Partenza per Turenz

Serie: Città Metafisica


(Scritto in collaborazione con Sabrina De Martini)

Carlo Alberto Arcalli e Margherita Anselmi sono compagni nella vita e nelle loro esperienze. 

Hanno un sogno…da sempre…quello di esplorare i luoghi nascosti e vivere intensamente le atmosfere della città metafisica. E’ il loro Luogo per antonomasia.

«Che ne dici, Carlo ?» domanda Margherita al compagno. «A cosa ti riferisci…mia cara ?» risponde l’uomo.

«Ma al nostro viaggio. A Turenz. La nostra città» un sorriso accompagna la voce melodiosa della donna. Carlo Alberto guarda Margherita sorpreso e con un pizzico di disappunto : «mi piacerebbe, ma lo sai che non posso muovermi da qui». Margherita non replica. Sa bene che Carlo Alberto non può spostarsi, ma l’entusiasmo e la sensazione che il momento sia giunto l’ha portata a esternare il proprio desiderio.

«Puoi sempre partire tu, Margherita» aggiunge l’uomo «poi, magari, potrei raggiungerti in un secondo momento…quando sarà possibile per me lasciare questo posto senza timor di problemi». La donna lo guarda, un misto non troppo definito di riconoscenza e dispiacere dipinge il suo volto. «Faresti davvero questo per me, Carlo ?».

La decisione dell’uomo di lasciare alla compagna la possibilità di partire senza di lui è sicuramente una scelta difficile…quasi estrema…visto l’amore che li lega. Ma proprio per questo è l’unica strada percorribile : consentire a Margherita di iniziare a vivere l’esperienza di una vita, con la promessa di proseguirla e concluderla insieme. E non impedire un percorso virtuoso che legherà entrambi ancora di più.

Passano alcuni giorni…i preparativi per il viaggio hanno dominato le ore, i minuti, addirittura i secondi. L’orologio è diventato una presenza fra Carlo Alberto e Margherita. Un personaggio nascosto dietro le quinte della loro scelta, discreto e preciso.

Poi arriva il giorno della partenza. Carlo Alberto estrae dalla tasca interna del cappotto un libro. Sono tante piccole mappe della Città. I luoghi che Margherita dovrà visitare, esplorare, vivere, lasciandosi trasportare dalle sensazioni. Che giungeranno al suo compagno tanto lontano fisicamente quanto vicino nella mente. Poi i due si salutano e la donna sale sul treno. 

Margherita apre la prima mappa. Non è come quelle che è abituata a vedere nei libri di geografia. A ogni luogo è associato un preciso percorso nelle sensazioni, nelle emozioni e nelle più intime e nascoste paure. La donna sa che sarà un percorso di esplorazione singolare quanto complicato e per questo spera presto di poterlo proseguire con il suo amato Carlo Alberto.

Appunto di Viaggio Uno :

ll locale “Vita Nova” si trova nel mezzo della Turenz “esoterica”. Qui, l’incontro della magia bianca e della magia nera mi viene proposto anche nei piatti.

Vi è una fusione perfetta di sapori e profumi opposti.

Gli chefs, giovani, professionali e molto cordiali, mi conducono dall’Inferno al Paradiso senza che possa accorgermene…o forse me ne sto accorgendo, ma mi lascio condurre.

Da un letto di salmone affumicato, ricoperto di brodo al cioccolato, fagioli e paprica, salgo verso una cattedrale di crostacei caramellati alle cipolle di Tropea ed ortiche…per poi proiettarmi verso un terrazzo di maionese allo zenzero, tofu e finocchietto.

Il tutto viene “angelicamente”, o “diabolicamente”, accompagnato da una lacrima di Vermouth corretto al caffè, vodka e soja.

La mia discesa sulla terra viene anticipata da un eccellente caffè verde alla mousse di noci ed un conto coerente con il servizio e la qualità del cibo.

Esperienza da compiere e da ripetere. Assolutamente. Carlo Alberto…ti aspetto.

