
Segno
Serie: Hýlē
- Episodio 1: Logos
- Episodio 2: Caduta
- Episodio 3: Sinfonia
- Episodio 4: Controcanto
- Episodio 5: Segno
- Episodio 6: Kairon
STAGIONE 1
Il giorno dopo, Rea non parlò con nessuno.
Non rispose ai messaggi.
Non toccò il pianoforte.
Passò la mattina seduta, ferma. Il terrore che anche il solo respiro potesse svegliare qualcosa di sepolto.
Una pressione muta, pronta a spezzarsi.
Non era dolore. Non era ansia. Un’eco che cercava una via.
Uscì nel pomeriggio.
Nessuna meta.
La città — come sempre — era ordinata.
Silenziosa. Pulita.
Camminò lungo la linea pedonale elevata, sopra i binari magnetici.
I pannelli pubblicitari fluttuavano al ritmo dei passaggi biometrici.
Ogni superficie brillava di una perfezione sospetta, troppo liscia per non nascondere un inganno.
Si fermò su una delle panchine modulabili in pietra sintetica.
Davanti a lei, un’interfaccia olografica per messaggi pubblici.
Chiunque poteva scrivere qualcosa, purché rispettasse le linee guida.
Non ci pensò.
Allungò la mano.
Non sapeva cosa stesse per scrivere, ma sapeva che non sarebbe tornata indietro.
Quando posò il dito sulla superficie olografica, la frase era già lì.
“La crepa è la porta.”
Premette INVIA.
Un lieve scatto le attraversò la spalla destra. Come se un nervo avesse ricordato un trauma antico.
Dal naso colò una goccia. Rossa. Calda.
Non se ne accorse. O forse sì. Ma non si fermò.
Lo schermo aveva assorbito la frase. Lei, il prezzo.
Quella frase si proiettò per tre secondi, poi scomparve.
Era fatta. Fuori.
Un nodo che si scioglie nel respiro.
Si alzò senza fretta.
Non guardò lo schermo. Non cercò conferme. La certezza oscura di chi ha appena consegnato qualcosa che non le appartiene più.
Fece tre passi.
Poi una voce, dietro.
«Aspetta…»
Era un ragazzo, forse poco più giovane. Indossava una giacca termoregolata. Occhi chiari, segnati da un’inquietudine che sembrava vecchia di anni.
Al collo portava un ciondolo, minuscolo: un occhio inciso in un triangolo. Era rovesciato.
La voce tremava.
«Tu… l’hai scritta tu?»
Non rispose.
Si voltò solo per un istante.
Il ragazzo indicava lo schermo, dove la frase stava per svanire.
«Cosa vuol dire?»
Silenzio.
«È una provocazione? Un codice?»
Rea abbassò lo sguardo.
Poi, semplicemente, si voltò e riprese a camminare.
Non corse, ma non si fermò più.
Il ragazzo rimase lì.
Guardò ancora la frase.
Prese il terminale, scattò una foto.
Poi — quasi senza volerlo — la inviò a due contatti.
«Guarda che roba. Apparsa ora. Sembra Kairon ma più… tagliente.»
Tra il ragazzo e lo schermo, una figura era comparsa. O forse era sempre stata lì. Un volto che non mostrava età, ma conservava memoria.
Un cane a pochi metri smise di abbaiare. Muto, occhi puntati nel vuoto.
Una donna con la spesa inciampò, come se qualcosa le avesse sfiorato la caviglia.
Tre bambini smarrirono il passo nello stesso istante. Uno pianse, senza sapere il motivo.
Araziel sorrise appena. Aveva riconosciuto una vecchia crepa sotto la vernice fresca.
L’algoritmo centrale segnò un lieve calo nei parametri di trasparenza sensoriale dell’area, ma nessun allarme fu emesso.
Tutto restò perfettamente funzionante.
Ore dopo, qualcuno postò quella frase su un flusso d’ascolto meditativo.
Apparve su un canale di frasi sincroniche.
Poi, su un forum criptato di ex-deprogrammati.
Quella frase stava entrando nelle coscienze.
Un codice non autorizzato.
Una vibrazione fuori scala.
Araziel osservava il flusso.
Vedeva la frase riapparire in spazi inattesi. Già modificata.
Qualcuno aveva scritto: “La crepa è il sentiero.”
Qualcun altro: “Ogni crepa apre alla luce.”
Altri ancora: “Sii crepa. Lascia entrare la pace.”
Su un canale di supporto emotivo apparve: “La crepa è il varco verso l’armonia.” Una frase troppo levigata per essere spontanea.
Sorrise.
I denti bianchissimi. Avorio antico.
Una pazienza millenaria che trovava finalmente compimento.
L’idea era entrata nell’Hyle, ma già cominciava a perdere il taglio.
Rea non lo sapeva ancora.
Ma qualcuno stava già trasformando quel colpo in carezza.
Serie: Hýlē
- Episodio 1: Logos
- Episodio 2: Caduta
- Episodio 3: Sinfonia
- Episodio 4: Controcanto
- Episodio 5: Segno
- Episodio 6: Kairon
Mi ha colpita moltissimo l’atmosfera sospesa di questo brano, quasi distopica ma anche profondamente umana. Rea è una figura fragile e potente allo stesso tempo: il suo gesto silenzioso ha un’eco enorme, come se avesse aperto una breccia nel mondo perfetto e sterile che la circonda. Mi piace come, a partire da un atto così semplice, si scateni una reazione a catena che sfugge al controllo, fino a diventare un messaggio collettivo. Il testo ha qualcosa di ipnotico: ti cattura con il suo ritmo, le immagini precise, e quella sottile inquietudine che ti accompagna fino all’ultima riga. Complimenti davvero.
Bravo. Scritto bene. Come sempre d’altronde. 🙂
@LordSilvius Grazie mille Silvio!
Bene, una lettura interessante!