
Sakura
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: La paura del ritorno
- Episodio 2: Ann
- Episodio 3: Quasi Natale
- Episodio 4: Via di fuga
- Episodio 5: Lasciare andare
- Episodio 6: Incompresa
- Episodio 7: La bussola per tornare a casa
- Episodio 8: Il tempo adatto per un addio
- Episodio 9: Milano-Bruxelles
- Episodio 10: Stereotipi
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
- Episodio 3: Sguardi, insinuazioni e caffè
- Episodio 4: Al telefono
- Episodio 5: Calma apparente
- Episodio 6: Dolori e buoni amici
- Episodio 7: Stelle artificiali
- Episodio 8: L’amore da lontano
- Episodio 9: Sakura
- Episodio 10: Colpe nascoste
- Episodio 1: Osaka
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
Aprile 2022
Tokyo si era vestita di rosa con l’arrivo della primavera. La fioritura dei ciliegi-sakura per i giapponesi-colorava in modo fiabesco vie e parchi; i petali danzavano nell’aria come coriandoli delicati.
Quel sabato mattina,Annalisa uscì di casa intorno alle sette, direzione stazione. Andrew non le aveva anticipato nulla, solo suggerito di portarsi un cambio. Lei aveva pensato di protestare, una notte fuori poteva assumere significati ambigui.
Tra di loro non era successo niente, non ancora. Annalisa correggeva immediatamente e con stizza quel pensiero. Non sarebbe mai successo niente, per questo continuava a uscire con lui senza sentirsi in colpa.
Difficilmente lo nominava a Sebastiano, ma solo perché non lo voleva preoccupare. Da distante, era facile fraintendere e dubitare.
Intorno alla stazione c’era già parecchia gente, turisti, uomini d’affari e famiglie; telefonate di lavoro che si intrecciavano a risate leggere.
Annalisa entrò nell’edificio in mattoni rossi, il cellulare in mano pronta a chiamare Andrew.
Lo vide in prossimità della biglietteria, gli occhiali da sole appesi alla camicia di jeans e uno zaino su una spalla. Gli andò incontro e un flash la attraversò, riportandola in un’altra stazione e in una vita diversa. Alex appoggiato a una colonna con una sigaretta tra i denti, in attesa del regionale per Firenze. Era stato il loro primo fine settimana insieme, un viaggio al risparmio composto da treni affollati con l’aria condizionata rotta o troppo forte, corse per non perdere i cambi, panini mangiati per strada e un ostello lontano dal centro. E la loro prima volta che aveva coinciso con la sua.
Scacciò il ricordo con la gola chiusa e si impose di sorridere.
“Dove andiamo?”
“Osaka.” Andrew sollevò lo sguardo sul tabellone appeso sopra le loro teste. “Il nostro treno parte tra dieci minuti.”
Lei si spostò il ciuffo dalla fronte. “C’è un motivo particolare per cui hai scelto questa città?”
Le sorrise e si incamminò verso le scale mobili. “C’è un motivo particolare per cui tu non ci voglia andare?”
Annalisa sbuffò. “No, Non ci sono mai stata.”
“Infatti.” Annuì lui. “Non posso farti tornare in Italia senza mostrarti Osaka.”
All’accenno del suo rientro a casa, lei si irrigidì. Giugno si avvicinava veloce, portava con sé l’obbligo di una scelta che non era ancora pronta a prendere. I dubbi che l’avevano spinta a partire erano ancora lì, una nebbia viscida che dalla testa si insinuava nella gola e nello stomaco e le bloccava il respiro. Si impose di continuare a camminare e di usare un tono disinvolto, ma le uscì una voce sottile. “Mancano ancora due mesi.”
Lui non commentò. Da un altoparlante partì una voce femminile, un annuncio di cui Annalisa comprese solo il nome Sendai.
“In effetti c’è un motivo che mi lega a Osaka. ” Andrew seguì con lo sguardo la corsa di due ragazzine verso un treno appena arrivato. “È lì che ho conosciuto Mineko.”
“Chi?”
“La ragazza della foto.” Si girò a sorriderle e la sua voce si abbassò. “Quella sulla mia scrivania, so che l’hai notata.”
Annalisa non era solita arrossire, ma percepì un certo calore sulle guance.
La voce all’altoparlante annunciò il treno per Osaka.
“È la tua fidanzata?” Difficile, non avrebbe passato con lei tutti i fine settimana se fosse stato impegnato.
“Direi una sorella, la mia migliore amica.”
Annalisa colse qualcosa di diverso nella voce di lui, una punta di tristezza, forse. “E come vi siete conosciuti?”
“In una gita scolastica. Frequentavamo lo stesso liceo in due classi diverse. Io ero parecchio arrabbiato quel giorno, avevo assistito all’ennesima lite tra i miei genitori.” Le sue labbra si piegarono all’ingiù. “O meglio, a mia madre che litigava e mio padre che rimaneva in silenzio e subiva.”