Appunto di Viaggio Due :

Nella piazzetta San Pietro e Paolo, altrimenti detta piazzetta del Cuore Pulsante, si affacciano una villa signorile di fine ‘700, tre condomini di fine ‘800 e la bella chiesa dedicata ai due Apostoli.

All’interno del cortile di uno di questi condomini, rallegrato da puttini su ogni balcone, è stato trovato un monumento assai strano.

Non è proprio un monumento ma neppure una di quelle statue a cui siamo abituati. Sembra, piuttosto, un grande aquilone sbilenco in procinto di cadere. Il colore è indefinito. Talvolta sembra blu, talvolta verde e, di notte, viola. Al tatto è piacevole: sembra velluto ma si intuisce subito che sotto il primo strato morbido la superficie è durissima. Ho fatto delle piccole ricerche e pare che vari studiosi ne riconducano la creazione a 2500 anni prima di Cristo. Forse di più.

Molti archeologi e letterati sostengono che si tratti della figura stilizzata dell’Arcangelo Michele nell’atto di uccidere il Maligno.

Anche i sacerdoti del quartiere ne sostengono la tesi…

Qualunque sia la spiegazione e l’origine, tutti in città sono entusiasti e si sentono in un certo senso “protetti e benedetti” e concordano nell’ergersi custodi di qualche cosa di sacro e caro.

Appunto di Viaggio Tre :

Al numero 31 di Via Silvio Pellico, in quella che fu la casa di un noto esperto di magia e mistero, viene messa a disposizione di ospiti e turisti una camera.

La famiglia ha deciso di dare in affitto la soffitta che ad ovest vede l’aula della Facoltà di Anatomia, a sud la verde collina e ad est la Basilica.

La camera si rivela subito ben riscaldata, pulita, profumata ed accogliente. L’arredo non è moderno ma è un autentico e ben tenuto “Stile Impero”. Il letto è comodissimo. Davvero mi concilia il sonno…ma il dipinto originale posto sulla parete di fronte sembra prendere vita e, in men che non si dica, mi ritrovo completamente rapita dalle scene di caccia che rappresenta.

Il cacciatore dipinto, anziché indicare la preda, si volta verso di me e mi sprona con sollecitudine ad aprire l’armadio guardaroba. Lo faccio e, con estrema sorpresa, ritrovo il cacciatore con il cane da caccia che mi esortano a spostare la cassettiera interna per infilarmi in un tunnel segreto. 

Più curiosa che impaurita lo faccio e mi trovo, dopo pochi istanti, nei sotterranei dell’Ospedale San Giovanni Battista Antica Sede, conosciuti anche come Infernotti. L’ambiente diffonde un’atmosfera inedita. Non mi incute né paura né sofferenza… E’ più la sensazione di pace a prendere forma.

All’improvviso comprendo che il vero albergo è questo. Un posto dove studiare, indagare, meditare e accumulare forze e coraggio per comprendere ciò che avviene in superficie ma, in realtà, viene deciso sottoterra e sottotraccia.

Qui vi sono nascosti tutti i dolori, le sofferenze e le ingiustizie subite da ogni forma vivente che non sono riuscite ad emergere. Questo è il luogo dei “senza voce”, dei “senza volto”, dei “senza vita”. 

Da qui si deve ripartire.

A mano a mano, le lacrime pietrificate conservate in alcune botti, si trasformano in perle e altre pietre preziose.

Il cacciatore ed il cane mi invitano a continuare l’esplorazione e, ogni volta che mi sovviene un lamento o un ricordo doloroso, un fiore inizia a prendere vita. Sembra che quel luogo nascosto abbia l’urgenza di emergere, farsi conoscere.

Mi guardo intorno: ogni cosa diviene più familiare e sono contenta che loro due siano qui con me. 

E, presto, mio caro Carlo Alberto…ci sarai anche tu. 

Serie: Città Metafisica


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