
Quella volta che decisi di regalare un bacio
Serie: STORIE DI AMANTI VIAGGIATORI
- Episodio 1: Quella volta che decisi di regalare un bacio
- Episodio 2: In due sul tetto del mondo
- Episodio 3: L’odore della mia terra
STAGIONE 1
Adoro i balli di coppia, come la salsa, dove comanda la clave e il corpo si muove al suo ritmo. Le porte si spalancano ed è come ritrovarsi in un paradiso di sensazioni, con il brivido che corre lungo la schiena. Oppure il tango, quando il mio partner mi sfiora sui fianchi o alla base del collo, mentre sposto il peso verso di lui e appoggio la fronte alla sua: so che non mi lascerà andare e non mi farà cadere, saprà tenermi in equilibrio.
Amo anche i balli dove non ci si tocca ed è solamente un gioco di sguardi, il flamenco oppure la pizzica salentina, dove io alzo le braccia e le muovo, come serpenti che incantano. Guardo il mio compagno e ammicco con un sorriso, il mio sguardo è fiero e la testa alta, senza paura. Lui lo sa che è solamente un gioco e ci vuole entrare, allora giriamo e la mia gonna si solleva. A volte si balla anche fra donne, come cacciatori che misurano la loro bravura, nessuna preda.
Ballavo, una sera d’estate, dall’altra parte del mondo. La festa del paese era stata organizzata in un campo e c’era tutto quello che mi piace: il fuoco per cucinare la carne, la musica alta, molta gente sorridente. Nonostante mi trovassi in quella terra da settimane, ancora riuscivo a stupirmi di come le persone fossero così diverse rispetto al luogo da cui io provengo. La loro socievolezza, il bisogno di stare insieme e la semplicità.
Quella volta, il mio accompagnatore era forse troppo giovane, ma si era preso una cotta per me e aveva insistito perché accettassi quell’invito. Io sapevo di dover gestire al meglio la situazione per non finire in un guaio. Non si trattava di qualche anno di differenza, ma piuttosto di una persona che da poco aveva raggiunto la maggiore età. Tuttavia, mi piaceva la sua compagnia. Sembrava molto più grande e quando ballava lo faceva veramente bene, ti guardava dritta negli occhi e sapeva condurre fino a quando la testa girava.
«Mi chiamo Sofia e vengo dall’Italia». Mi ero presentata al mio arrivo, senza vergogna, in quella cucina affollata di persone. Ero stata accolta, nessuna difficoltà. Neanche sapessero che io appartenevo da sempre a quei luoghi, mancava solamente che completassi lo spostamento del mio corpo ingombrante, perché l’anima era già là da un pezzo. Avevo affrontato la mia famiglia, sicura di me. «Io vado in Argentina.» E non mi ero scelta il classico posto da turisti – certo che no – ero andata a cacciarmi a casa di dio, dove l’Argentina fa l’amore con la Bolivia; a volte mi piace essere romantica. Cercavo un posto magico e in effetti l’avrei trovato. Qualcuno fra i parenti volle naturalmente provare a intralciarmi, ma è molto difficile farmi cambiare idea quando io decido di fare una cosa. Stiamo parlando di parecchi anni fa, figuriamoci, senza internet né telefoni: il modo più sicuro per fuggire di casa. Lo scoglio era il costo del biglietto aereo, veramente uno sproposito. Fortunatamente, frequentavo da poco l’università, ma già lavoravo da anni e, se torniamo indietro, ricordo che i lavoretti serali o del fine settimana, pagavano parecchio. Non come oggi. Avevo già viaggiato da sola altre volte, ma non mi ero mai allontanata così da casa.
