
Pianeta Zero
Serie: SID-Pianeta 0
- Episodio 1: Pianeta Zero
- Episodio 2: Araat Varkut
- Episodio 3: Ascolto
STAGIONE 1

[1] Nel mezzo del mondo l’Ora Eterna, separa le tenebre dal giorno; è la cicatrice dell’infinito crepuscolo in cui vi si trova l’unica probabilità di sopravvivere. Essa percorre l’equatore della sfera celeste sulla quale ho trascinato tutte queste anime, dividendola perfettamente in due mondi. Un pianeta fermo, immobile, privo di volontà, completamente assoggettato alla gravitazione dell’immensa stella che ne ha catturato l’orbita. Nulla cambia e nulla si scambia fra notte e giorno, poiché questi sono per l’eternità divisi, non devono l’uno divorare l’altro per esistere. Nessun’alba segna l’ingresso dell’Ora Eterna, essa è lì, al confine fra luce e buio, da sempre; solo la pallida luce rosea del tramonto delinea l’unico luogo possibile al nostro concetto di vita. In questo sempiterno vespro gli embrioni sopravvissuti alla fuga, siamo riusciti a farli incarnare e sono spuntate nuove generazioni di noi. Non so quanto sia stato leale nei confronti di quelle anime ancora non nate, l’averle trascinate in quest’inferno di guerra e morte. Avevamo però deciso tutti assieme che sarebbe stato fatto in questo modo e ho scelto, forse sbagliando, di non tradire i miei fratelli. I nuovi di noi vivono in uno strano assetto etico, ragionano come se non avessero mai inciampato sulle contraddizioni. Non si curano dei paradossi, hanno sviluppato una psicologia aliena che non prevede l’integrazione di bene e male. Si ragiona per assoluti, la mediazione è una conquista culturale, difficile da intendere se non si coltiva profondamente e per anni l’arte della filosofia e lo studio della nostra specie, quando ancora abitava nostri mondi antichi. I più sapienti sono freddi ragionatori, ma in grado di sviluppare un certo equilibrio fra etica ed estetica. Di nascita in nascita, lo studio della nostra origine diviene un inutile fardello trascinato sempre più svogliatamente. Fra le fila delle ultime generazioni vi è chi inizia a chiedersi quale sia l’utilità di perdere tempo ed energie per studiare una specie ai suoi occhi ormai del tutto aliena, impalpabile; alcuni iniziano a sospettare che si tratti soltanto di un mito, una religione primitiva, ideata nel tempo per spiegare alcune cose del cosmo, trovando giusto l’accantonare questa sapienza nel ripostiglio della storia.
[2] Glaciali o infuocati, i loro spiriti non vivono cercando di mediare fra rabbia e quiete, la loro logica è guidata dall’emotività pura. Li temo per come sono divenuti. Se colui che ci ha spinti a rifugiare gli ultimi della nostra specie qui, incontrasse questo popolo di mutanti, cambierebbe idea sul perseguitarci e ci lascerebbe finalmente in pace. Chiunque, entrando in contatto per la prima volta con le anime che ho traslocato sino qui, si ritirerebbe inorridito dal proseguire qualsiasi relazione. Vorrei dirmi innocente per la tragica mutazione della mia specie, ma – per quanto elucubri giustificazioni su giustificazioni- rimango parte della colpa. Sono atterrata sul pianeta più lontano cui mi era possibile raggiungere, al netto delle mie forze. Qui l’Armata non può trovarci, i suoi spettri hanno smesso di inseguirmi già sin dai Mari Orientali. Il mondo in cui sono discesa è un’isola spersa fra i Grandi Banchi nei Mari Profondi; un gruppo di pianeti oltre il limite della conoscenza degli Dei, perciò l’orda del Duca ha perso le nostre tracce. Non sono il solo Vascello ad aver messo in salvo le anime dei profughi, altre anime si sono consacrate a un simile incarico. Mi chiedo in quali mondi siano approdate le mie sorelle. È troppo presto per instaurare una connessione fra Vascelli. Pur essendo come un unico corpo, e potendo pensare come un’unica mente, non siamo un’entità alveare; abbiamo in potere di divenire una mente collettiva o di permanere come entità individuali. Si è deciso per il bene dei profughi, che per alcune epoche, fra noi Vascelli scendesse il silenzio. Se i predatori del Duca avessero arpionato una di noi, raggiungendo il suo prezioso carico di anime, il danno, pur tremendo, sarebbe rimasto lì; non avendo modo d’intercettarne le linee di connessione. Non ho neppure la percezione di quanti profughi abbiano potuto salvarsi. Più triste è il fatto di non poter tramandare la storia di noi Vascelli. Il silenzio deve essere un gorgo dalla più nera oscurità, nulla deve uscire di noi dai mondi sui quali siamo scesi. Esisteremo tacendo sino a quando gli occhi del Duca non saranno sufficientemente lontani persino dal bordo più remoto e per loro irraggiungibile della conoscenza. Il rischio è che in questi secoli di guerra, il Signore dei Cento Milioni di Anni abbia creato anime con gli ibridi di noi catturati, e che qualcuna di tali oscenità sia stato lanciata dalle sue catapulte cosmiche oltre i confini della sua stessa sapienza. Non potendo connetterci fra noi, non possiamo venire a conoscenza se una simile indegnità sia stata prodotta.
[…]
Serie: SID-Pianeta 0
- Episodio 1: Pianeta Zero
- Episodio 2: Araat Varkut
- Episodio 3: Ascolto
Una lettura complessa, sci-fi filosofica, che impone l’ascolto attento di ogni singola frase, a volte anche una sola parola, specie quando entra nella semantica della poesia, ma attraverso la quale è possibile cogliere delle analogie con il mondo odierno: l’immobilità del pianeta può essere vista come quella della nostra generazione; l’individuazione della Vita attraverso le zone grigie, di confine, fuori dai grandi blocchi di etichette, è un messaggio che dovremo dare ai giovani d’oggi (ps cavolo, sto parlando come un vecchio); vedere una mediazione come una conquista culturale, lascia intendere che sia finito quel processo che stiamo vivendo adesso, fatto della decadenza della comunicazioni, di silenzi tesi, non filosofici come quelli che avvengono su questa pianeta.
Grazie David, per esser passato . <3 Quando ho iniziato a scrivere non avevo la minima idea di cosa avrei raccontato. Cominciata con delle macchie di inchiostro, come quella del manoscritto che ho inserito, continuata nel piccolo quaderno che uso sempre in questi casi, è andata quasi da sé verso questa narrazione. Ho scritto ancora, vediamo come ne esco dal Pianeto Zero 😀 Un caro saluto, ci si vede il 15 al solito posto!
Mi affascina come le vicende delle tue differenti serie siano comunque tutte intrecciate, una matassa difficile da districare eppure armoniosa.
In questa nuova serie, mi colpisce lo stoicism dei Vascelli, votati al reciproco silenzio (e che sacrificio, il non comunicare è quindi non sapere) per un bene maggiore
Tutte le serie sono rami di un’unica pianta ;). Ho ripensato al tuo commento in queste ore. In effetti il silenzio nell’era in cui viviamo parrebbe una condanna tremenda! Grazie per l’apprezzamento!
Scritta davvero molto bene, complimenti.
Grazie di cuore Gabriele, cerco di delineare dei registri stilistici che plasmino le storie assieme agli altri elementi narrativi.
Molto eclettico questo librick!
Non avevo pensato alla definizione ‘eclettico’ per questo racconto, ma, meditandoci, potrebbe calzare bene. Grazie <3