Sogno o son desto?

Serie: Segnali prostatici


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Giorgio crede di aver interpretato dei suoni nella sua testa come un invito a non prendere antibiotici e scopre che il messaggio nella sua prostata è cambiato: ora recita "non eiaculare".

Il dottor Mariani si avvicina, ma rimane in piedi. Cerco di studiarlo mentre si ostina a pulire gli occhiali con quella dannata pezzuola azzurrognola. Le sue sopracciglia setolose sembrano tuffarsi l’una dentro l’altra per spronare gli ingranaggi del suo cervello. Rimane così, senza parlare, mentre io aspetto come un cretino seduto alla sua scrivania.

Accavallo le gambe. Subito sento i viscidi rimasugli di lubrificante della sonda ecografica che si riversano in altre zone oscure dalle parti del mio deretano. Evidentemente sette tovaglioli non sono bastati a pulirmi dopo l’esame.

Il dottore inforca gli occhiali e si siede, il suo sguardo è perso da qualche parte sotto la scrivania. Appoggia due dita sulle tempie, il pollice sul mento, ma ancora non ha il coraggio di guardarmi.

E dimmi qualcosa, per Dio!

Prende una biro e scrive un nome su un foglio. Lo cerchia. Lo cancella. Lo riscrive. Fa un punto con la penna e ce la tiene inchiodata.

«Flaiani.»

«Dottore.»

«Posso chiamarla Giorgio?»

«Certo.» Chiamami pure Giocondo se può aiutarmi.

«Giorgio, io non so come aiutarla.»

Ecco, appunto.

«Analizziamo il punto di vista clinico: al di là del fastidio durante la minzione, accusa altri dolori?»

«In effetti no dottore, anzi, nell’ultima minzione mi pare che il dolore si fosse attenuato.»

«Bene. Posso assicurarle che in tutte le ecografie che le ho fatto oggi non ho riscontrato nessuna anomalia. Nessuna, certo, tranne quella.»

Ah beh, allora siamo a posto. Arrivederci e mi saluti tanto la signora.

«Dottore, non è che questo mi tranquillizzi molto.»

«No, certo, lei ha tutte le ragioni del mondo. Considerando la mia esperienza, non credo di essere in grado di aiutarla da solo. Tuttavia ci sarebbero alcuni colleghi di un istituto che si occupa di malformazioni genetiche non comuni. Credo sia l’unica strada percorribile per ora.»

«Mi scusi, io non sono esperto, ma mi suona strano. Davvero lei crede si tratti di un problema genetico?»

«Ecco, io,» giocherella con la penna, abbassa lo sguardo, «no Giorgio, non credo.» Arriccia il naso, si risistema gli occhiali con l’indice. «Facciamo così, se lei mi dà il permesso, provo a confrontarmi con loro sul suo caso. Fra qualche giorno la richiamo e la aggiorno. Sono convinto che se una soluzione c’è, loro potrebbero aiutarci. Che ne pensa?»

Che non ho alternative, ecco che ne penso.

«Va bene.»

***

La sera sono di nuovo a casa. Ho spizzicato un po’ di robiola per cena, ma non avevo fame. Ho passato due ore a spulciare il catalogo di Netflix, ma non avevo davvero voglia di guardare nulla. Ho bevuto una Ceres rossa, che come al solito mi ha mandato in bambola il cervello, ed era proprio quello che volevo. Non ho mai capito come mai i superalcolici non abbiano effetto su di me, ma una misera birretta riesca mandarmi in tilt.

Ora mi sono buttato supino sul letto. Ancora intontito dall’alcool, vedo mille volti e forme in quello che in realtà credo sia solo il soffitto spatolato sopra di me.

La buona notizia è che a una certa ho fatto pipì e non ho avuto dolori. Magari i writer che mi vandalizzano la prostata hanno ingaggiato un duello all’arma bianca contro i microbi e si sono uccisi tutti a vicenda, un po’ come facevano gli anticorpi spadaccini contro i virus in “Esplorando il corpo umano”. Oppure l’infezione è semplicemente passata, come passava tutte le altre volte prima di questa, e io mi sono solo fatto un sacco di problemi per la mia ipocondria.

