Polvere (1/2) – Memento, homo

Serie: L'angoscia e l'ignoto


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il ritorno al paese per il funerale di un caro amico.

«Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris

Il sacerdote che regolarmente teneva messa nella piccola chiesa del paese era solito pronunciare locuzioni latine. Ma per non lasciare nell’ignoranza la quasi totalità dei fedeli ne dava subito dopo una versione comprensibile a tutti aggiungendo spesso commenti personali.

«Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai. Con queste dure parole Dio condanna Adamo alla fatica e alla morte. Perché ha peccato! Ha peccato come tutti noi pecchiamo!» Il prete terminò la predica con voce ferma e solenne.

Franco non ricordava molto del rito cattolico. Da bambino i suoi genitori, soprattutto sua madre, lo avevano costretto a seguire le messe domenicali, ma da allora era passato molto tempo. Da quando aveva potuto decidere da sé le poche occasioni in cui era stato in chiesa si erano limitate a matrimoni e funerali, questi sempre più frequenti negli ultimi anni. Oltre, ovviamente, a qualche visita a basiliche e cattedrali durante i rari viaggi.

Questo rito funebre lo aveva colpito profondamente, perché significava la perdita di uno dei suoi più cari amici. Gli amici veri, quelli che ci portiamo dietro dagli anni spensierati dell’infanzia, quegli amici che possiamo perdere di vista per qualche tempo, ma che ritroviamo sempre quando ne sentiamo la nostalgia, anche solo con poche parole scambiate durante una telefonata. L’atmosfera della chiesa lo opprimeva: forse a causa del caldo o del gran numero di persone iniziò a respirare a fatica. Decise di uscire almeno per un attimo per riprendersi facendosi largo tra i presenti. Con il timore di cadere a terra arrivò alle panchine in pietra nello spiazzo davanti all’ingresso. Nonostante la vista annebbiata riuscì a sedersi appoggiandosi allo schienale appena un attimo prima di sprofondare in un grigio uniforme. Non si rese conto di quanto rimase in quello stato, ma quando si riprese constatò che la funzione non era ancora terminata e nessuno era uscito dalla chiesa.

È passato, pensò. Non era la prima volta che gli accadeva. È quasi ora di rifare qualche controllo

«Ciao Franco» disse una voce femminile alle sue spalle interrompendo i suoi pensieri.

Si voltò verso quella voce; fu necessario un attimo per riprendere il contatto con la realtà e soprattutto per mettere a fuoco la donna che lo stava osservando. Quando la riconobbe un sorriso gli illuminò gli occhi.

«Paola! Che piacere vederti… Oddio, non vederti in questa occasione, intendo…»

Lei sorrise a sua volta. «Fa molto piacere anche a me, dopo… mille anni?» Lo guardò. «Va tutto bene, Franco? Ti vedo un po’ provato…»

«Troppi ricordi, troppe emozioni…» rispose. «Tutto bene, davvero.»

«Cosa hai fatto in tutto questo tempo?» continuo Paola.

«Sono andato a letto presto!» rispose Franco allargando il sorriso. Sperava che la sua vecchia amica cogliesse la citazione in modo da alleggerire la tensione.

La colse, e anche il suo viso divenne più sereno.

«Non scherzare» gli disse. «Ho letto molti dei tuoi racconti e dei tuoi romanzi. Avrei voluto contattarti, ma ho sempre rimandato.»

«Non mordo, sai? Sono sempre il solito cretino di allora» rispose l’uomo. «Tu, piuttosto: dimmi di te…»

«A una condizione: che accetti di venire a casa mia. Mi farebbe molto piacere trascorrere un po’ di tempo a parlare di noi… e poi potrei raccontare alle mie amiche di aver invitato una celebrità!»

«Niente secondi fini?» domandò Franco. «Sai, alla nostra età…»

«Sì. Il solito cretino!» rise Paola. «Dài, non abito lontano.»

– – –

«Così vivi qui con tua figlia. E… fermami se sono indiscreto: solo voi due?» domandò Franco.

«Sì, purtroppo. Non da molto. Fino a un anno fa abitavo in città, insieme a Sergio, mio marito. Poi… Poi niente! Un semplice infarto, cazzo…» Paola sospirò.

Franco non disse nulla, aspettando che fosse lei a riprendere a parlare. Distrattamente passò l’indice sul piano del tavolo che li divideva e si rese conto che era ricoperto da uno spesso strato di polvere. Subito si pentì del suo gesto perché Paola avrebbe potuto interpretarlo come una critica nei suoi confronti.

Non l’avevo notato prima, pensò appoggiando gli avambracci sul tavolo in modo da cancellare il segno che aveva lasciato con il dito.

«Non preoccuparti» lo rassicurò la donna. «Si riproduce di continuo… La polvere, intendo. Non faccio in tempo a passare uno straccio…» Paola fece un movimento con la mano mimando il gesto di pulire la superficie e Franco notò come dalla sua manica venisse fuori altra polvere.

Forse è solo quella che è sollevata con il movimento.

«Ti preparo un caffè» riprese la donna alzandosi dalla sedia.

«Sì… grazie. Ne ho bisogno.» Franco si alzò a sua volta mentre la donna si avviava verso la cucina. Iniziò a curiosare tra i soprammobili: in una serie di cornici erano in mostra le immagini di Paola, molto più giovane, di un uomo alto ed elegante e di una bambina che cresceva man mano che lo sguardo si spostava dall’una all’altra fotografia. Nelle foto che sembravano più recenti la bambina era diventata una giovane donna immortalata nel giorno della laurea e in tante altre occasioni.

Le ultime fotografie che osservò rappresentavano la giovane donna insieme all’uomo alto che aveva notato nelle prime immagini. In quelle, Paola non era presente.

Ne prese una in mano per osservarla da vicino e quando la ripose notò la polvere. Uno strato pesante ricopriva il mobile su cui si era concentrata la sua attenzione. Fu tentato di passare un dito anche qui, ma si trattenne. Se prima aveva pensato di non averla notata, in questo caso era sicuro che quando aveva iniziato a curiosare tra le fotografie esposte di polvere non ce ne fosse affatto.

Serie: L'angoscia e l'ignoto


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Horror

Discussioni

  1. Sono indecisa subquanto tempo il protagonisa sia rimasto in stato incosciente su quella panchina, forse è un dettaglio importante, forse no. Sicuramente lo è la polvere, che si riforma “a vista d’occhio”…siamo ancora nella realtà? Lui è sveglio davvero?
    Per fortuna c è già il secondo episodio, così non devo aspettare per saperlo!

  2. Davvero brillante il modo che hai trovato per collegare la frase in latino iniziale con l’elemento della polvere nel resto del testo. Questa sembra essere infatti la chiave della vicenda, e ho come l’impressione che questa Paola abbia un qualcosa da nascondere. Continuo con la seconda parte.