Ero rimasta alla festa. Quella sera la ricordo ancora come fosse oggi. Mi sentivo inebriata e felice. La musica era alta e la birra scorreva come acqua da un rubinetto dimenticato aperto. In molti mi invitarono a ballare e a nessuno dissi di no. Imparai balli che non conoscevo e mi piaceva quando si stupivano della mia abilità. Parlavo uno spagnolo fluente e in pochi giorni avevo preso l’accento del posto. Dormivo in una canonica, ospite di un sacerdote italiano, un tipo veramente particolare, unico nella sua laicità che sfiorava la santità. Devoto a tutti e a nessuno, uno spirito libero, persona difficile da dimenticare. Altri come me dormivano lì, o almeno usavano la parrocchia come punto di riferimento per i loro spostamenti. Riuscivo bene a mescolarmi con la gente e le mie origini italiane avevano su di loro un fascino esotico. I miei lineamenti e i capelli che a quel tempo portavo lunghi e tingevo di rosso, attiravano la loro attenzione. Posso naturalmente testimoniare tutto e con un certo vanto, quando mostro le fotografie a chi me lo chiede. Durante quel periodo feci tanto volontariato, ma mi ritrovai anche con un mezzo “lavoretto” quando mi chiesero di partecipare a un programma in una TV locale come interprete di un certo personaggio italiano di passaggio da quelle parti. Il tutto registrato su una vecchia VHS che ancora conservo e ogni tanto guardo. Beata nostalgia!
Durante la festa sarebbe potuto accadere di tutto, ma non successe nulla, in realtà. Quando c’è la musica di mezzo e il ballo, è molto difficile distogliere la mia attenzione, so mantenere la concentrazione su quello che mi interessa. Sono molto brava anche a glissare i corteggiamenti: perché perdere tempo in sciocchezze quando il tempo sta per scadere? Tic tac… Sono come Cenerentola al ballo, che ha i minuti contati e li deve sfruttare al meglio. A quella festa mi sentivo proprio come la mia principessa preferita, solo che non volevo principi attorno, ma balli folklorici che stavo imparando e musica tradizionale, fino allo sfinimento.
Il mio “lui” mi corteggiò tutta la sera, con gentilezza e carineria, splendido ballerino, ma non mi feci incantare nemmeno dal suo bel viso. Cercava angoli bui, ma io, dopo un grazie e un abbraccio, me ne andai a dormire nel mio posticino, da sola e distrutta, come mille sere ancora. Sono poi ritornata altre volte in quel Paese alla fine del mondo, ho conosciuto nuova gente e ho rivisto vecchi amici; mi è anche capitato di dover pagare pegno per le promesse non mantenute.
Il mio giovane accompagnatore non lo volli però lasciare a bocca completamente asciutta anche perché, se devo essere onesta, non se lo meritava. Niente di ché, in realtà, ma sicuramente molto per lui visto poi come sono andate le cose, ma questa è un’altra storia. Gli ho regalato un bacio, dolcissimo, che devo ammettere è piaciuto anche a me.
Ricordo bene quella mattina. Mi aveva accompagnata alla stazione degli autobus perché ero in partenza per la foce dell’Iguazù. Ero venuta a conoscenza di una concittadina che gestiva una missione nei pressi di una comunità di Indios Guaranì. Mi era sembrata un’occasione unica e da sfruttare al meglio. Mi ero messa in contatto con lei tramite FAX: ebbene sì, il FAX che sembrava essere il mezzo più veloce e innovativo, praticamente l’età della pietra.
Comunque, tornando a lui, il poverino mi accompagnava con il cuore spezzato e la promessa di ritrovarci al mio ritorno. Quella promessa non l’ho certo mantenuta perché di là, quella volta non ci sono più passata. Il mio viaggio, molto affidato al caso e alla fortuna, mi avrebbe portata altrove, in altre direzioni. Tuttavia, prima di partire, volli regalargli un bacio mio, che gli stampai, caldo e senza fretta. Eravamo seduti vicini sul gradino del marciapiede con la schiena appoggiata allo zaino, raccontandoci i nostri sogni e i progetti per il futuro. Quando vidi arrivare l’autobus pensai «Adesso o mai più.» Mi è piaciuto quel bacio e lo ricordo ancora con molta tenerezza. Ricordo anche come mi cinse la vita da dietro mentre salivo i gradini. In quel momento, lo dico sinceramente, ebbi un attimo di esitazione, ma le grandiose cascate mi aspettavano e mi aspettava quella parte di Amazzonia dove le scarpe si sporcano di rosso e ti senti accolta nelle braccia di tua madre, proprio in quel punto che unisce l’Argentina con il Brasile e il Paraguay. Gli occhi che quel punto non lo hanno visto, muoiono ciechi, si dice laggiù. Ero più che mai pronta in quel momento ad andarmene altrove e a lasciarmi quel bacio alle spalle.