“Ho presente” borbottò lei, con il pensiero ai suoi.
“Avrei voluto spaccare qualcosa o qualcuno e Mineko, anche se non mi conosceva, lo aveva capito con uno sguardo.” Un sorriso affiorò sulle labbra di Andrew. “Da quel giorno, diventammo inseparabili.”
Un altro flash attraversò Annalisa. Il suo primo giorno di liceo, le risatine e gli sguardi dall’alto verso il basso e una ragazzina tutta gambe e frangetta bionda che si alzava in piedi e le indicava con entusiasmo il banco vuoto vicino al suo. Lorenza.
Perché i ricordi riuscivano a trasformarsi in pugni allo stomaco?
Un treno dal muso affusolato e leggermente schiacciato si avvicinò al loro binario.
Annalisa spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Ti è mai successo di perdere qualcuno per tua volontà?”
Andrew le concesse uno dei suoi sorrisi ironici. “Mia madre è un ottimo esempio.”
Le porte del treno si aprirono e le persone attesero con pazienza la discesa dei passeggeri.
“E tu chi hai scelto di lasciare andare?”
La domanda la prese alla sprovvista. Era davvero il caso di confidarsi con lui? Era una vita che si imponeva di non pensare a Lorenza, alla sua incapacità di chiederle scusa per quello che non aveva capito.
Le parole rotolarono fuori da sole. “La mia migliore amica.”
Lui annuì, come se dietro a quella frase avesse intuito tutta la storia.
“Cosa ti impedisce di recuperare?”
“Gli anni trascorsi, ad esempio.” Annalisa lo superò e salì sul treno, individuò un posto vicino al finestrino e si sedette, lo sguardo puntato fuori.
“Ti riesce bene scappare.”
Si voltò, la rabbia che risaliva in gola. “E tu cosa ne sai?”
Un sussulto e il treno si mosse.
Lo sguardo di Andrew sembrò inchiodarla al sedile. “Mia madre ho scelto di perderla, Mineko no.”
Lo sferragliare del treno e le voci intorno a loro sembrarono sparire sotto il peso della sue parole.
“Cosa significa?” L’incertezza aveva sostituito la rabbia nella voce di Annalisa.
Andrew continuò a guardarla e lei capì, riconobbe il dolore, il senso di colpa e di impotenza.
Resistette all’impulso di toccarlo e di dirgli che sapeva. Non conosceva i dettagli, ma quello sguardo sì e il suo corpo rispose. Una stretta al cuore e alla bocca dello stomaco, un nodo che risaliva in gola.
“Il tempo non è nulla, Ann. Non è quello a impedirti di ritrovare la tua amica.”
Annalisa schiuse le labbra per rispondere, ma lui proseguì. “E non sarà il tempo a darti le risposte che cerchi, servirà solo a scavare altre voragini.”
“Forse quelle che ho scavato mi stanno già inghiottendo.”
“Forse, se prendi la mano di qualcuno, puoi ancora uscirne.”
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
- Episodio 3: Sguardi, insinuazioni e caffè
- Episodio 4: Al telefono
- Episodio 5: Calma apparente
- Episodio 6: Dolori e buoni amici
- Episodio 7: Stelle artificiali
- Episodio 8: L’amore da lontano
- Episodio 9: Sakura
- Episodio 10: Colpe nascoste
Ho notato una certa costanza nel rappresentare donne autoritarie e non simpaticissime con mariti sottomessi: Ornella e la madre di Andrew e ci mettere anche Annalisa, che se ne va a spasso per il mondo lasciando Sebastiano ad accudire il figlio piccolo (si lo so che sembro un bacchettone ma non lo sono😜). Le altre non possiamo conoscerle ma Annalisa, forse perché protagonista, ci risulta anche simpatica. Comunque, mi stuzzica questa trama con tutta l’incertezza e la fragilità che mostra. Sempre brava e precisa nella scrittura, Melania. 🌹
Grazie Giuseppe! È vero, ci sono delle similitudini tra Ornella e la madre di Andrew. Annalisa non è autoritaria, ha le sue mancanze ed è molto tormentata ma, a modo suo, rispetta e stima il marito. Sono contenta che, tutto sommato, ti stia simpatica. Grazie ancora!
Quanti ricordi riaffiorati in questo racconto. Uno in particolare mi incuriosisce: quello che riguarda la migliore
amica di Annalisa. Mi piacerebbe approfondire questa storia.
La approfondiremo😉grazie Arianna!
