenze. La loro non è una dolce attesa, nonostante le pance al sesto mese dimostrassero il contrario, è un’attesa dolce per via di una dozzina d’irresistibili pastine mignon che non aspettavano altro che di essere pappate.
«Oggi abbiamo battuto la fiacca, solo tre interventi» è l’autista, impegnato col dito indice in una complicata pulizia del setto nasale, operazione particolarmente gravosa visto la profondità dell’intervento.
«Ssshhh! È la centrale, rispondi.»
«Panzoni, mi sentite?»
«Ciao Rudy, dimmi tutto.»
«C’è un infartuato in Strada Costiera 118, nel ristorante stellato Sotto le tre stelle. In campana, sembra si tratti del Cavaliere Berluscani.»
«Che sfiga, proprio adesso che stavamo per finire il turno.»
Attivata la sirena, l’ambulanza del 118 parte in quarta; bloccato il traffico, si dirige a tutta birra – analcolica – al civico 118.
«ll 118 al 118: abbiamo fatto bingo!»
«Dai, che ne salviamo un altro da Belzebù.»
«Oggi mi sento Hamilton: imprendibile.»
~~~~~
«Mamma, guarda! Papà ha aperto gli occhi.»
Con lo sguardo attonito, il Cavaliere si guarda intorno paralizzato dallo spavento, siccome immobile in un letto d’ospedale non si capacita di quello stato. Osserva le sue membra e la stanza spoglie, dopo una veloce controllatina scaramantica al membro conclude che è ancora vivo e vegeto, non una spoglia mortale: “Ei fu.” «Tiè! Ci sono ancora, c***o! Ci sono ancora, Alessandro!» (Nda: che bello riscoprire parole dal sapore antico, reminescenze manzoniane che mai avrei pensato di piegare e d’impiegare per le mie esigenze pseudo-letterarie)
«Or vedo una lacrima a inumidir le tue dolci gote. Dimmi, orsù, che ti rattrista, figlia mia adorata?»
«Genitor mio di primo letto, corre l’anno di grazia MMXXV!
Ma come parliamo!»
«Già! Vorrei proprio sapere chi ci ha messo in bocca queste parole che sanno di un lontano mondo antico.»
«Ti chiedevo, Samantha: perché quella lacrima?»
«Piango di gioia, papà.»
«Ma non sono ancora morto.»
«Che dici, papà!»
«Dopo quello che ti ho fatto.»
«Fatto cosa?»
«Ma dai, mi sono comportato come uno str***o, lo ammetto. Ti ho fatto fare una figuraccia imperdonabile.»
«Ma se è stato tutto bellissimo, hai organizzato un matrimonio da favola:
grazie per la carrozza, mi sono sentita una principessa;
“grazie dei fior”, li ho molto graditi;
grazie dell’abito con i mille pizzi;
grazie della location, Miccio si è superato;
grazie mille* a Max che ci ha omaggiati della sua musica, grazie, papà: sei un mito**;
grazie di essere ancora tra noi, papà, quando ti sei sentito male al ristorante ho pensato che non eri immortale, che potevo perderti.»
«Allora mi perdoni?»
«Ma di cosa, papà? Cosa devo perdonarti?»
«L’abito da sposa da quattro soldi, un’opera made in China da 250 euro, ‘Ngamal che ti ha fatto da autista improvvisato con la sua Duna scassata.»
«Ma cosa stai dicendo, papà!»
«E poi, i fiori che non erano freschi, erano del funerale del giorno prima, il fotografo fantasma, il pollo fritto, l’agriturismo a menù fisso 25 euro, tutto per spendere poco, pochissimo.»
«Ma non è stato così, e poi perché l’avresti fatto?»
«Hai presente il matrimonio di Bezos a Venezia?»
«Certamente, è stato un evento, e che vento, più della Bora, ma non capisco dove vai a parare.»
«Volevo spendere quanto lui, ovviamente in proporzione, perciò il budget per il tuo matrimonio non doveva superare i duemilacinquecento euro.»
«Ma scherzi, è la cifra che hai speso solo per le bomboniere.»
«Così tanto!»
«Sì, papà.»
«Ma… Allora è stato solo un incubo.»
«Lo penso proprio.»
«Meno male. Ma l’infarto?»
«Quello è vero. Ma sei fuori pericolo, i dottori dicono che la tua è una fibra forte, il cuore è un po’ affaticato ma ce la farà.»
«Però ti ho rovinato la festa, anche questo è vero.»
«La festa era ormai terminata, stavamo per uscire dal ristorante, non fartene un cruccio. Piuttosto, dimmi cosa ti ricordi di quel brutto incubo che ti fa sentire tanto in colpa.»
Il Cavaliere riordina tasselli di memoria ricostruendo quasi interamente il sogno, poi prende la mano di Samantha e, non nascondendo un certo imbarazzo, inizia a raccontare: la vergogna è palpabile.
«Stammi a sentire, Samantha: sono un cretino, un vero cretino. Quando mi hai chiesto la Rolls sono andato su tutte le furie, come per quel matrimonio esagerato, strombazzato quale evento glamour dell’anno su tutte le riviste di gossip. È stato come prendere un pugno nello stomaco, un colpo basso; così ho pensato a una ripicca, a una provocazione che facesse scandalo aprendoci gli occhi, lo potevo organizzare anch’io un evento così e spendere quanto Jeff, con le debite proporzioni, in fondo, duemilacinquecento euro non erano/sono niente per le mie tasche. Ho quindi immaginato un matrimonio con quel budget minimo, davvero ridicoli, ti sembra?»
«Ridicoli chi?»
«Il budget ed io.»
«Ma non è stato così, papà, non ti sei risparmiato nelle spese, nonostante il tuo braccino corto.»