Serie: STORIE DI AMANTI VIAGGIATORI
- Episodio 1: Quella volta che decisi di regalare un bacio
- Episodio 2: In due sul tetto del mondo
- Episodio 3: L’odore della mia terra
Molto suggestivo l’affresco con tutte le sue risonanze, davvero in ottimo equilibrio tra loro. Ho avvertito un’atmosfera palpabile e una scorrevolezza delle immagini notevole. Interessante la dimensione introspettiva, che configura subito, in modo naturale, le caratteristiche del personaggio.
Ti ringrazio Luigi, per la lettura e soprattutto per questo tuo commento molto gradito. Si tratta di una serie cui tengo molto per i suoi elementi autobiografici, ma non potrai leggere oltre il terzo episodio perché è stata scelta da Open per la pubblicazione. Se vorrai, potrai farlo a breve su carta☺️ grazie ancora di cuore
Grazie a te per il tuo riscontro e complimenti per questo importante traguardo. A presto.
A presto con il desiderio e la curiosità di leggere qualcosa di tuo ☺️
Non amo il ballo in generale (specialmente quello di coppia), ma devo ammettere che mi hai fatto venire voglia di Argentina 🙂
Ciao Arianna, che bello sentire la tua ‘voce’ qui su Open che mi manca tanto. Ti ringrazio per aver letto questo racconto, primo della serie delle mie storie e quindi direi datato. Adesso aspetto qualcosa di tuo 🫂
<3
“Ballavo, una sera d’estate, dall’altra parte del mondo”
❤️
Non smettiamo mai di farlo ☺️ grazie Francesca.
“Le porte si spalancan”
❤️
Il titolo del capitolo mi ha ispirata.
Ho letto e wow. . . La protagonista sembra essere il mio opposto, ma già mi ha lasciato il segno.
Ciao☺️ e benvenuta nel mio mondo fatto di viaggi, città e luoghi che amo e fatto di esperienze, tutte di colore diverso. Se vorrai leggere, ogni episodio è a sé e non c’è un filo logico. Ho scritto in base ai momenti e ricordi che affioravano. I protagonisti sono dei più svariati e sono sicura che in qualcuno di essi ti saprai ritrovare. Nella seconda serie mi sto spingendo oltre, esplorando quelle forme di amore che la nostra società chiama abuso o amore malato. Non lo so, più mi addentro e mi ci misuro e meno credo sia giusto categorizzare o comunque giudicare. Ti sto leggendo volentieri e mi piace la tua visione delle cose. Quindi, se ti andasse di proseguire nella lettura anche fosse casuale o sporadica, tengo molto al tuo punto di vista. Grazie 🫂
Avevo, e ho ancora, da recuperare praticamente tutti gli episodi di questa serie. E così, beh, ho finalmente avuto un po’ di tempo per iniziare.
E sono contento di averlo fatto, perché è un racconto davvero splendido, cara Cristiana.
Ha un taglio quasi cinematografico, oserei dire. Una pagina di diario narrata con passione e scioltezza, proprio come si parlerebbe ad un buon amico, seduti su una panchina ad osservare un tramonto.
Grazie Giuseppe, una sorpresa davvero piacevole. Come dicevo ad altri lettori, non devi preoccuparti né di tenere il filo e nemmeno di ricordare La trama perché ogni episodio fa a sé. Vanno letti sul treno oppure sotto l’ombrellone. Fanno un po’ di compagnia. Mi piace raccontare pezzi di avventure e aneddoti di viaggio. Il finale me lo tengo però sempre per me. Grazie ancora 😊
Sei bravissima a scrivere …. i racconti dei viaggi, è la tua biografia?
