Scacco matto al re – 3
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano – 2
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka
- Episodio 1: Marie
- Episodio 2: La chiromante
- Episodio 3: La pergamena
- Episodio 4: L’ultima notte
- Episodio 5: Tonio
- Episodio 6: L’epilogo della storia di Nico e la storia di Manuel
- Episodio 7: Alex
- Episodio 8: Conchiglie e sassolini
- Episodio 9: La roulette russa
- Episodio 10: Il racconto della vecchia signora
- Episodio 1: Katia
- Episodio 2: In viaggio verso l’Italia
- Episodio 3: Il Cavaliere senza Croce
- Episodio 4: Rien ne va plus
- Episodio 5: Il padre di Manuel
- Episodio 6: La tempesta
- Episodio 7: L’alfabeto colorato
- Episodio 8: Quattordici anni dopo
- Episodio 9: L’interno 8
- Episodio 10: Il pianino
- Episodio 1: Il vecchio video
- Episodio 2: Il Borgo del Valentino
- Episodio 3: La teoria di Bice
- Episodio 4: Gianni – 1
- Episodio 5: Gianni – 2
- Episodio 6: La rivelazione
- Episodio 7: La maledizione
- Episodio 8: Scacco matto al re -1
- Episodio 9: Scacco matto al re – 2
- Episodio 10: Scacco matto al re – 3
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
STAGIONE 5
Il giovedì mattina arrivò suo padre; anzi, più che un arrivo, fu un’irruzione. Nico, intimorito, lo fece accomodare.
«Vuole un caffè?»
«No, grazie, voglio quel coglione di mio figlio. Dov’è?»
«Ci sono problemi? Lo sa che è qui con Katia e Alex per qualche giorno. Domenica suonerò al Regio. A lei non è arrivato l’invito?»
«Sì, è arrivato, grazie, ma adesso portami da Gianni.»
Nico non fiatò e accompagnò l’uomo.
Manuel salutò il padre con l’aria di chi sa di che morte deve morire.
«Ciao, papà.»
«Che ti succede? Hai avuto una congestione allo stomaco o al cervello?»
«Perché?»
«Perché tuo figlio si è sfogato per il tuo comportamento con Elisa; lei lo ha detto a tua madre e tua madre a me.»
«Però, neanche il KGB funzionava così bene.»
«Finiscila, è inutile che ti mascheri con le tue stupide battute. Alex si è lamentato perché tu quasi non gli rivolgi più la parola.»
«È una sua impressione… non sono stato bene… ma poi tu non dicevi che i figli si baciano solo di notte?»
«Sì, ma io avrò anche sbagliato; però mi sono sempre comportato allo stesso modo. Tu, invece, prima lo hai soffocato di premure e adesso con l’indifferenza lo confondi. Alex, a torto o a ragione, pensa di essere lui la causa della tua improvvisa indifferenza.»
«Sì, hai ragione, gli parlerò.»
«Va bene… e raditi, sembri un eremita del Medioevo. Ciao, ci vediamo domenica al concerto di Nico.»
Manuel si vestì e si recò al cimitero con la speranza di trovare Bice.
Per fortuna, la bella giornata giocò a suo favore: anche se era un lunedì, le persone andavano a far visita ai cari estinti e Bice era lì a vendere fiori.
«Buongiorno, Gianni. Adesso ti posso chiamare così?»
«No, Bice, io mi sento ancora Manuel.»
«Che hai? Non sembri felice, eppure dovresti esserlo.»
«Perché dici così? Sai qualcosa di quello che è successo?»
«So tutto. I tuoi pensieri gridano così forte che li ho sentiti quando eri ancora sul viale.»
«Sai quindi che adesso non so chi sia mio figlio.»
«Hai la memoria ancora confusa, ma presto ricorderai e sentirai tua questa vita.»
«E tutto quello che è stato prima che fine ha fatto?»
«Non è mai esistito. Come un sogno o un film. Fantasie. La realtà è questa che stai vivendo adesso.»
«Posso condividere con qualcuno quello che è successo?»
«Se vuoi finire al reparto psichiatrico, fallo pure. Dovresti essere contento: adesso sai che niente va perduto.»
«E perché proprio io ho ricevuto questo dono, se è un dono?»
«Non si può sapere. Un po’ come i miracoli che solo alcuni ricevono. Poi chi ti dice che sei l’unico? Hai mai sentito persone che affermano di ricordare un particolare, un episodio diverso da come è nella realtà?»
«Sì.»
«Ecco, a quelle persone potrebbe essere capitato quello che è successo a te. Perché poi dubiti che sia un dono?»
«È come se stessi mentendo a tutti, e ricordare mi fa male. Io sono ancora l’ex trafficante a cui la vita aveva regalato un figlio che adesso non c’è più: è morto. Ho nostalgia di quel bambino che raccoglieva conchiglie e sassolini… di quel marmocchio appiccicoso che voleva sempre essere preso in braccio.»
«Ma quel bambino è Nico adesso.»
«Ho capito, ma io non lo sapevo.»
