Paradiso

Uccidi i tuoi idoli e diventa l’idolo di te stesso. La fredda e scura nube, però, è già dietro la collina, sta arrivando. Non rimane molto tempo per cercare il varco, ma io non ho distintivi o pistole da consegnare e non ho mai indossato stivali. Mi hanno detto di bussare, di continuare a bussare e sicuramente una porta si sarebbe aperta, anche per me. Io l’ho fatto, bussavo, bussavo, ma le porte non c’erano, io non le vedevo, il gesto, colpivo solamente l’aria. Il paradiso c’è? Che cos’è? Dov’è? Forse aveva ragione quel tizio quando diceva che sarebbe proprio una bella fortuna finire la propria vita vivi.

C’era soltanto un piccolo tavolo di legno a dividerli. Finalmente erano l’uno di fronte all’altra. Nessun timore di guardarsi dritto negli occhi, quelli di lei erano grandi occhi azzurri, di un azzurro cielo alpino di Maggio. Le mani in nervosa ricerca di qualcosa da afferrare, da muovere, da stringere. Il tempo trascorreva estraneo. Tutto era fuori, ma dentro c’erano le parole, l’ansia di spiegare, la brama di comprendere e poi c’erano gli argomenti seri mischiati alla voglia di ridere, conoscersi, l’intento comune di dare il meglio, ma anche di essere come sempre. C’erano i quesiti, gli inviti, le questioni poste, tutti transitavano accanto a loro velocemente, le risposte sincere, ma date con la paura di deludere, la possibilità di elevarsi all’estasi tanto agognata o di sprofondare nel tormento più angoscioso.

Lui all’improvviso le fece una domanda, semplice, leggera, spensierata, ma dietro c’era altro. Voleva sapere qual’era il suo pezzo preferito, la musica, quello della vita, il primo, il brano che ti accompagna, quello. Lei lo interruppe dolcemente e muovendo lentamente le labbra, rispose: “Knockin’on heaven’s door”, fece una pausa e poi: “ma non l’originale, quella fatta dal gruppo rock.”

No, era lei, non era possibile, era lei! Anche lei aveva capito, non ci poteva credere. Finalmente, aveva trovato qualcuno che come lui, aveva raggiunto quel grado di consapevolezza. Quella semplice risposta a quella apparentemente banale domanda, diceva molto. Significava che anche lei come tutti avrebbero dovuto, ma forse come non molti, aveva ben presente nell’anima sua che prima o poi arriva un momento nella vita in cui le etichette ed i distintivi non contano niente, prima o poi tutti incontriamo nemici più forti di noi a cui è perfettamente inutile sparare con le nostre pistole. Sei solo tu e le tue esigenze istintive e bestiali, quando non sei solo è perché sei con qualcuno pronto a sfruttarti e prosciugare le tue energie. Anche lei, quindi, era consapevole che i capolavori spesso sono costituiti da fattori semplici ed essenziali, sapientemente assortiti tra loro, un concetto, due strofe, qualche nota in armonia. Una cover potrà mai essere migliore dell’originale?

Due individui che avevano compreso, afferrato qualcosa, forse qualcosa d’importante o forse no, ma dovevano stare insieme, condividere. Lui avrei potuto essere io e lei qualcuno con cui tante volte avevo immaginato di vivere quella scena, quella situazione, quella domanda, qualcuno con cui avevo così fortemente desiderato e vividamente immaginato che tutto ciò accadesse, da essere disposto a …, a niente.

Si bussa, si bussa, ma la porta del paradiso non si apre. Il paradiso è prolungare il più a lungo possibile la propria infernale sopravvivenza.

“Mama take this badge from me

I can’t use it anymore

It’s getting dark too dark to see

Feels like I’m knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Mama put my guns in the ground

I can’t shoot them anymore

That cold black cloud is comin’ down

Feels like I’m knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

YOU JUST BETTER START SNIFFIN’ YOUR OWN RANK SUBJUGATION

JACK ‘CAUSE IT’S JUST YOU AGAINST YOUR TATTERED LIBIDO, THE

BANK AND THE MORTICIAN, FOREVER MAN AND IT WOULDN’T BE

LUCK IF YOU COULD GET OUT OF LIFE ALIVE.”

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