
Ritorni silenziosi
«Ciao, giusto un saluto. Scusa se ti disturbo. È solo che, a volte, nella vita accadono cose che non ci sappiamo spiegare.»
Scrisse quel messaggio qualche giorno dopo aver cambiato telefono, ricordando un dettaglio curioso emerso durante il trasferimento dei contatti. Avvenne qualcosa di inatteso: accanto a un numero riapparve un volto conosciuto.
«Strano», pensò. Era certo di averlo cancellato. Forse era rimasto salvato da qualche parte — nella SIM, nel cloud, in quell’angolo digitale che conserva ciò che la memoria umana vorrebbe dimenticare.
Due anni erano passati dall’ultima volta che si erano sentiti. Un tempo breve e lungo insieme, come sanno esserlo le parentesi intense. Con il telefono in mano e quel volto davanti agli occhi, la mente riaprì stanze chiuse. Riemersero frammenti di una relazione fugace, vissuta a distanza, durata pochi mesi.
Eppure, quel ricordo non lo ferì. Al contrario, gli regalò una sensazione di quieta gratitudine. Un piccolo nodo al cuore, sì — ma gentile.
A volte la vita è strana: coincidenze che si susseguono, quasi a indicarti una strada da seguire. Fu così che, alcuni giorni dopo, prima di riporre definitivamente il vecchio cellulare nel cassetto dei ricordi, volle controllare che non vi fosse rimasto nulla di importante.
Trovò un video, senza descrizione né immagine di copertina. Lo aprì. Era un montaggio di tutte le foto che si erano scambiati: un regalo che lui le aveva fatto per il compleanno. Le loro facce buffe, le espressioni affettuose, come due adolescenti. Lei usava sempre lo stesso filtro sfocato, quel flou che illuminava il volto e nascondeva le rughe. Lui, un po’ burbero, glielo faceva notare con ironia, ma in fondo ci rideva su.
Pensava che, a sessant’anni, fosse sciocco lasciarsi andare a un sentimento. Eppure, in quelle immagini, riviveva una tenera intimità fatta di sguardi, smorfie, parole scritte e attese. Due adulti — soli, in stanze diverse, in città lontane — uniti dal bisogno di esserci l’uno per l’altra.
Ripensò ai messaggi del mattino, quelli con la foto del dolcetto preparato per la “nonna” — in realtà la signora di cui lei si prendeva cura. Era diventata un’abitudine: aprire gli occhi, leggere il suo buongiorno, sorridere. A volte, persino, gli sembrava di sentirne il profumo.
Lei non lo sapeva, ma quelle attenzioni semplici gli avevano fatto compagnia in uno dei momenti più bui della sua vita. Aveva perso da poco sua madre — un rapporto conflittuale il loro, ma profondo e sincero, di quelli che si legano al cuore. Il matrimonio era finito, dopo due figli e anni di sopportazione, tensioni e tradimenti subiti. Gli era rimasta solo la sua cagnolina, adottata un paio d’anni prima — l’unica presenza affettiva stabile e sincera.
Poi era arrivata lei. Quasi per caso. Un volto tra tanti su una chat per adulti. Persone non necessariamente sole, ma in cerca di attenzioni. Corpi segnati dal tempo, nascosto in ogni modo possibile, per rallentarne il progredire inesorabile. Un luogo dove l’incontro è un gioco di sguardi e piccole attenzioni. Ancora desiderosi di attrarre, di ritrovare in un messaggio, in un’immagine, un frammento di quella giovinezza passata, lontana dall’attuale senso di solitudine.
All’inizio era solo un passatempo. Un modo per riempire quelle lunghe, noiose giornate. Poi, pian piano, lei era diventata qualcosa di più di una semplice attesa. Un momento di serenità, di affetto sincero da poter condividere. Una connessione inattesa, che gli aveva fatto sentire di contare ancora qualcosa per qualcuno.
Anche se solo per un momento. Quel poco bastò a lei per percorrere la strada che li divideva, cercare quell’attimo d’amore che svanì subito dopo l’ultimo bacio in auto, prima di riprendere il cammino verso casa. Poi, dopo un’ultima telefonata in cui gli disse di essersi innamorata di un altro uomo, sparì nel nulla — così com’era arrivata.
Le vite si sfiorano in molti modi. Alcuni fanno male. Altri illudono. E poi ce ne sono alcuni, rari, che lasciano un ricordo leggero, gentile.
Per lui era stato così. Un momento felice da portare lungo il viaggio.
Non inviò quel messaggio. E mentre spegneva lo schermo, decise di conservare quel numero. Forse per tenere viva la speranza, o, più verosimilmente, per tenere vivo il ricordo.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Ho visto che è il tuo primo racconto sulla piattaforma. Benvenuto Maurizio.
“Grazie per il benvenuto! Questo racconto è tra i primi che ho deciso di scrivere e condividere, e spero di avere la costanza e l’ispirazione per continuare.
delicato e gentilmente triste. Scritto bene.
Grazie
Un racconto che sa parlare di nostalgia con gratitudine, senza dolore. Ho apprezzato molto il finale sospeso.
Grazie
Bello…
Intenso…
@Currauzzu Grazie