«Forse è per questo che ricordi: hai ancora qualcosa da risolvere. Stai sereno, passerà anche questo. Pensi che tuo figlio sia diverso perché ha un’anima diversa, e hai ragione. Ma noi siamo anche il frutto di quello che ci viene insegnato. Tu e Katia sicuramente avete cresciuto questo Alex con gli stessi principi e lo stesso amore. Vedi questi fiori? Sono diversi, ma sono belli e profumano ugualmente perché io li curo allo stesso modo.»
«Va bene, Bice, speriamo. Adesso dammi qualche fiore; entrando ho visto che c’è una tomba abbandonata. Neanche si legge più il nome di chi c’è sotto.»
«Va bene, scegli quello che vuoi.»
«Una rosa rossa va bene.»
«Perché rossa?»
«Non lo so. Sento che doveva essere una persona speciale.»
«Tieni, questa è la più bella.»
«Grazie, Bice, ci vediamo.»
Manuel portò la rosa sulla tomba dello sconosciuto e uscì sulla strada; non tornò subito a casa, ma girovagò per la città per qualche ora. Mise le mani in tasca per prendere una sigaretta e si ricordò di non aver pagato Bice. Ritornò indietro con la speranza che fosse ancora lì. Girò tra le tombe, poi chiese notizie al custode del cimitero.
«Mi scusi, ha visto per caso quella signora che si mette a vendere fiori tra le tombe? Sa, quella donna anziana, robusta, seduta sulla carrozzina?»
Il custode scosse la testa e sorrise.
«Sì, ho capito, la Bice. Perché anche lei la vede?»
«Che c’è di strano?»
«Niente. Venga con me, so io dov’è.»
Il custode portò Manuel sulla tomba dove poco prima aveva messo la rosa, ma adesso, stranamente, si riusciva a leggere sulla lapide chi vi era sepolto: Berenice Liublov, nata il 27/10/1943 e morta il 02/04/2020. Si vedeva anche una foto sbiadita di una vecchia donna sorridente. Era Bice.
Manuel capì che per tanto tempo aveva parlato con un fantasma. Il custode era ancora accanto a lui.
«Lei non è l’unico che la vede.»
«La vedono o ci parlano pure?»
«Che io sappia, la vedono soltanto. Lei vendeva fiori qui fino a prima della pandemia, poi proprio quel maledetto virus se l’è portata via. Era arrivata in Italia negli anni sessanta… Però, uno che l’ha sentita parlare è un signore che è andato via poco fa. Ma poche parole.»
«Cosa ha detto?»
«Quel signore l’ha vista con il cesto di fiori e voleva comprarne qualcuno, ma lei, tutta contenta, ha detto che non poteva perché doveva partire. Beh, la lascio, ho lavori da sbrigare.»
Manuel fissava la foto e si chiedeva perché Bice solo a lui avesse dedicato tanto tempo.
Si ricordò di quello che lei gli aveva raccontato del soldato italiano nascosto dai suoi nonni. Gli sembrava di vederlo, quel soldatino in mezzo alla neve. Sentiva il gelo che aveva provato, le sue paure e i suoi pensieri: lui e una ragazza bionda che in un fienile si amavano; giovani mani che carezzavano e stringevano il suo corpo, occhi chiari che si colmavano di lacrime vedendolo partire. La pace per ritornare.
«Ho capito adesso. Fai buon viaggio, Bice… Spero di rincontrarti.»
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il vecchio video
- Episodio 2: Il Borgo del Valentino
- Episodio 3: La teoria di Bice
- Episodio 4: Gianni – 1
- Episodio 5: Gianni – 2
- Episodio 6: La rivelazione
- Episodio 7: La maledizione
- Episodio 8: Scacco matto al re -1
- Episodio 9: Scacco matto al re – 2
- Episodio 10: Scacco matto al re – 3
Bice, anni prima, aveva raccontato a Manuel di essere la figlia di una ragazza ucraina e di un soldato italiano, morto durante la ritirata dell’ARMIR. Lei non aveva mai conosciuto il padre, che non era nemmeno a conoscenza della sua nascita.
Manuel, quando rivede nella sua mente il volto di quel soldatino, comprende di essere lui in una vita intermedia, collocata tra quella in cui era un mercenario e l’attuale. Manuel era dunque il padre di Bice e lei, in quanto anima in attesa di rinascere, diventa il suo spirito guida.
L’uomo che vuole comprare i fiori la sente parlare perché lei deve giustificare la sua fretta, dato che l’attende il treno delle anime per intraprendere un nuovo viaggio: una nuova vita. Grazie di cuore per il commento, Irene❤️🙏
Quindi, Bice è un fantasma…ora mi chiedo perchè è tronata proprio a parlare con Manuel, e anche quell’altro signore nominato dal custode. Chissà chi era…
“«So tutto. I tuoi pensieri gridano così forte che li ho sentiti quando eri ancora sul viale.”
bellissima questa immagine
Grazie, Irene🙂
Un bellissimo “viaggio”, tra realtà e fantasia.
👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼
Grazie di cuore, Corrado🙂🙏
😊
Bello, mi è piaciuto!
Grazie di cuore, Kenji🙂🙏