
Alleanze
Serie: Trenta secondi alla mezzanotte
- Episodio 1: Trenta secondi alla mezzanotte
- Episodio 2: Disastro imminente
- Episodio 3: Carne da macello
- Episodio 4: I Bagliori d’Europa
- Episodio 5: Viaggio verso l’ignoto
- Episodio 6: Il vagone undici
- Episodio 7: Bagliori del passato
- Episodio 8: Resistere
- Episodio 9: Fantasmi
- Episodio 10: L’orologio dell’apocalisse
- Episodio 1: Alleanze
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Aiden notò che erano presenti molte più persone rispetto al giorno antecedente e ricollegò le parole che erano state dette al momento del loro arrivo alla base militare: con tutta probabilità, quelli che vedeva erano tutti i ragazzi che erano stati selezionati per la fanteria pesante al momento del loro arrivo.
Aiden e Fantasma riconobbero i ragazzi del vagone undici e li raggiunsero con passo svelto, prima che il sergente iniziasse ad abbaiare ordini al loro gruppo. Erano più di un centinaio, suddivisi per gruppi rispetto all’ordine in cui erano stati scaricati il giorno prima dal treno.
Aiden e la ragazza vennero immediatamente riconosciuti e il giovane che lui aveva protetto dall’umiliazione, cercò di avvicinarsi ad Aiden con un caloroso sorriso dipinto tra le labbra.
– Restate tutti ai vostri posti se non volete fare cento flessioni in questo esatto momento – urlò il sergente e il più giovane tornò immediatamente al suo posto.
Aiden fissava quell’uomo davanti a loro che abbaiava ordini con determinazione, pronto a tenergli nuovamente testa senza farsi il minimo scrupolo: dal momento in cui il sergente lo aveva guardato, Aiden aveva capito che quella sarebbe stata una nuova giornata in cui avrebbe lottato e con tutta probabilità, si sarebbe andato a scontrare con lui ancora ed ancora. La cosa non lo spaventava affatto – anzi, dopo la chiacchierata notturna con Fantasma, si sentiva più forte che mai, nonostante la stanchezza dell’aver dormito poco e il dolore che sentiva sul viso che tutt’intorno alla zona del naso, era colorata in parte di viola.
Gli addestramenti erano iniziati senza troppe cerimonie: ogni gruppo era capitanato dal suo sergente di riferimento e tutti facevano gli stessi esercizi a rotazione, come la corsa attorno al vasto perimetro rettangolare, corse ad ostacoli, trazioni alla sbarra e flessioni a non finire.
Aiden si era sempre tenuto allenato in un modo o nell’altro nel corso della propria esistenza, sviluppando forme del corpo ben delineate, polpacci sodi, indi per cui stava resistendo bene, seppur fosse comunque stanco, anche a causa delle ore di sonno perse e di di due pasti saltati, ma vedeva quanto si stessero sforzando gli altri ragazzi del proprio vagone nel cercare di seguire il suo esempio e tenere i propri ritmi e tranne Fantasma ed un paio di altre reclute molto giovani, quegli allenamenti risultavano essere molto faticosi, soprattutto per i quattro soldati più lenti che – rimanendo sempre indietro, si beccavano continuamente le urla del sergente alle loro orecchie che li sbeffeggiava senza pietà. Come è ovvio che sia dato il temperamento di Aiden, egli era infastidito da quel comportamento, ma sapeva anche che era tipico di quei posti e non riusciva ad essere realmente arrabbiato, anche perché nel frattempo, la sua testa non aveva ancora escluso del tutto la possibilità di una via di fuga, anche se la sua nuova amica glielo aveva caldamente sconsigliato nemmeno dodici ore prima.
Ad ora di pranzo, Aiden era ancora immerso nei suoi pensieri mentre nella mensa, consumavano un pasto di ridicole proporzioni dopo tutto lo sforzo fisico compiuto, ovvero una minestra insapore con dentro spezzettati dei bocconcini di pollo del tutto insapore, una capsula di proteine ed una mela che sapeva di acqua.
Il ragazzo più giovane che egli aveva difeso il giorno prima, aveva lasciato quasi tutto nel proprio vassoio: lui era forse il soggetto che stava reagendo peggio a quel reclutamento forzato e non vi era nulla di male in quel modo di vivere una situazione così drammatica ed ai limiti del reale, ma Aiden si chiedeva quanto avrebbe retto ancora quel ragazzo prima di avere un crollo psichico, difatti si scambiava sussurri ed occhiate preoccupate con Fantasma ed altri tre ragazzi seduti al proprio tavolo.
Il teenager aveva appena messo da parte il vassoio, poggiato i gomiti sul tavolo e le mani sulla fronte, sospirando ed un ragazzo poco più grande di lui stava probabilmente per dirgli qualche parola di conforto, quando il sergente si appostò dietro di lui.
– Non hai fame, recluta duecentosettantacinque? – chiese lui sarcastico, dopo aver dato una rapida occhiata al numero appuntato sul taschino sinistro della sua giacca.
Il ragazzino scattò in piedi, colto alla sprovvista e scosse la testa, rispondendogli educato, con gli occhi fissi su quelli gelidi del sergente.
– No, signore, mi perdoni. Se vuole, posso dare i miei avanzi a chi non è abbastanza sazio.
-Ma che gentile il nostro piccolo Madre Teresa di Calcutta. Non lo trovate gentile anche voi? – il sergente si voltò e fece volare lo sguardo sulla parte di sala ove erano sedute le sue reclute, dove trovò dei timidi consensi. Era chiaro come il sole che il sergente non stesse cercando consensi ma obbedienza.
Tutti – pur di non finire nei guai, mossero una debole approvazione, tranne Aiden e Fantasma che fissavano il sergente con gli occhi di chi sta per arrivare al limite della sopportazione. Il cuore di Aiden aveva già iniziato a pulsare più velocemente e nonostante il freddo di quella sala che veniva malamente scaldata solo da una stufa posta di fianco alla malconcia porta d’ingresso, poteva chiaramente sentire la temperatura del proprio corpo iniziare ad aumentare.
Lo sguardo dell’uomo in piedi decorato da un paio di medaglie appuntate all’uniforme,si soffermò su Aiden.
I due si sfidarono nuovamente con lo sguardo.
Aiden spostò di lato quello che rimaneva della propria mela e così fece anche Fantasma prendendo quindi,tacitamente posizione con lui. Qualcun altro nella sala seguì silenzioso, il gesto di Aiden.
– Nemmeno io ho più fame. E credo anche qualche altro individuo qui presente – disse lui con fermezza, alzandosi e guardando il sergente con un piccolo sorrisetto sardonico sul volto. Il sergente sorresse il suo sguardo e tornò poi a guardare il ragazzo più piccolo che continuava a restare in piedi davanti a lui.
– Siediti e finisci tutto, recluta Madre Teresa.
A malincuore, duecentosettantacinque riprese posto sulla sedia di legno e con una smorfia, cercò di far scendere giù per la gola un cucchiaio pieno di quella minestra insapore.
Serie: Trenta secondi alla mezzanotte
- Episodio 1: Alleanze
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