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Serie: Wiccats.


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Malanippe e Otto, due nuove, strane figure all'interno di una situazione complicata da un sigillo invalicabile. La gatta, la furetta e la bella strega si sentivano in trappola. La strega forzuta invece appariva eccitata dal possibile nuovo scontro magico.

Era il rumore metallico del guanto d’arme di quella strega, campionessa di Figure e Physique, che faceva cenno al mostriciattolo protagonista dei film sui Gremlins di spostarsi con una certa solerzia, che riecheggiava nella stanza dove Nadine e Lilith osservavano con una certa ansia ogni movimento esterno all’appartamento.

«Fatti da parte Otto, provo un paio di colpi. Vediamo se ne è valsa la pena venire sin qui, odio viaggiare.» Disse la strega culturista mentre stringeva le cinghie di cuoio che fissavano saldamente gli enormi pugni metallici

agli avambracci.
La testa capovolta del lemure sparì salendo velocemente.

«Che vuole fare?» Nadine era alquanto preoccupata, si mise in una posa che Juno conosceva bene, infatti in un lampo le fu sopra la spalla destra, pronta a fornirle tutto il suo supporto magico.

«Non preoccuparti, il sigillo è inviolabile. Magari si renderà prima o poi conto che è tutta energia sprecata e se ne andrà.» Lilith però ricordava bene la cocciutaggine di quel personaggio caricaturale.

Il primo pugno, fu una sorta di test di consistenza.
Caricò il destro poggiando delicatamente i piedi sul balconcino e mettendoli in posizione per ottenere la maggiore stabilità e potenza: il piede sinistro era avanzato e rilassato, mentre il piede destro, arretrato e piegato reggeva il peso del corpo concentrandolo sulla punta, serviva a dare potenza alla rotazione del busto e delle anche, utilizzando il braccio sinistro come mirino e bilanciere.

Il suono, che somigliava a quello di una palla da demolizioni che si abbatte su un palazzo destinato a diventare macerie, fu uno schianto secco fortissimo, ma non riuscirono a vedere o percepire il colpo partire. Il tonfo amplificato dalla magia usata per ascoltare i suoni esterni risuonò come un tuono durante un temporale estivo, era basso e reboante. La piccola libreria poggiata alla parete a sinistra del balcone, svuotò quasi tutto il suo contenuto cartaceo a terra, i libri si sparsero a ventaglio. La cassettiera poggiata dall’altro lato della finestra si spostò di almeno cinque centimetri dal muro e i tre portafoto, l’orologio luminoso con enormi numeri azzurri e un candelabro dorato caddero sul parquet, ma senza rompersi.

«Cazzo! Se un pugno del genere mi dovesse prendere in faccia, mi vaporizzerebbe la testa.» La strega delle rocce segnò con una “X” rossa la voce nella sua testa che elencava le strategie da adottare, questa era registrata come c ombattimento ravvicinato.

«È una strega antica, più o meno della mia stessa età, forse un ventennio più giovane. Ha basato tutto sulla forza e sulla potenza fisica. Farsi colpire da un suo cross equivarrebbe a morire sul colpo. È probabile sia stata attratta qui dal tuo Libro, quando Davide lo ha aggiornato si è sprigionata una tale quantità di energia magica che lo avranno sentito tutti i famigli di ogni strega nel mondo. Tu stessa sei arrivata qui attirata dal mio di Libro.»

Melanippe caricò un secondo colpo, ma questa volta i guanti d’arme si accesero con una luce giallo limone. Anche il secondo colpo non sembrò partire, la strega appariva nella stessa posizione, ma nella stanza risuonò impetuoso il rombo di un tuono che preannunciava il crollo di una intera montagna. Questa volta avvertirono chiaramente le vibrazioni di un sisma, un paio di quadri si staccarono dalla parete opposta cadendo a terra e spargendo i vetri antiriflesso che proteggevano un paesaggio montano innevato illuminato da un tramonto rosa tendente all’arancio e un galeone spagnolo, il San Josè col suo prezioso carico di smeraldi. Due sedie del tavolo in cucina caddero lateralmente, dalla cassetta della tapparella una fine polvere bianca di intonaco scese come la neve finta in uno spettacolo teatrale a sottolineare la potenza del colpo.