Buongiorno Fausta, che piacere ritrovarti nella lettura. Si tratta di una serie di racconti che possono essere letti individualmente. Sono storie, più o meno brevi, a volte leggere o leggerissime, a volte dolorose. Sullo sfondo ci sono i viaggi e in primo piano le forme più svariate di amore. Ammetto che c’è una buona componente autobiografica. Non riuscirei a scrivere staccandomi dal mio ‘dentro’. Grazie ancora, nella speranza che, ogni tanto, ti vada di sfogliarli. Un abbraccio
Semplicemente delizioso.
Ciao Nicola, mi sono permessa di sbirciare il tuo profilo per vedere chi si nasconde dietro al mostro verde dentato. Benvenuto su Open e grazie per la tua lettura. I racconti sono liberi, così da poterli leggere anche saltando qua e là, naturalmente se ti va di farlo. Io aspetto molto volentieri di leggere qualcosa di tuo. Grazie 🙂
non avevo ancora mai letto questa tua serie. Lo stile è disinvolto e leggero, adeguato, credo, al tono della vicenda. Leggerò volentieri il seguito. E certo, un bacio come saluto d’ addio è uno dei baci più lievi e indimenticabili che si possano mai dare.
Ciao Francesca e grazie per aver approcciato questi raccontini. Se ti va di continuare, puoi scegliere come ti pare, anche al titolo che ti ispira di più. Sono una specie di gioco. Certo, pesco dal vissuto e dalle mie esperienze, diversamente non so scrivere. Però il tutto senza pretesa alcuna. Grazie e un abbraccio
Come sempre molto coinvolgente; i tuoi racconti mi spingono a continuare a leggerli altre cento volte. In questo ho visto due sentimenti senza frontiere: i viaggi e la passione. Continuerò a leggere il continuo dell’avventura di Sofia…
Ciao Giglio e bentornato 🙂. Grazie X aver letto questo inizio serie. Si tratta di racconti brevi, slegati uno dall’altro che altra pretesa non hanno se non quella di far sognare un po’ e magari accendere qualche senso. Il finale, ognuno lo immagina come vuole. Aspetto presto qualcosa di tuo bun abbraccio
Grazie per avermi portata con te in questo bellissimo viaggio! Non avevo ancora letto questo racconto, molto bello 🙂 Mi hai fatto venire voglia di viaggiare!
Grazie Arianna. È proprio il mio intento. Portarti un po’in giro con me. La scrittura è un viaggio meraviglioso 💜
Alcuni ricordi si fondono in noi, lasciando un retrogusto dolce che persiste negli anni. Siamo il frutto del nostro cammino, delle nostre esperienze, ed a volte è bello indugiare nel passato: soprattutto quando i momenti richiamati alla mente sono stati vissuti ad ali aperte. In piena libertà.
I ricordi vanno conservati e, a volte, tramandati. Lo possiamo fare oralmente, oppure tramite la scrittura. Grazie Micol!
Ciao Cristiana, piacevolissimo questo racconto. Ho avuto la sensazione di sentire quella musica, di vederti ballare – bella e sensuale – e persino di rivedere me, parecchio tempo fa, quando il ballo era anche una delle mie passioni. Oggi mi limito a vedere gli altri che danzano, a “Ballando con le stelle”. Il tuo racconto ha suscitato in me un po` di nostalgia, ma ho sentito anche una ventata fresca di giovinezza spensierata, ancora presente, soprattutto nel ricordo.
Ciao Maria Luisa, noi dobbiamo essere capaci di vivere il presente, ma anche di lasciarci andare al ricordo e ogni tanto a crogiolarci nei nostri sogni, altrimenti, dove andremmo a prenderle le storie che ci piace tanto raccontare? La nostalgia poi, ben dosata, la considero il motore di tutto. Come sempre, ti ringrazio per le parole gentili che spendi per i miei racconti e non vedo l’ora di leggere qualcosa di tuo! A presto.
