
Percorsi
– Uhm, bella domanda. Avrei preferito morire con mio padre che in questo posto in culo al mondo che sembra essere la fiera dei mono neuroni in mezzo alla neve, ma immagino di non poter aiutare molto la mia situazione e preferisco mille volte stare qui io, piuttosto che anche solo immaginare mio padre in un contesto simile. Va bene così, lo accetto. Come accetto il fatto di dover crepare a causa di dei sacchi di merda infinitamente più ricchi e potenti che pensano solo ad avere sempre più potere e terre che ormai, sono prive di ogni risorsa dal momento in cui abbiamo stuprato ogni singolo angolo di questo mondo. So di essere nata in un mondo crudele, dove la gente comune finisce sempre inculata. Pazienza, spero che la mia vita sia stata utile a qualcuno. È tutto quello che posso fare.
Aiden aveva ascoltato con grande interesse tutto quel discorso che aveva trovato lucido e di una razionalità sconcertante: nonostante avessero vissuto L’era della Decadenza dove ogni persona era invogliata a cadere nella depressione più nera, era confortante trovare qualcuno che- come lui, non aveva ceduto alla Decadenza.
– Il tuo è un atteggiamento parecchio stoico, lo apprezzo molto – sussurrò Aiden, genuinamente colpito da lei e dal discorso che aveva appena concluso.
– Non cercavo la tua approvazione, Aiden – gli rispose lei a tono: era già tornata ai suoi comportamenti tipici che divertivano molto il giovane uomo per la loro brutalità.
– Cosa ne pensi del provare a fuggire da qui? – le chiese lui con voce ancora più bassa, avvicinandosi appena a lei per farsi sentire.
– Penso che sia un’idea di merda. Manca già poco tempo alla fine delle nostre esistenze e non voglio crepare con una fucilata alla schiena mentre corro via in un bosco e mi macchio le mutande di merda.
Aiden emise un inudibile sospiro: per un attimo aveva sperato di poter fuggire insieme, magari anche con altre persone che avrebbero potuto unirsi a loro in una grande fuga.
– So tradurre questo tipo di silenzio – esordì lei, dopo avergli lasciato il giusto spazio per pensare. Aiden restò in silenzio, i suoi occhi brillavano nella notte ed incontrarono il luccichio dei suoi per un secondo.
– I Bagliori sono finiti, Aiden. Non ha funzionato. E stammi a sentire, non funzionerà mai. Non fare cazzate, non mettere a rischio la vita degli altri per le tue stupide pulsioni da ribelle. Sei caparbio, lo so che stai capendo il mio discorso e so anche che sei consapevole delle tue doti: il tuo carisma ed i tuoi comportamenti da eroe del popolo riuscirebbero ancora una volta a farti seguire in ogni tua scelta e per quel che mi riguarda, tutto ciò che puoi fare ora per aiutare la situazione è di tendere la mano al prossimo, aiutare ed essere un esempio da seguire.
Fantasma si rigirò ancora nel letto, mugolando appena, frustrata per non riuscire a trovare una posizione confortevole.
– “Se non possiamo avere la democrazia, allora ce la faremo noi” – sussurrò lui, accennando ad un breve sorriso.
– Esatto. La tua Lauren ci aveva visto lungo – rispose lei.
– Come fai a sapere di questa frase? – chiese lui, sollevando un sopracciglio.
– Non ho partecipato attivamente alle manifestazioni, ma vi seguivo sempre. Eravate su tutte le televisioni. Deve mancarti molto lei, vero?
– Non ne hai idea. Avrei voluto solo stare con lei e mia figlia in questi giorni – disse lui in un sospiro triste. Strinse gli occhi che minacciavano di diventare lucidi ed ingoiò la massa di tristezza accumulatasi nella gola.
– Mi dispiace, Aiden. Ma tu sei sempre stato del popolo, ricordalo. Se il destino esiste, ti sta chiaramente dicendo di diventare un simbolo, un esempio di umanità da seguire.
Aiden si prese del tempo per riflettere su quelle parole che gli erano state dette e se da una parte ci si ritrovava, dall’altra non faceva altro che immaginare i volti di Lauren e della piccola Lily. Sfiorò il proprio anello ed i propri occhi tornarono a brillare.
– E tu? Quale è il tuo scopo? – chiese lui, sfregando cheto il volto sul cuscino sottile per asciugare un rivolo di lacrima scappata da un occhio scuro.
– Non tutti dobbiamo nascere con degli scopi nella vita, questo è ciò che credo. Ma tu hai di fronte a te un destino già segnato e devi solo percorrerlo. E devi farlo, altrimenti ti ammazzo nel sonno una di queste notti – la sua tonalità di voce viaggiava tra il serioso e il folle e Den non sapeva dire con certezza se ella stesse scherzando o meno.
Non ebbe il tempo di rispondere che lei aggiunse:
– Ora dormi. Ricorda che mancano trenta secondi alla mezzanotte.
– Sono dieci. La corresse.
Le accennò ad una risata e nel giro di un paio di minuti, riprese sonno.
Ad Aiden sarebbe servita un’altra ora per riaddormentarsi, impegnato ad immaginare nella penombra i volti delle persone più care a lui al mondo mentre stringeva il suo anello sull’anulare.
Alle sei spaccate del mattino, diverse allarmi trillarono per far sobbalzare nella propria branda ogni soldato presente in quel mastodontico complesso rettangolare abitato da reclute, superiori, inservienti, infermieri e ed altre figure.
Dopo aver consumato un mediocre pasto in scatola ed aver preso due capsule a testa di vitamine ed essersi vestiti, un soldato diverso da quello che era di guardia la sera prima, fece entrare un infermiere militare nella tenda: indossava anche lui un’uniforme,ma lo contraddistingueva lo stemma di una croce rossa su sfondo bianco inserita sul petto e su ambo le spalle. Visitò Fantasma, accertandosi che la sua contusione fosse fuori pericolo, poi il setto nasale di Aiden e li guardò in viso con occhi inespressivi, quindi dette l’ok al soldato per accompagnarli al campo di addestramento.
Era una giornata particolarmente fredda: la neve caduta nei giorni antecedenti si stava inesorabilmente trasformando in ghiaccio, tuttavia un paio di raggi di sole facevano capolino dal cielo, squarciando il grigiore delle nubi.
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