«E meno male! Anche se devo confessarti che un po’ mi ha pesato. In cuor mio volevo punirti ma non ho avuto il coraggio di farlo, sotto questa scorza batte un cuore, Samantha, anche se non s’ha da vedere.»
~~~~
Il Cavaliere non ha tutti i torti, da bravo ragioniere e numeri alla mano appare evidente che quella che è una grossa cifra per una famiglia media non è niente per il Cavaliere, quello che per il Cavaliere è tantissimo non è niente per un miliardario. I $25.000.000 spesi da Bezos per il suo matrimonio, un decimillesimo del suo patrimonio, equivalgono a circa €2.500 in proporzione al patrimonio del Cavaliere che non è modesto, €25.000.000 non sono bruscolini.
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Dopo aver ascoltato con curiosità e devozione le parole del padre che stava in quel letto d’ospedale, Samantha rimane perplessa.
«E io che pensavo avesse speso tantissimo a Venezia.»
«È vero, ha speso più di tutti, ma in proporzione ha speso meno di quanto ci si possa immaginare, una vera inezia.»
«Papà, visto che sei bravo a fare le proporzioni, uno che vive solo del suo stipendio quanto dovrebbe spendere per un matrimonio?»
«Dai dieci ai venti centesimi.»
«È incredibile! Allora l’anello da tre milioni che ha regalato alla sua promessa sposa cosa rappresenta per lui?»
«Paccottiglia, Samantha, paccottiglia.»
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Il ragionamento può sembrare astruso ma nasconde un fondo di verità, bisogna diffidare dalle apparenze perché i numeri in assoluto non dicono assolutamente niente, e tantomeno la verità.
*CD degli 883
**Brano degli 883
Serie: Quando matrimonio e patrimonio fan rima con pandemonio
- Episodio 1: La Rolls
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- Episodio 3: Il burkinabé
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- Episodio 5: La spia
- Episodio 6: La punk china
- Episodio 7: Nozze in diretta TV
- Episodio 8: Scandalosa Milly
- Episodio 9: Sotto le Stelle
- Episodio 10: Paccottiglia
Una bella storia che io mi sono goduta praticamente completa in questo primo pomeriggio. Mi sono divertita tra rocamboleschi imprevisti, contraddizioni della vita, personaggi ben disegnati e, alla fine, una morale non da poco.
Credo che tu abbia proprio questo dono di usare l’umorismo, spesso davvero macabro, per portare il lettore a riflettere su certi valori che oramai si sono trasformati in uno show di basso livello.
Ti svelo un segreto: dovresti farmi ridere (e spesso succede), ma la maggior parte delle volte, mi metti addosso una tristezza…(buona, si intende!)
Grazie Fabius per la lettura 🙂
Grazie Cristiana, da quel che ho capito sono il tuo iconico pagliaccio triste, il tuo Fabius P.ierrot, dietro a ogni sorriso non manco mai di una lacrima sul viso.
“Vorrei proprio sapere chi ci ha messo in bocca queste parole che sanno di un lontano mondo antico”: bella questa😅
Ne combino di tutti i colori, Manzoni e Fogazzaro si rivolternno nella tomba.
Caro Fabius, sono un po confusa. Non capisco… la realtà è quella che il Cavaliere crede di aver fatto o quella che racconta Samantha? ‘Ngamal è in prigione o a casa a sistemare il giardino? Ci devo riflettere. Posso, però, farti i miei complimenti. Hai una padronanza nell’uso della parola che ti invidio. Spesso i pensieri più profondi, li ritroviamo nelle storie più originali e surreali come la tua. Bravo.
La realtà è quella di Samantha. Berluscani avrebbe voluto un matrimonio da quattro soldi ma, poi, non ha avuto il coraggio di metterlo in atto. Così, tutta la storia è un sogno, il vero matrimonio non l’ho raccontato, tranne che nelle poche parole di ringraziamento al padre di Samantha. ‘Ngamal ha vissuto questa storia a sua insaputa diventando comunque un vero protagonista. Lui fa il giardiniere e devo dire che non se la passa male. Hai letto “Mi presento: sono un personaggio?” ‘Ngamal è diventato amico tuo, forse non te ne sei ancora accorta.
Ceeee, posso rispondere ai saluti?
Certamente che puoi rispondere ai saluti,
Un Cavaliere rinsavito… o forse “solo” infartuato? Si capovolge la storia, ma non la morale. Bravo Fabio, grande apertura col 118. A presto
Anche i ricchi, e per fortuna anche loro, hanno tanti problemi, solo che con i soldi li risolvono più facilmente. Grazie per aver letto anche l’ultimo episodio di una storia senza pretese, come nello stile di Fabius P., Fabius P.iù di così non ne è capace,
Ora capisco. Mi pareva strano che, per quanto avaro, il cavaliere, rinunciasse al lusso che poteva ostentare il giorno del matrimonio di sua figlia, senza neanche un po’ di megalomania. Più che un Berluscani padre, appariva come uno spilorcio, meschino Berluschino. L’ incubo, però, giustifica tutto.
Grazie per aver letto tutta la storia, spero ti sia divertita più che con i problemi dei Berluscani con il povero ‘Ngamal e tutti gli altri personaggi. Hai ascoltato Nono? Io non riesco ad ascoltare le sue composizioni per intero, neanche per un nono.
Avevo sentito e ora ho riascoltato i due brani musicali di Luigi Nono. Di solito ascolto musica per rilassarmi, oppure per ricaricarmi, in questo caso l’effetto mi pare più che altro angosciante. Forse potrebbe andar bene come colonna sonora di un thriller.
Nono andrebbe bene come sottofondo per le storie di Alessandra Biagini, una scrittrice Openiana le cui opere sono davvero terrificanti, e questo è solo un eufemismo..