Ciao Melania! Finalmente inizia a delinearsi l’interiorità di Andrew. Questo episodio mi ha spinto a immedesimarmi in lui. Mi spiego meglio: mi ha fatto pensare a quante cose non sappiamo di una persona, all’inizio di una conoscenza, e di quanto sia difficile trovare un equilibrio (emotivo, dialettico, gestuale) per non premere erroneamente qualche tasto sbagliato (e dolente) dell’inconscio altrui o, al contrario, per premere tutti i tasti corretti. Alla fine, Andrew si trova solo nel posto giusto al momento giusto – la storia più vecchia del mondo – e allora mi chiedo: quanto è davvero “merito” nostro, nello sbocciare delle nostre relazioni? Vabbè. Bellissimo episodio, come sempre👏🏻
Hai colto in pieno la situazione, Nicholas. Grazie davvero!
Meraviglioso questo episodio. Non mi aspettavo di vedere nascere qualcosa di così profondo tra Annalisa e Andrew. Mi hai ricordato il bisogno che abbiamo tutti di aprirci, di trovare qualcuno che medichi le nostre ferite ancora aperte, quel bisogno di essere salvati e capiti, visti di nuovo, che a volte ci spinge verso la persona sbagliata. Ci facciamo bene e male, sempre da soli. A volte, in due. E mai che si riesca a farne a meno.
Bellissima la frase: “ci facciamo bene e male da soli, a volte in due.” È la verità. Grazie come sempre Irene♥️
““Direi una sorella, la mia migliore amica.””
non so…a me sta frase non mi ha mai convinta. quando la sento alzo le antenne…proseguo con la lettura e vedo che succede 🙂
😉
Ammetto che avevo pensato sbocciasse una storia d’amore, in quel Paese bellissimo e così lontano. Invece, mi sembra stia nascendo una splendida amicizia.
Andrew si sta rivelando una brava persona, un uomo sensibile e acuto. Sembrerebbe anche la classica persona su cui si può contare.
È come se tu ci stessi dicendo che è inutile porsi troppe domande, perché il momento giusto di questa storia è sempre quello attuale, che accade. I flashback spostano leggermente l’asticella del tempo, ma quanto accaduto ha sempre e comunque una corrispondenza con il tempo presente.
I personaggi sono sempre ottimamente caratterizzati e la storia molto ben scritta.
Grazie di cuore Cristiana, sei sempre molto gentile e i tuoi commenti sono un regalo.
Questa storia è scritta talmente bene che ti tira fuori sensi di colpa che nemmeno pensavi esistessero. Non sono sicuro sia legale…
Grazie Roberto, non è scritta bene quanto vorrei, ma le tue parole sono sempre preziose!
“Non sarebbe mai successo niente”
Come direbbe Homer Simpson: giaaaaaaaa’
😂
Non affatichi il lettore a seguirti mentre dipani a vicenda e fai emergere risvolti interiori. A volte un tantino spiegati dal narratore, piuttosto che mostrati attraverso il dialogo (o i pensieri dei personaggi), ma in generale è davvero piacevole. E’ una strada lunga quella che porta a far conoscere i personaggi a chi legge, ma riesci a mantenere ritmo e interesse. Grazie per la lettura.
Ti segnalo un refusino: “Era stato il loro primo settimana insieme…” Per quanto si rilegga, sfugge sempre qualcosa…
Ciao Paolo, grazie per la lettura e il commento. Quasi sono i punti in cui spiego e non mostro? È un aspetto a cui tengo molto e mi aiuta sapere dove posso migliorare. Il refuso non l’ho capito. Grazie per il tuo tempo.
Ciao Melania, anzitutto mi voglio scusare: ho usato un’espressione infelice, poco accurata. Altresì, si riferisce a percezioni personali come lettore, non certo osservazioni oggettive.
Ci sono un paio di passaggi in particolare che non mi convincevano, provo a proporti quel che penso nella sezione delle comunicazioni. Mentre il refuso: “Era stato il loro primo settimana insieme…” ho immaginato che volessi scrivere “Era stata la loro prima settimana insieme…”. A presto
Non c’è niente di cui scusarsi Paolo, hai espresso un tuo parere e lo hai fatto con estrema educazione. Le critiche costruttive sono sempre preziose. In quanto al refuso, sono stordita, grazie mille!
Bello l’incipit poetico e pittorico con i petali dei ciliegi che danzano come coriandol. Un episodio che mi ha sorpreso per i segreti in parte svelati, e per la nuova comparsa appena accennata. Sono curiosa di saperne di piú.
Grazie come sempre Maria Luisa!
Sempre più presa fa questa storia. Morivo dalla voglia di conoscere il trascorso di Andrew. Oggi mi hai dato un assaggio spero di leggere dell’altro. Scrivi al più presto il prossimo episodio. Brava Melania❤️
Grazie di cuore Tiziana, le tue parole mi fanno sempre bene. Mi metterò subito al lavoro☺️
“. “E non sarà il tempo a darti le risposte che cerchi, servirà solo a scavare altre voragini.””
Quanta verità c’è in questa frase. Bella 👏
Grazie♥️