Semplicemente umano

Mario, seduto sulla sabbia , fissava il mare inspirando a grandi sorsi bocconi di fumo dalla sigaretta appena accesa. Avidamente inalava, come se volesse coprire più rapidamente i suoi polmoni, come se volesse creare una nebbia all’interno del suo corpo, e poi in un futuro, scoprire quali sorprese si nascondevano tra i suoi organi annebbiati.

Mario giocherellava con la sabbia, conficcandoci dentro i piedi nudi e muovendo le dita, faceva crollare, come le sue certezze, il cumulo di arena che li seppellivano.

Mario pensava, pensava tanto. Pensava a Carola che se n’èra andata , Giacomo partito per lavoro, Antonio fuggito in Canada per amore e a suo padre che gli aveva insegnato senza rendersene conto, ad essere uomo.

Aveva 27 anni e sognava come quando ne aveva 16. Era anche solito guardarsi indietro e ricordare tutti coloro che avevano fatto parte della sua vita, sia spariti, sia rimasti. Per un periodo incominciò a pensare che fosse per causa sua, che i suoi amici ad un certo punto sparivano, che fosse causa sua la fine dei suoi amori, che fosse causa sua il divorzio dei suoi genitori. Si era sentito sbagliato, fuori posto ma quel periodo era ormai passato. Il periodo di inutilità esistenziale che lo attanagliava, bloccava e asfissiava era ormai una cosa lontana. Aveva trovato il suo equilibrio, raggiunto alcuni obiettivi e cercato di cambiare vita. Si era trasferito Mario, la sua città gli stava stretta diceva, voleva vedere altre cose, conoscere, cavarsela da solo. Voleva semplicemente partire da zero. Resettare e ricominciare.

Mario, aveva pianto e anche tanto quando partì. Lasciava casa, i suoi ” fratelli”, lasciava tutto ma sentiva che quella era la cosa giusta. Quando si trasferì, godeva di una certa anonimia e la cosa gli piaceva, forse pensava :”non rifarò gli stessi sbagli..”

Invece, gli sbagli li fece comunque come le cose belle, si era fatto una nuova vita ma si ripresentarono le stesse dinamiche.

Incomprensioni, amori, amici.

Capì di aver ricominciato e quindi non essere più anonimo un giorno, passeggiando per la via principale della sua nuova città, una ragazza che aveva forse visto una volta, lo salutò. Lui ricambiò, ma quel saluto lo fece trasalire. Stava davvero ricominciando tutto, non era cambiato niente?

“Lo scopriremo solo vivendo “diceva Battisti.

Mario lo sapeva, seduto sulla battigia, che non c’era niente di sbagliato, non c’era niente di giusto, c’era semplicemente la vita.

Mario, 27 anni guardava il mare e si lasciava baciare dal vento, ascoltava il rumore Delle onde sugli scogli, le confidenze di due amici poco distanti e il nascente amore tra due amanti. Mario 27 anni, si rese conto che in ognuno di loro c’era anche una parte di se.

Mario, 27 anni si spogliò, fece un tuffo e cominciò a nuotare. Arrivato a largo, stanco e felice, sorrise. Era semplicemente umano e andava bene così.

Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Molto bello, sia il racconto sia il tuo modo di scrivere. Mi è piaciuto come ti concentri sui particolari, la sabbia, gli amanti che parlano, gli scogli. Mi piacciono le riflessioni che fai e che rimangono nel lettore.
    La lettura è scorrevole, ricca e come dice Marta, avvolgente.
    Bravo.
    Alla prossima lettura

  2. Bello, avvolgente, cullante come un degno racconto ambientato sul mare sa essere, mi piace il senso continuo che dai di <mario, ogni frase ha un piccolo significato di lui. Bravo.