
Soweto ’76
«Sì all’inglese, no all’afrikaans!».
La folla urlava.
«Noi siamo qua da secoli, e voi, boeri?».
La folla era in ebollizione.
«Ci siamo anche noi di colore, mica soltanto voi altri!».
La folla voleva provocare.
Di fronte ai manifestanti, Milton vide arrivare la polizia. Indossava uniformi che sembravano spuntate dal secolo prima, ma lo sapevano tutti che i boeri sono bigotti, retrogradi, antiquati.
Accanto a Milton, alcuni ragazzini iniziarono a lanciare delle pietre ma il servizio d’ordine li cacciò via. Fra loro Milton vide il suo professore di storia, che non lesinò calci per allontanare quei facinorosi.
Milton non amava la violenza, ma quella scena gli fece piacere: sapeva che i boeri non vedevano l’ora che qualcuno gli servisse sul piatto d’argento l’occasione per scatenarsi.
Sotto i cartelli e dietro gli striscioni, i manifestanti si fermarono giusto pochi metri davanti al cordone di polizia.
Un ufficiale parlò al megafono: «Gaan weg of julle sal almal gearresteer word».
Molti si guardarono in faccia, non capivano cosa stesse dicendo, l’ufficiale aveva usato la lingua degli oppressori.
In mezzo alla folla qualcuno iniziò a dire: «Inviamo una delegazione a parlamentare».
Milton annuì entusiasta e si offrì per quell’affare, ma arrivò Hector. «Sei troppo piccolo, ci penso io».
«Ne sei sicuro, Hector?».
«Ma certo. Io ho tredici anni, tu dodici. Vedrai che davanti a un uomo come me sapranno prenderci sul serio».
Alla fine Milton fece spallucce. «Se lo dici tu».
«Pensa a tenere buona Antoinette».
Milton prese per mano la sorellina dell’amico.
Non appena la delegazione fu completa con l’insegnante di storia di Milton, studenti e professori andarono a parlare con i boeri, ma l’ufficiale non la finiva di parlare in afrikaans.
Milton stette a guardare, ma poi vide l’ufficiale boero dismettere il megafono e mettere mano a una pistola.
«No…».
Un attimo dopo, il boero sparò un colpo in testa a Hector.
«No!».
Milton era inorridito.
Migliaia di ragazzi e decine di insegnanti assistettero alla scena impotenti, ma prima che qualcuno potesse protestare i poliziotti spararono dei lacrimogeni e poi si gettarono con gli scudi e i manganelli a picchiare i manifestanti.
Nella confusione che regnava, Milton raggiunse il cadavere di Hector. «No, amico mio, no…».
Arrivò pure la sorella di Hector.
«Antoinette, vattene!».
Milton era sporco di sangue, non voleva che pure Antoinette ne fosse lordata, ma la ragazzina strillava: «Aiuto, mio fratello è stato colpito!».
Poco lontano un fotografo pietrificò la scena con il suo apparecchio, ma più in là i boeri picchiavano tutti.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa
Terribile come tutto questo non sia frutto di finzione 🙁
Hai ragione!
Grazie del tuo commento
librick interessante, ti sei ispirato a una foto per caso ?
Ciao Aleksander! Sì, esatto. Grazie per il tuo commento.