
Porco uomo!
Serie: Cancello automatizzato
- Episodio 1: Fido e il Maresciallo
- Episodio 2: L’ingegnere
- Episodio 3: Un Maggiolino tutto matto
- Episodio 4: NO! NON LÌ!
- Episodio 5: Primo incontro ravvicinato
- Episodio 6: Concorso barzelletta
- Episodio 7: Take Five
- Episodio 8: Porco uomo!
- Episodio 9: ENAC LA ITNETTA
- Episodio 10: La soluzione finale
STAGIONE 1
C’è chi ha tanti tattoos e chi poco tatto. Il Maresciallo Fortunato apparteneva alla seconda categoria.
«Perché abbandoni il Maggiolino davanti al cancello automatizzato quando hai un box?» La domanda diretta a Michelangelo, l’ingegnere, non lo scultore.
«Perché il passo carrabile è mio.»
«E con questo? Sarà anche un catorcio il tuo Maggiolino ma non vedo il motivo per lasciarlo in strada avendo dove posteggiarlo al coperto. Non hai cuore, ecco perché è tutto arrugginito.»
«Ma è una macchina, non prova dolore né sentimenti. Con le sue domande Maresciallo mi ha fatto venire la bile.»
«Ho capito, ho capito, ecco perché il tuo è un passo Carrà-bile.»
L’ingegnere rimase interdetto, non aveva capita la battuta.
«Non è divertente? Passo carrabile, Carrà-bile, non ti divertono i giochi di parole?»
«Ma vada a quel paese, lei è sempre in vena di sciocchezze.» La replica scherzosa e risentita dell’ingegnere.
E va bene, non mi vuole rispondere. Quel box deve nascondere qualcosa pensò Fortunato. Anche Fido la pensava allo stesso modo, anche se non sappiamo come la pensino i cani, questo è almeno quello che pensava il Maresciallo che pensasse Fido; forse i cani non pensano mentre gli umani pensano troppo e inutilmente, se ci penso ancora un po’ vorrei essere un cane, ma non lo penso davvero, è solo un pensiero senza senso.
I due si misero in cammino lungo il lungo marciapiede che costeggiava la strada, stretto in alcuni tratti per dei lavori in corso, soste obbligate per tanti pensionati del rione, al che Fortunato per non ritrovarsi sempre Fido tra i piedi lo liberò dal guinzaglio. Fido, finalmente libero, si lanciò in una corsa a perdifiato senza guardarsi indietro.
«Ma lo lascia libero? E se morde qualcuno?»
«Non conosci Fido, è un cane innocuo, non farebbe del male ad una mosca.»
«Io non mi fiderei, potrebbe sempre avere un comportamento incontrollato, una reazione imprevista, oggidì anche una mosca è un pericolo, specialmente se proviene dall’est, da Mosca. Ti ci vorrebbe una pet therapy.»
«Una pet che?»
«La pet therapy, non ne hai mai sentito parlare?»
«Si figuri se mi interesso di terapie per cani.»
«Ma no, cos’hai capito! La pet therapy consiste nell’interazione tra gli animali domestici e le persone al fine di migliorarne il benessere fisico ed emotivo.»
«È motivo per cui non ne ho bisogno. E poi cos’ha detto? INTERazione! Mi faccia il piacere! Io sono milanista, non m’interessa un’azione dell’Inter.»
«Hai capito benissimo e non fare il finto tonto. Ne trarresti un grande beneficio caro mio, io senza Fido non potrei vivere.»
«Io sto bene così. E basta parlare sempre di cani!»
«Come vuoi.»
Durante quella breve discussione in cui l’ingegnere aveva messo in discussione l’affidabilità di Fido, Fido si allontanò di parecchio. Con un fischio Fortunato lo richiamò.
«Vedi come ascolta, è un cane ubbidiente, sta ritornando di corsa. Bravo Fido! Meriti un premio, ecco, prendi al volo questo salamotto. Lui» è ancora Maresciallo, «ne va matto.» Fido ingurgitò quella prelibatezza in un sol boccone.
«Io diventerò matto, sempre a parlare di cani.»
«Per me Fido è come un figlio.»
«Un figlio che non parla, solo abbaia.»
«Tu vedi solo i lati negativi, ma sei mai positivo?»
«Solo quando lavoro.»
