
Siamo a casa
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
STAGIONE 1
«Siamo a casa» disse il piccolo Samuele tra sé e sé.
«Siamo a casa» ripeté Manuele con un sospiro.
I due cuccioli erano seduti dietro la casa, sulla collina e guardavano a ovest verso il sole che tramontava. Il signor Grassetti era andato via con la sua 500 salutandoli con affetto e udirono la sua voce tonante che cantava finché oltrepassava l’ultima curva che lasciava la Valle. Lontano, nel pascolo alcuni dei cani pastore stavano radunando il gregge per la notte.
«Samuele?»
«Si, Manuele.»
«Tu credi a quello che ha detto il signor Grassetti?»
«A cosa ti riferisci?»
«A quello che ci ha raccontato sul Pastore. Tu credi sia un re?»
«Non lo so», rispose pensieroso Samuele. «Io credo che un re viva in posti belli. E il signor Grassetti diceva che non c’è posto più bello della Valle. Dunque penso che ci debba essere per forza un re qui, e forse è proprio il Pastore.»
«Io credo anche che un re faccia grandi regali. Quindi forse il Pastore è proprio un re.»
«Tu dici?», chiese Samuele. «Perché? Che regalo ci ha fatto?»
«Il nostro nome» rispose Manuele. «Ci ha donato il nostro nome.»
I due cagnolini si guardarono e sorrisero.
«Si, il Pastore deve essere proprio un re» concluse Samuele.
«Eccovi qua, voi due» disse una voce alle loro spalle. Era il cane bianco che li aveva accolti quando erano giunti nella Valle. Ora che era vicino Samuele notò che indossava un collare di cuoio su cui sembravano intagliati immagini di grandi prati su monti con punte innevate. Al centro c’era scritto “Gioele”.
«Permette che mi presenti. Io sono Gioele e so che voi siete Samuele e Manuele» disse con voce allegra. I due cagnolini abbaiarono e scodinzolarono felici nel sentir pronunciare i loro nomi.
«Gioele! Gioele!» chiamò una voce. Da dietro la casa comparve la moglie del Pastore. «Ah, eccoli. Li hai trovati» disse ridendo. Si era tolta il grembiule e camminava verso di loro a piedi nudi sull’erba. Gioele abbaiò festoso mentre lei si chinava su Samuele e Manuele accarezzandoli. «Immagino che abbiate fame. C’è del buon latte che vi aspetta.»
la donna si alzò e si diresse verso il fienile che era dietro la casa mentre i tre cani le saltellavano attorno. La porta era spalancata e dalle finestre aperte entravano ancora gli ultimi raggi del sole, illuminando il fieno di arancione e di rosso.
Appena superarono l’uscio d’ingresso la donna chiamò «Mariù!»
Da una palla di fieno sbucò una grande mucca bianca e nocciola. I due cagnolini la guardarono mentre si avvicinava piano e Samuele notò che al collo portava un laccio azzurro con tre piccole campanelle d’oro. Manuele invece notò che aveva una macchia più grande a forma di farfalla e che i suoi occhi erano blu scuro come il cielo alla sera, illuminato dalla luna.
La moglie del pastore accarezzo la mucca con dolcezza. «Questa è Mariù. Finché siete piccoli dormirete qui con lei e berrete del suo latte. Poi quando sarete grandi e avrete il vostro posto nel gregge starete in un altro luogo. Ma per questo c’è tempo.»
Sistemò del fieno in un angolo creando una piccola e morbida cuccia. Poi accarezzo Mariù, Gioele e infine Samuele e Manuele. «Buona notte» disse in un sorriso uscendo dal fienile. La seguirono con lo sguardo finché non scomparve dietro la porta della casa del Pastore.
«Ben trovati, piccoli cari», disse Mariù. «Orsù, sono ansiosa. Ditemi quali sono i vostri nomi.»
«Io mi chiamo Samuele» rispose il primo.
«E io sono Manuele» aggiunse il secondo.
«Chissà quante cose belle ha visto in voi il Pastore per darvi nomi tanto luminosi, piccoli cari. Custoditeli e siate loro fedeli» disse. Ma i due non compresero bene che cosa intendesse dire. «Gioele, tesoro, come è andata oggi al pascolo?» chiese infine.
«Tutto splendidamente» rispose il cane allegro.
«Dove sono gli altri? Ancora con il gregge?»
«Cleandro è rimasto al pascolo. Gli altri sono già in casa. Domani prima di scendere dalle pecore passeranno per salutarti e incontrare i nuovi arrivati.»
«Oh molto bene. Così conoscerete i vostri fratelli maggiori» disse affettuosa Mariù rivolgendosi ai due cagnolini. «Ora credo sia meglio dar da mangiare a queste due piccole bocche affamate. Avete fame vero?»
«Si, tanta fame!» esclamò Samuele.
«Il latte. Dov’è il latte?» chiese Manuele.
«È qui con me» rispose Mamma Mariù. «Venite e mangiate, piccoli miei».
Samuele e Manuele si avvicinarono alle sue mammelle attirati dal profumo di latte fresco. Erano riluttanti e continuavano a spostare lo sguardo da Gioele a Mariù, incerti se fosse loro concesso di bere.
«Coraggio!» Li incitò Gioele ridendo e saltando. «Non vi farà male. L’abbiamo bevuto anche noi quando eravamo cuccioli come voi.»
Ma Mariù vedendo la loro timidezza avvicinò il suo muso ai piccoli e sorrise. «Coraggio, piccoli cari. Ho sempre nutrito cuccioli come voi che poi sono diventati cani grandi e forti. Non dovete aver paura. Forza, ora! Bevete, piccoli miei. Bevete quanto volete.»
I due cuccioli allora si attaccarono alle mammelle scodinzolando e bevvero quel latte che Mariù aveva fatto e conservato per loro. Bevvero a lungo e il latte sembrava non finire mai. Quando furono sazi calò su di loro una profonda stanchezza. Si sdraiarono sul fieno e si accoccolarono come su un cuscino. Allora Mariù prese a far tintinnare le sue tre campanelle in una ninna nanna che li cullava. Il sole era calato e dalle finestre aperte entrava la pallida luce della luna che illuminava appena il fieno. Tutta la Valle fuori dormiva.
«Siamo a casa» disse il piccolo Samuele, chiudendo gli occhi.
«Siamo a casa» ripeté Manuele addormentandosi.
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
“Si era tolta il grembiule e camminava verso di loro a piedi nudi sull’erba”
Sottolineo una delle frasi che ho preferito, tra le molte, in realtà. Difficile scegliere! Mi piace questo racconto bucolico, dove gli animali posseggono nomi carichi di significato e gli uomini sono gentili.
Grazie Cristiana. Mi fa davvero piacere sia emersa la gentilezza. Ho un debole per la gentilezza.
Si sente ☺️
Bellissimi i dialoghi. Ti strappano un sorriso ad oggi battuta. Una storia originale e ben scritta.👏👏
Grazie, Tiziana.
“Siamo a casa” è un’espressione meravigliosa che non ha nulla a che vedere con le mura o i legami di sangue. Va al di là, perchè casa significa appartenere ad un luogo con il cuore. Questo episodio rende perfettamente il concetto di sentirsi a casa, e il fatto che tu lo abbia espresso attraverso degli animali mi ha commossa. Mi sono risultati, se possibile, umani più degli umani.
Ciao Irene. Penso che le favole ci consentano di fare proprio questo: di riflettere sul significato delle cose attraverso storie e personaggi improbabili. Grazie del tuo commento.
Il tuo stile è molto bello. Complimenti.
Ti ringrazio, Rocco.