«AH! Forte questa strega! È una nuova Otto?» domandò allegra la maga forzuta.

Il lemure scese con un balzo sul balconcino, visto per intero l’esserino era ancora più stravagante con la sua enorme coda dal pelo lungo e fluente. Poggiò le sue terrificanti manine scheletriche sul vetro e iniziò il suo tamburellare ritmato.

«Così dico: così al primo impatto, sembrerebbe una streghetta estremamente giovane. Tipo infante, neanche adolescente, col pannolino e il sonaglino, mi hai capito no? Ma esaminando con puntigliosità e pignoleria, avverto una magia dal sapore millenario, odora di stregoni, quelli più vecchi e col cappuccio sugli occhi. Talmente primitiva che tu ancora non eri neanche stata immaginata e la tua terra natia non era ancora emersa. Vecchissima magia! Vetusta oserei dire…»

La creatura, lontana parente di pipistrelli, scimmie e incubi senza nome, continuava a ticchettare sul vetro.

«Questo sigillo è a tempo! Ah-ha! Orologio con cronografo. Sta decadendo lentamente. Mele, se mi posso permettere, secondo le mie valutazioni teoriche, domani alla stessa ora la magia esaurirà il suo compito e noi saremo liberi di uccidere tutti gli abitanti del palazzo. Così per dire, no?» Rise con due versi acuti e stridenti, la sua voce da bambino iperattivo sull’orlo di una crisi nevrotica metteva ansia.

«Mi ribolle il sangue Otto! La strega si è nascosta qui dentro? Che fa? Recupera il potere forse, o magari si è solo resa conto che la Spaccaossa l’ha selezionata come prossimo bersaglio.» Rise sonoramente, si sedette a terra, sul marmo del balcone, dando le spalle al palazzo.

«Non vedo l’ora che arrivi domani. Sono sicura che sarà una grande battaglia, degna del mio nome!» Si diede una manata corazzata sulla coscia, ridendo sonoramente.

Il lemure dell’orrore le si arrampicò lentamente sulla schiena e con quel suo sguardo inquietante, con occhi troppo grandi e sbarrati, sembrava fissare Lilith.

«Non mi è concesso… non ho modo di vedere all’interno di questa magia protettiva, ma deve esserle costato un bel po’ di energia, io non credo riuscirei a reggere un tale flusso, no-no. Decisamente no. Probabile possegga più di un animale. Più di due… una mandria forse!»

Allargò le braccia in modo plateale, mettendo in risalto quelle grottesche dita troppo lunghe, troppo sottili.

«Sto morendo di fame!» Melanippe batté una mano corazzata sul marmo del balcone. «Cosa hai portato da sgranocchiare?»

«Proprio non credo… cioè assolutamente e in tutta sincerità, niente.» si rammaricò il piccolo lemure dall’aspetto demoniaco.

Continua...

Serie: Wiccats.


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. Provo sentimenti contrastanti per Otto: lo trovo simpatico nel suo modo di parlare (tra l’altro azzeccatissimo per il suo aspetto), ma se penso al muso e a quelle ditina… che ansia! 🙀
    Se un pugno di Melanippe è in grado di fare un tale danno nonostante la barriera, non voglio immaginare quando quest’ultima svanirà! 🙀

    1. Ciao Mary! ♥ Mi sto divertendo un casino a scrivere di queste due battaglie distanti tra loro. In una, un commesso di MediaMars che tenta di intortare una strega che sembra non avere alcun tipo di ritegno morale o limiti fisici. Nell’altra, una strega novella, Nadine, che insieme ad una gatta, non da sempre gatta, si ritrova ad affrontare la Spaccaossa per eccellenza: una specie di monolito granitico amante della lotta corpo a corpo. Mi sa che ci metterò pure un robottone gigante giapponese in mezzo, tanto per fare le cose per bene. 😀