E anche quel flash che ho avuto: “no-antibiotico”. Era da ieri notte che avevo quel suono in testa, ma solo nello studio ho pensato che potesse avere proprio questo significato. Magari esiste una specie di pareidolia uditiva per cui ho attribuito un significato a dei suoni senza senso che avevo in testa. Casualmente proprio le stesse parole che avevo appena udito dal medico.

Mi giro sul fianco, abbraccio il cuscino e chiudo gli occhi.

Probabilmente mi sono immaginato tutto. Faccio un respiro profondo e mi rilasso.

Tutto, a parte il piccolo particolare della scritta nella prostata: quello mi sa che non è colpa delle mie pippe mentali. E sempre a proposito di pippe, che ne vogliamo fare del contenuto di quel messaggio? È dall’inizio dell’infezione che non mi tocco, e io sono uno che ha sempre preso molto sul serio la raccomandazione di come eiaculare almeno 21 volte al mese riduca i rischi di tumore alla prostata. Senza contare che il non eiaculare trasforma noi uomini in una specie di caldaia sotto pressione pronta ad esplodere in qualunque momento. Nel mio caso bastano appena un paio di giorni e un minimo contatto o pensiero impuro potrebbe portarmi ad un’eruzione vulcanica di glassa mucillaginosa nelle mutande.

Vorrei girarmi, ma i muscoli non rispondono.

Anche le idee sono confuse, non ho idea di cosa fare con tutta questa storia. Il medico non sa che pesci prendere. Qui l’unica ad avere le idee chiare è la mia prostata. E allora, per quanto strano, penso che seguirò quel consiglio.

«Non eiaculare» mi dice la ragazza dai capelli corvini.

Esatto, era proprio questo il consiglio.

Si passa la lingua sulle labbra carnose. Si avvicina al mio orecchio.

«Non farlo, ti prego,» mi sussurra.

Non lo faccio.

«Non farlo,» ansima.

Ferma.

«Ti prego.» La sua voce è una carezza vellutata che mi stimola tutti i punti erogeni. «Aiutaci.» La lingua sfiora il mio padiglione auricolare.

È il colpo di grazia che innesca una reazione a catena. Sento una forza dentro che mi parte dal basso ventre e spinge la mia essenza verso l’esterno. Avrei voluto aiutarti, ragazza mia, ma non avresti dovuto infilarti nel mio letto.

Un momento: quando è arrivata una ragazza nel mio letto?

Mi sveglio di soprassalto con un’erezione potentissima e blocco l’orgasmo un attimo prima della sua esplosione.

Mi metto seduto e faccio un respiro profondo.

«È la seconda volta che ti sogno, ragazza dai capelli corvini, ma se non vuoi farmi venire di sicuro questo è il modo peggiore che potessi trovare!»

Hai ragione, risponde una voce dentro la mia testa.

Serie: Segnali prostatici


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Discussioni

  1. Questa è una delle serie più divertenti, particolari e originali che ho letto fino ad ora su Open! Ci sono dei passaggi che prima mi fanno ridere, poi penso “ma davvero l’ha scritto?” (i writer che mi vandalizzano la prostata). 😹
    Secondo me bisognerebbe stamparla tipo brochure e lasciarla negli studi medici, giusto per alleggerire quei momenti di apprensione prima di ritrovarsi in posizione fetale con qualcosa infilato su per il retto. 😼
    Ed è anche la prima volta in vita mia che ringrazio di essere nata donna, nonostante tutte le rotture che comporta! 😹

  2. Ho consigliato la tua serie a mio marito che mi ha promesso che comincerà a leggerti. Lui che esami non ne vuole fare e magari chissà cosa c’è scritto nella sua prostata e lui nemmeno lo sa!
    Scherzi a parte. Credo che la tua serie sia fra le più originali e spassose presenti al momento. Non conosco bene le dinamiche del rapporto fra il maschio di ‘mezza età’ e la sua prostata, ma credo che sia molto conflittuale. Mi piace tanto come tu lo stai esorcizzando (appunto!) e sdrammatizzando.
    La parte finale con la bella streghetta dai capelli corvini, è molto bella. Non spassosa, ma bella 🙂
    Bravissimo Marco.

