HARK
“Henry, dove si va?” “Non è il paradiso, no.” “Certo che no, stiamo viaggiando nel buio, nero davanti, sopra, sotto… non abbiamo nemmeno l’asfalto sotto…
“Henry, dove si va?” “Non è il paradiso, no.” “Certo che no, stiamo viaggiando nel buio, nero davanti, sopra, sotto… non abbiamo nemmeno l’asfalto sotto…
Un vento ostile montò dal mare di Okhotsk, graffiando la terra come un artiglio di ghiaccio. Il professor Kranz fissava la distesa rosso cupo ai suoi piedi. La laguna, sgombrata delle ultime nevi di fine maggio, non brillava, non rifletteva: sembrava una grande pozza di metallo fuso, sanguigno, inintaccabile. Dietro l’uomo, il giovane Brenner prendeva appunti su di un taccuino. Ogni tanto s’interrompeva per scrutare la conca, come se temesse che una minaccia ne potesse scaturire. «È vero quel che dicono, professore?» chiese infine. «Che questo luogo è unico al mondo?» Kranz si volse con un sorriso abbozzato. «Sì. Tre isole e tre laghi, disposti l’uno nell’altra, come matrioske. Le chiamano isole ricorsive». Accennò un passo verso la riva, poi si chinò e indicò un punto sulla mappa spiegazzata. «Qui, a sud-est della Kamčatka: quest’isoletta a oriente della fossa delle Curili. Al centro ospita un lago, nel quale si erge un piccolo vulcano. Al suo interno, nella depressione allagata del cratere, sorge un ultimo lembo di terra da cui sgorga un modesto specchio d’acqua termale. Questo è il livello finale. Il sesto». Brenner fissò ancora la pozza oscura davanti a sé. «A volte la Natura è psicotica», Kranz alzò un dito, picchiettandoselo sulla tempia. «Alcuni di questi sistemi esistono anche in Canada e nelle Filippine. Ma nessuno con sei livelli. È un’anomalia topografica unica. Come se la Terra stesse cercando una propria essenzialità». Brenner guardò la superficie del lago. Era un tappeto denso e oleoso, che il vento non muoveva. «E questo? Come lo spiega?» Kranz s’inginocchiò, sfiorando il liquido con la punta del guanto. …
Hi, qui è la centrale paranoica. Il Transcend Village è davvero un manicomio… eh beh, se non sei un picchiatello non finisci qui, ma anche…
«Vai, vai, vai!». Nicola lo gridava all’intercom, poi fece forza sulle braccia e sbucò dalla torretta dell’Ariete. Di fronte a lui, un’arida distesa. Era il…
Hi, qui è la centrale paranoica, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato.…
*L’ultima volta che parlai con mio fratello coincise con quella che sarebbe stata la nostra definitiva, fallimentare collaborazione. In quell’occasione, il casus belli fu, come…
Seguo Miccia tra cassette di plastica vuote. «Lei c’era, professore? All’inizio», chiede. «Sì.» «Com’era?» «Non ce ne accorgemmo: era nelle ombre, prima ancora che nei…
Miccia apre la colonna. Lo chiamano così, ma nessuno conosce il suo vero nome. Regge lo spettroscanner come se fosse una parte ferita del proprio…
Hi, qui è la centrale paranoica! Oggi c’è stato un bel po’ di trambusto al Transcend Village. Jack Inferno e Al Nessuno degli “Hillbilly Silly”…
Aprì il varco e raggiunse Ultima Strada, intorno a lui odore di ozono e le scariche elettriche bluastre. «Ci sono» gridò. Lui era il teppista…
Hi, questa è la centrale paranoica. Capito? P-A-R-A-N-O-I-C-A! E come dovrei chiamarmi? Sono una specie di guardante esterno in una sorta di manicomio dove la…
Guardò per un istante quel grande palazzo e vide sbucare dalla finestra ancora rotta le teste della madre e del fratello e sebbene Jutta avesse…
La comunicazione terminò all’improvviso come al solito e riprese la solita trasmissione dell’unico canale della Propaganda che ricordava delle disposizioni del Governo Ombra, della consegna…
Le cene con loro erano sempre un momento umiliante per Jutta: la madre iniziava con l’elencarle tutta una sfilza di cose che lei avrebbe dovuto…
Jutta faceva di tutto per poter adempiere ai suoi compiti, ma spesso si sentiva sopraffatta perché non era brava nel cercare di mercanteggiare, né era…
Anno solare 53450, Nuovo Marte, Galassia 6 È tutto normale, come al solito, come sempre. Tutto è esattamente come deve essere, tutto va come deve…
Da quanto tempo era diventata così indifferente? Da quanto aveva smesso di vivere da umana ed aveva invece, iniziato a vivere come un topo? Jutta…
“La terapia è costosa. Un mattone costa meno”: questo era lo slogan dell’Agenzia “Sfogati, ma al Sicuro”, per chi non aveva abbastanza risorse per permettersi…
Qualcosa in lei si mosse come un lampo che precede una tempesta in avvicinamento, dapprima lontano e poi sempre più vicino, ed in numero crescente,…
Il giorno dopo, la ragazza si prese giusto il tempo di ascoltare la nuova comunicazione del poeta ermetico mentre Nina e Rey – rispettivamente madre…
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