Pioggia nella capitale

Serie: Pioggia nella Capitale


Prima prova per una serie semi-horror/drammatica. Racconta la vicenda di un Tecnico Informatico e una Infermiera che hanno da poco perso un bambino fino a quando non succede qualcosa che cambierà per sempre le loro vite

Passo dopo passo, sotto una pioggia battente, ritornavo stanco da lavoro, il cappotto zuppo, l’ombrello bucato e le scarpe infangate, che brutta giornata, la lana del cappotto mi tiene al caldo ma l’acqua appesantisce tutto sulle spalle e le scarpe mi danno fastidio, vabbe manca solo qualche centinaio di metri.

La città con la pioggia si svuota, ma dove sono tutti? Anche davanti al diner che rimane aperto fino a tardi, dentro non c’è più nessuno; vabbè oggi faceva abbastanza freddo, la gente avrà preferito una zuppa calda a casa. Chissà come sta Debora, anche lei avrà avuto una giornataccia non so neanche come faccia a fare quel lavoro, almeno io non ho a che fare con tutte quelle persone malate, povera gente. Finalmente arrivo alla porta, salgo i gradini, estraggo le chiavi, le chiavi.. sono rimaste dentro, come ho fatto a lasciarle li tutta la giornata senza accorgermene? Vabbe suono,

driiin” 

non risponde, fammela chiamare. 

tu,tu, tu; risponde la segreteria telefonica di 3, 7

uffff, chiedo alla gentile signora di affianco, menomale che le ho lasciato le chiavi per le emergenze.

chi è??

– Signora Iacovelli sono Io il vicino, mia moglie non risponde e ho scordato le chiavi mi apre –

Mangi pane scordato, entra

– Grazie – menomale che era gentile..

Come sta Debora??” – Eh signora lo vorrei sapere anche io, non mi risponde al telefono –

Povera figlia sta sempre con i malati sicuramente sarà stanca, falle tu qualcosa da mangiare che solo al computer sei stato” 

– Si signora non si preoccupi –  Vabbè è anziana non capisce.

Ecco giovanotto, prendi questi li ho fatti per il piccolino

– Grazie signora non doveva –

Nono prendi, e quando nasce fatemelo vedere eh” 

– Si non si preoccupi, buona serata –

Ciao bello ciao, ciao

La pila di sciarpe da neonato cresce nell’angolo, non si abituerà mai, gliel’abbiamo provato a dire ma non capisce. Ecco le chiavi sempre qua le lascio è una cosa assurda, finalmente mi posso togliere le scarpe, fra un po mi usciranno i calli ai piedi. Un pò di acqua è proprio ciò che ci vuole ora, entro in cucina, la cucina, quanto tempo abbiamo speso per immaginarla, tagliare i pezzi di legno, assemblarla, montare il piano, montare il forno e ora, i piatti abbandonati nel lavello, la dispensa tarlata la spesa buttata sul tavolo perchè dovrei smontare la cucina e rifarla da capo, ma sono stanco, almeno l’acqua è ancora buona. Sento una macchina da fuori, sarà Debora, anche il garage si è aperto, è sicuramente lei. 

Fammi scendere ad aiutarla, probabilmente sarà andata a fare la spesa, in casa c’è poco e niente per i mobili tarlati, per quel poco che posso voglio aiutarla. Mi metto un paio di scarpe al volo e scendo, mi tiro la porta alle spalle, scendo di nuovo le scale, che poi dovrò fare al contrario carico di cibo sicuramente. 

Arrivo al piano terra, apro la porta cigolante del garage ed eccola, la mia cara mogliettina, quante ne abbiamo passate insieme, e nonostante tutto, è sempre così bella il viso calmo, leggermente rugato, anche noi stiamo invecchiando, la bassa statura, l’ho sempre presa in giro dicendo che era tascabile, che stronzo che ero alle superiori, e quella forza soprannaturale che la contraddistingue, potrebbe trainare una mandria di buoi solo se lo volesse la mente, però quando è con me si fa sempre piccola e debole, per darmi qualche soddisfazione, però non glielo dirò mai che lo so, mi piace questa sensazione.

Mi vuoi guardare un altro pò o mi aiuti?

Ero rimasto lì, impalato, e la guardavo, dopo quella frase sono rimasto ancora qualche secondo alla porta, continuavo a non capire. -Sisi arrivo- stava con la borsa della spesa in mano, la afferro, le do un bacio, uno di tanti che però sembrano tutti come il primo e torniamo sopra. 

– Come è andata la giornata? –

Il solito

– Vabbene –

La Iacovelli ha fatto un altra sciarpa..” -Si vabbe però non ci pensare- cerco di coprire la pila più che posso. 

Lei si avvia stanca in camera da letto -Vuoi mangiare- “Non so” -Vabbe mo me la vedo io- 

Nella busta c’è del pane, salumi, un pò di tonno, un succo di frutta e poco altro, sarà difficile fare qualcosa da questo; mi metto ai fornelli, c’è prima di cucinare devo anche lavare i piatti, sono finite le padelle, scaldo un pò di pane nel forno, un fondo di olio e burro per la pasta con il tonno e mi arrangio con quello che abbiamo. Prima o poi la situazione cambierà dai. 

– Amore è quasi pronto –

Sisi arrivo” 

Scolo la pasta, la passo nella padella, salto un pò e poi un tonfo.

-Tutto ok?- 

Non risponde, mi tolgo il grembiule e poi nulla, nero, e un dolore allucinante sulla fronte.

Serie: Pioggia nella Capitale


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Discussioni

  1. Urgh! Io abito a Varese dove piove molto, ma un po’ in tutta la Lombardia piove parecchio. Oggi invece è una bella giornata e, dopo aver letto il tuo racconto, ancora di più