    1. Ahahahah salutami tuo marito e tranquillizzalo, a meno che si chiami Giorgio Flaiani le probabilità di trovare una scritta dentro la prostata sono prossime allo zero (ma non zero!). Mi fa piacere che questa serie, che era nata come un semplice esperimento, stia venendo apprezzata, se poi ad apprezzarla è una penna come la tua mi fa ancora più piacere.

  3. C’era scritto ‘HELP’ sul pancino della povera Regan la cui mamma aveva pensato bene e giustamente di chiamare un esorcista. Forse, questa, potrebbe essere una soluzione o anche un suggerimento da prendere in considerazione 🙂

  4. Originalissima questa serie, complimenti! Mi è piaciuta molto la seconda parte, ti approcci e descrivi il mondo del “fai da te” maschile in modo spontaneo, schietto, e direi sincero. Mi hai strappato più di un sorriso, e a tratti ho ringraziato di essere donna e non avere la prostata 🙂
    La ragazza che appare alla fine era sembrata reale anche a me, sei stato abile a confondere la carte. Sono davvero curiosa di sapere il seguito.

    1. Grazie mille Irene. Sì su quelle faccende ormai direi che ho un’esperienza pluridecennale, è qualcosa che noi maschietti dovremmo riuscire a descrivere abbastanza bene eheh
      Riguardo alla ragazza, l’inganno era voluto, ma c’erano diversi indizi sparsi per far capire che Giorgio poteva trovarsi nel mondo dei sogni: era mezzo sbronzo, era sul letto abbracciato al cuscino, con gli occhi chiusi e rilassato, voleva muoversi ma non ci riusciva… ecco, spero che il fatto che stesse dormendo non sia arrivato come una situazione inverosimile 😉

  5. Allora, di questo episodio ho apprezzato: la descrizione del medico (in particolare quella delle sopracciglia), il riferimento al cartone animato e la misteriosa ragazza sexy che all’inizio appare reale e non il contenuto di un sogno. Bravissimo.

    1. Grazie Arianna, ho voluto dare un po’ più di spazio al povero dottore che non sa che pesci prendere. E la ragazza, che è la stessa del sogno precedente, qui inizia ad avere un ruolo più attivo.

    1. Quando ero piccolo feci tutta la collezione anche di libri e il modellino del corpo umano in 3D. E il cartone l’ho fatto vedere a tutti i miei figli, sperando che almeno uno si appassionasse e uscisse fuori dottore per curarmi in vecchiaia eheh

  6. Sei un grande! Te lo scrive un settantenne che ha rivissuto, e sorriso, certi episodi che racconti con leggerezza ed ironia riuscendo a divertire e a creare interesse. Geniale, acuto, ironico e anche concreto. Basta complimenti, che poi ti gasi e non ti farebbe bene😂😂😂. Bravo!

  7. Ciao Marco, ho letto tutti i capitoli della serie uno dopo l’altro. Che dire: mentre leggevo mi sono ritrovato a stringere le chiappe, incrociare le gambe, preoccuparmi e ridere. Sei riuscito, secondo me, a scrivere tutto in modo da far immedesimare completamente il lettore — almeno noi maschietti — nei panni del povero Giorgio. Aspetto con ansia il seguito. Complimenti!

    1. Grazie mille Mariano, il tuo commento mi fa capire che sono riuscito a creare un’ottima empatia tra il protagonista e i lettori, almeno quelli maschili XD. Spero che la lettura non sia risultata troppo stressante e soprattutto che, se mai ti dovesse capitare di fare una qualsiasi ecografia in futuro, non ti ricorderai di questa serie ahahah