Ritorna la tua amata America Latina. Ma questo librick è autobiografico?
Kenji, che domandone one one! È però difficile per me non dire quando mi viene chiesto. Sì, ho avuto la fortuna, o comunque diciamo che me la sono cercata, di girare un bel po’. E quando vai in giro, ti accadono tante cose a volte belle, a volte meno, non importa. È tutto bagaglio ed esperienza di viaggio. Potrei farci un’enciclopedia. Poi, ogni tanto, magari quando si è particolarmente predisposti bene, si riesce a mettere su carta la propria vita vissuta. Poterla poi condividere è anche gratificante. Se troverò ancora momenti buoni, vi racconto altro. Grazie!
Cristiana, questo racconto è stupendo, uno dei tuoi migliori racconti per me. Sento proprio la gioia di vivere e la libertà, l’allegria e la spensieratezza di una mente giovane e fresca, quella capace di far uscire dai propri confini mentali e fisici. Voglio vivere in questa maniera, grazie per aver condiviso questo tuo bellissimo ricordo.
Sono io che ringrazio te per le tue parole. Quando si lascia uscire un ricordo, il tempo e lo spazio si azzerano. Non importa più quanti anni abbiamo o quanti ne sono passati. Si apre la valigia e tu sei lì. Non sempre si riesce a condividere senza magari diventare stucchevole o noioso. L’altro pomeriggio mi sentivo particolarmente gratificata e allora il ricordo è andato da solo sulla carta. Sono contenta di averti trasmesso una sensazione di freschezza con le mie parole. Grazie!
E poi, certo, che devi voler vivere così! Quando poi sarai grande come me, ti tornerò in mente!
“ma questa è un’altra storia.”
Che prima o poi vorrò leggere!
Si, perché poi bisogna sempre pagare pegno! Ma è un’altra storia
Bella scrittura, fluente, efficace. Descrizioni per niente facili sviluppate con perizia e anche esperienza. Ho provato talvolta a buttare giù scene di danza e… che ve lo dico a fare?
Diversi punti in cui filtrano riflessioni importanti che abbracciano tutti, ognuno con i propri ricordi.
Mi piace come si pone Cristiana nonostante così diversa da me, una scrittura aperta, sempre tra la gente. Nel racconto diventa Cenerentola coinvolgente al punto che per un attimo ho creduto di poter ballare anch’io. Eventualità questa che non mi sento di consigliarvi.
Per quanto mi riguarda, questo filone che sembra “pescare dentro” è congeniale all’autrice.
E infine aggiungo, dopo aver dato merito al merito, la mia riflessione personale, quella del lettore che vive la propria visione: mi piacerebbe tanto leggere il finale di questa storia, ma scritto dal ragazzo.
Quasi mi vien voglia di fare una magia e comporlo io per lui ma… sarebbe un’altra storia.
Bella prova, Cristiana.
Grazie Roberto, sai che dalle tue parole si “pende” sempre e a prescindere. Per quello che scrivo, in realtà, pesco sempre dentro, a volte in maniera direttissima, altre volte per essere stata spettatrice. In ogni caso, passa tutto da qui. Mi piace la proposta che fai e, se ti andasse di girare la storia dall’altro punto di vista, la mia pagina è prontissima ad accoglierti, e sai che per me sarebbe un piacere grande. Ti aspetto!
Quanta sensualità in quei lunghi balli, cara Cristiana, quanta struggente dolcezza in quel bacio, quell’unico bacio, che non poteva non esserci, a suggellare una complicità fatta di cose pensate e forse non dette. Bello, questo racconto. Un abbraccio.
Sono felice di essere riuscita nell’intento di trasmetterti emozioni che, in fin dei conti, derivano da avvenimenti e cose semplici, ma talmente unici e importanti che non li si lascerebbe mai andare. Ogni tanto è bello tirarli fuori. Grazie Nyam.