
The saints are coming pt. 1
Serie: Ticket to hell
- Episodio 1: Do you know the enemy? Pt. 2
- Episodio 2: I’m gonna show my scar Pt. 1
- Episodio 3: I’m gonna show my scar Pt.2
- Episodio 4: The saints are coming pt. 1
- Episodio 5: The saints are coming pt. 2
- Episodio 6: It’s the end of the world as we know it
- Episodio 7: Are we not men?
- Episodio 8: Do you know the enemy? Pt. 1
STAGIONE 1
Il treno per Firenze era in ritardo di un’ora. La gente accalcata sul binario numero cinque cominciava a spazientirsi, osservando gli altri viaggiatori salire tranquillamente su altri treni e partire. Per i passeggeri diretti a Firenze invece tutti gli appuntamenti erano saltati, per non parlare delle coincidenze. Certo, loro fanno partire in ritardo i treni, tanto ci rimettiamo noi, commentò un passeggero spazientito. Ci avrebbe pensato Trenitalia a rimborsarli, forse. Finalmente la scritta sul tabellone cambiò: “In arrivo”. Chissà cosa aveva trattenuto il treno proveniente da Firenze? Le rotaie cominciarono a tremare e un treno apparve in lontananza diretto a tutta velocità verso la stazione Centrale di Milano. Sulla banchina tutti cominciarono a raccattare i propri bagagli per prepararsi alla salita. Il treno però non accennò a rallentare. In mezzo a treni immobili e a treni in lento movimento, tra persone che si affrettavano e altre che si accomiatavano dai propri cari, il treno proveniente da Firenze sfrecciava ancora a tutta velocità. Ormai la minaccia era imminente e soltanto se il conducente avesse tirato immediatamente il freno, forse, si sarebbe potuta evitare la catastrofe. Le persone iniziarono ad agitarsi, alcuni si allontanarono, altri erano talmente assorti con le cuffie nelle orecchie che nemmeno si accorsero del disastro incombente. Accadde tutto nel giro di pochi minuti, tanto che nessuno ebbe il tempo di attivare l’allarme. Un paio di ragazzi corsero verso l’uscita abbandonando le valigie e urlando a chiunque di seguirli. In pochi li ascoltarono, ma solo coloro che lo fecero riuscirono ad allontanarsi appena in tempo, inseguiti dal boato dell’esplosione dentro alla stazione. Correvano a perdifiato, sempre più lontano e senza voltarsi indietro, spaventati. Chissà cosa era successo alle persone che poco prima erano accanto a loro ad attendere il treno?
Urla disperate si sollevavano dalla stazione e già le prime sirene sfrecciavano verso il luogo dell’incidente. I pompieri arrivarono per primi, seguiti da diverse ambulanze e dalla polizia. Arrivò persino una camionetta dell’esercito. In pochissimo tempo la zona circostante la stazione era delimitata alle azioni di soccorso. Era necessario tutto l’aiuto possibile per domare l’incendio e soccorrere le vittime. I più fortunati riportarono ustioni su tutto il corpo e vennero trasportati d’urgenza al pronto soccorso, mentre per molti altri non ci fu nulla da fare.
In mezzo alle grida, alle sirene, al rumore degli idranti, nessuno si rese conto di un rumore sospetto. Era molto lieve, come un rantolo e proveniva dai resti del treno schiantatosi. In mezzo al fumo, il rantolo si avvicinava sempre di più ai soccorritori e ai feriti, facendosi strada tra le macerie. La figura di un uomo senza un braccio emerse claudicante dai resti di un vagone e si trascinò malamente verso le altre persone. La pelle era completamente bruciata, aveva perso anche alcune dita della sola mano rimasta e le costole erano visibili. Il primo pensiero che balenò nella mente di un paramedico che lo vide fu “Come fa a essere ancora vivo?”. Subito dopo però si precipitò a soccorrerlo, tentando di aiutarlo a camminare, ma l’uomo sventrato allargò le mandibole in maniera impressionante e con i pochi denti rimastigli morse il paramedico sul braccio, staccandogli un pezzo di carne. Quest’ultimo lanciò un grido agghiacciante, così alcuni suoi colleghi si avvicinarono per aiutarlo, ma anch’essi vennero morsi dall’uomo morente. Invano tentarono di sedarlo, lui continuava a mordere e anche quando non aveva nulla sotto i denti stringeva le mascelle e le riapriva a scatti. I soccorritori divennero i soccorsi. Le difficoltà aumentarono quando dai resti del treno si fecero strada altri uomini e donne, persino bambini, in condizioni simili a quelle dell’uomo che mordeva. Erano tutti mutilati, sventrati e tutti facevano schioccare le mandibole nell’aria. Nessuno riusciva a comprendere il motivo del loro comportamento né perché i sedativi non funzionassero. Non c’era apparentemente modo di fermarli e in un attimo la metà dei feriti e dei soccorritori fu assalita da quest’orda indomabile. Alcuni vennero sopraffatti da due o tre di quegli individui e morirono sotto i loro morsi tra urla strazianti di dolore e paura. In poco tempo la stazione centrale si trasformò in uno scenario apocalittico: i feriti abbandonati sulle barelle, i soccorritori in fuga, sangue ovunque e quelli che avrebbero dovuto essere morti mangiavano letteralmente gli altri agonizzanti.
Serie: Ticket to hell
- Episodio 1: Do you know the enemy? Pt. 2
- Episodio 2: I’m gonna show my scar Pt. 1
- Episodio 3: I’m gonna show my scar Pt.2
- Episodio 4: The saints are coming pt. 1
- Episodio 5: The saints are coming pt. 2
- Episodio 6: It’s the end of the world as we know it
- Episodio 7: Are we not men?
- Episodio 8: Do you know the enemy? Pt. 1
Racconto pulp o metafora moderna, della serie Uomo mangia Uomo? Prima di rispondere, devo leggere il tuo librick dall’inizio, comunque è scritto davvero bene, scorre, l’ho letto come un film. Immaginare gli zombie a Firenze, poi, e non a El Paso o in qualche cittadina perduta del Tennesse mi restituisce quello spirito glocal che in Italia manca, con racconti del genere. Hard rock is back in town!
Ѐ proprio il motivo per cui ho cominciato a scrivere questa serie: portare un’apocalisse zombie in Italia! Purtroppo poi l’ho un po’ accantonta, ma penso che dovrei riprenderla in mano. Fammi sapere se proseguirai nella lettura 🙂
Il racconto parte davvero bene! Secondo me ti sono sfuggite solo un paio di cose (per quanto uno rilegga… Capira SEMPRE😅), ti ho scritto in pvt!
Insomma, una storia di zombie. Molto interessante!
Esatto! Grazie 🙂
Dunque secondo il mio modestissimo parere va descritto meglio l arrivo del treno in stazione, ci vorrebbe qualcosa di più. Per il resto l’uomo che morde fa davvero paura