«Ma non sei in pensione?»
«Sì, però sto coltivando un hobby che sta diventando un lavoro se considero le ore impegnate ogni giorno all’interno del box.»
«Ecco perché lasci il Maggiolino in strada, ti rinchiudi in quello spazio ridotto senza luce, un giorno mi farai entrare a curiosare?»
«Quando il mio progetto sarà terminato, lei sarà il primo a venirne a conoscenza.»
«Molto bene Michelangelo, non vedo l’ora. Quando sarai pronto fammi un fischio.»
Fortunato non riusciva a nascondere la sua innata curiosità, nella sua mente frullavano tante idee e supposizioni, avrebbe voluto saperne di più; purtroppo per lui l’ingegnere era un tipo introverso che manteneva sempre la bocca chiusa, questo era un altro carattere distintivo della personalità di Michelangelo.
Vedrai, caro mio, pensò l’ingegnere che bel scherzetto ti sto preparando, anzi, vi sto preparando, voglio vedere ENAC in azione, voi due sarete delle cavie perfette. Ancora qualche giorno e…
«Ti vedo pensieroso, cosa mi stai nascondendo Michelangelo?»
«Niente, niente. Pensavo a come la terra non si ferma mai di girare, lei non se lo è mai chiesto?» Era la prima cosa che gli era venuta in mente.
«Come cazzata non è male, si vede dalla faccia che hai ben altro in mente. Però fammi pensare, in effetti viviamo su di una trottola gigantesca che non si ferma mai, lo spero almeno finché sono in vita.»
«Se ci pensa Maresciallo giriamo anche quando stiamo fermi.»
«Esatto, siamo sempre in movimento, dovremmo allacciare le cinture di sicurezza anche quando andiamo a letto.»
I due “amici” risero, ridere fa buon sangue, ecco perché nessuno ride vedendo un vampiro.
Il Maresciallo e l’ingegnere parlarono del più e del meno, più o meno delle solite cose: del tempo, dell’attualità, di politica, delle belle donne, di motori e soprattutto dei bei tempi andati che non ritornano più, anche se il mondo, ultimamente, sta andando all’incontrario.
«Maresciallo, è tempo di tornare indietro, che dice?»
«Dico che hai ragione, si è fatto tardi. Senti la mia pancia? Borbotta vergognosamente.»
«Anche la mia non è da meno, reclama un pasto caldo.» «Le nostre pance vanno perfettamente d’accordo, sono in simbiosi.»
«Allora muoviamoci, allunghiamo il passo.»
Fortunato e Michelangelo ritornarono sui loro passi, il Maresciallo e l’ingegnere fecero lo stesso non potendo fare diversamente, e vorrei ben vedere!
Era ora pensò Fido, questa passeggiata si sta prolungando troppo per i miei gusti, cosa mai si saranno detti? Porco uomo! Mi tocca sempre sentirli parlare senza mai capire un accidente di quello che dicono. Forse un domani non troppo lontano, grazie all’intelligenza artificiale ampieranno google translate alla lingua dei cani. Ma poi, in fondo, chi se ne frega. Fido riprese ad annusare il marciapiede come d’abitudine, inseguendo una nuova traccia che portava fino ad una successiva e ad un’altra ancora. Dove portassero poco importava a Fido, l’importante era annusare, fiutare, esplorare quell’universo infinito di odori che il nostro olfatto poco sviluppato non riesce minimamente ad immaginare. Poveri cani, quante volte vengono trascinati per strada a viva forza da padroni insensibili che mal sopportano il loro istinto. I cani amano sempre i loro padroni, anche quando puzzano.
Serie: Cancello automatizzato
- Episodio 1: Fido e il Maresciallo
- Episodio 2: L’ingegnere
- Episodio 3: Un Maggiolino tutto matto
- Episodio 4: NO! NON LÌ!
- Episodio 5: Primo incontro ravvicinato
- Episodio 6: Concorso barzelletta
- Episodio 7: Take Five
- Episodio 8: Porco uomo!
- Episodio 9: ENAC LA ITNETTA
- Episodio 10: La soluzione finale
Bello come sempre!
Anche questo libriCK, come tutti quelli di questa serie “Cancello automatizzato”, è di mille parole esatte, anche per questo grazie 1.000 Kenji.