Scacco

Serie: Isole


L’isola è una palata di terra a poche miglia dalla terraferma; chi conosce il luogo, si starà facendo una risata, chiamare terraferma un posto dove si verificano almeno due terremoti l’anno. E chi conosce quei posti sa di cosa parlo. 

La cronaca tratta della dipartita dei due personaggi più in vista. Due vecchi centenari. Due esseri della stessa specie, “la razza umana” ma non della stessa pasta: un buono e un cattivo, un bello e un brutto, uno alto e uno basso, due antipodi, loro malgrado eredi di una faida cominciata dai primi avi, che mettendo piede sull’isola se la divisero come un Caino e Abele. La cosa più sorprendente è che parlando con gli abitanti non si è mai riuscito a capire chi era il cattivo, il prepotente, il vero padrone dell’atollo. Per fortuna le loro divergenze non erano riuscite a contagiare gli altri abitanti che svolgevano le loro attività serenamente e felicemente. Non c’erano ricchezze da spartire; file di fichi d’india, cicerchie, lenticchie, capperi, un’agricoltura povera ma bastante a tirare su la famiglia. Una economia a chilometro zero, un luogo da prendere come esempio. Tranne che per i nostri due “ulivi secolari”. Una continua rappresaglia che li teneva divisi come due calamite messe vicino con i poli che si respingono, ci ha pensato il destino ad unirli: li ha fatti morire lo stesso giorno assolato, alla stessa ora, minuto, secondo; come se stessero giocando la stessa partita a scacchi con la morte, e perderla nel medesimo istante. 

Ma il vero personaggio, la protagonista è Carmela, che non va valutata adesso ottuagenaria, una donna che appoggiata a un muretto a secco non la si distingue, come un geco mimetizzato, una “Tarantola Muraiola”. 

Paese, è fare un complimento ai quattro sassi: più una contrada, poche case sparse e un campanile senza prete che come un medico condotto si fa vedere una volta alla settimana, mare permettendo, o come in questo caso per rimettere i pezzi sulla scacchiera della vita. Carmela, che ai suoi tempi era veramente una bellezza, con tutte e trentadue le perle bianche al suo posto, longilinea per essere una isolana, formosa ma nelle misure classiche. Da tutti data come la prescelta a sposare uno dei due. 

La domenica, quando passeggiava tra le tre case, un viottolo che tutti chiamavano il Corso, alias via Roma; la gente si apriva al suo passaggio come si aprirebbe l’onda a una prua con una polena dalle sue fattezze. Ma come spesso capita nella vita non si sposa un predestinato che non si dichiara. Questo il delitto che avevano commesso i due vecchi, non proporsi. Questa la loro colpa, da espiare in un purgatorio con girone supplementare dedicato agli imbecilli. Questo tentò il prete a non dare loro l’assoluzione. 

Lasciar sfiorire il fiore selvatico più bello dell’isola. Una funzione che il parroco celebrò in una chiesa gremita ma senza Carmela che finalmente finì di aspettare. 

Per quanto riguarda la morte dei due, indagherà la procura, ma in un’isola, dove si è abbagliati dal sole è difficile trovare testimoni oculari.

Serie: Isole


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa

Discussioni