
Trame di vita (seconda parte)
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
- Episodio 7: Trame di vita (prima parte)
- Episodio 8: Trame di vita (seconda parte)
STAGIONE 1
Mentre la vita di Clara scorreva nella solita rassicurante routine, fatta di pantofole, pane fresco e improbabili sogni romantici, la vita di Hyun-woo stava prendendo una piega più ribelle. Aveva lasciato l’albergo dopo un alterco con il suo manager, che non aveva apprezzato il suo desiderio di “vivere Roma come un cittadino qualunque”.
AAh, questi umani. Devono complicarsi l’esistenza per sentirla reale.
Occhiali scuri, cappellino con visiera calata sul viso, passo deciso. Camminava per Roma come un eroe in esilio, disertando tutti gli impegni promozionali. Vagava senza una meta precisa. Solo un bisogno insistente di libertà, o forse era solo il richiamo della mia pergamena che lo spingeva verso il suo destino.
Si fermò davanti a una vetrina. Un abito di velluto catturò la sua attenzione. Non sapeva spiegarne il motivo, ma sentì il bisogno di entrare.
Il campanellino tintinnò sopra la porta. Clara si voltò, le forbici ancora in pugno. Con un tempismo perfetto, continuò a muoverle… nella direzione sbagliata, dritta verso il centro della stoffa.
«Buongiorno» esordì Hyun-woo, con forte accento straniero e un’intonazione chiara.
Clara non rispose. Se fosse stata un po’ più composta, avrei sospettato una possessione divina. Ma no, era solo la solita goffaggine amplificata dalla presenza del coreano più amato del web.
«Vorrei provare l’abito in vetrina. È molto bello.»
Clara lo fissava come se non avesse capito una parola.
Lui sorrise. Come nei drama che tanto la ossessionavano.
Il silenzio durò qualche secondo di troppo.
Clara si riscosse con uno scatto, posò le forbici e si avvicinò al manichino, cercando di mantenere un’aria professionale. Peccato che le mani tremassero.
«È un pezzo unico. L’ho realizzato qualche settimana fa. Taglia 48, dovrebbe andar bene.»
Hyun-woo fece un passo avanti. Osservò l’abito. Poi lei.
«Tu hai cucito questo? Con le tue mani?»
«Sì, con queste mani» rispose Clara, alzando le dita ancora segnate dal gesso.
«Bravissima. Come… dea delle stoffe» disse lui, cercando le parole. Poi aggrottò la fronte. «Come si dice? Non “dea”, giusto? Fata delle cuciture?»
Clara scoppiò a ridere. Non poteva evitarlo. «Va benissimo “dea delle stoffe”.»
Le solite manie di grandezza.
«Qui, tutto è diverso. Rumore, odori, luce. Il pane… il migliore del mondo.»
«Hai assaggiato la pizza?»
«Sette volte» indicò con le dita, serio. «Il mio manager vuole uccidermi perché qui in Italia mangio troppo.»
Clara sorrise di nuovo, rilassandosi, anche se aveva ancora qualche dubbio che fosse davvero l’uomo che sognava ogni notte «Ti va di provarlo? Se vuoi, c’è una cabina sul retro. Ti posso aiutare?»
Hyun-woo si portò la mano al cuore, divertito.
«Grazie, ma posso indossarlo da solo.»
Entrò nel camerino.
Clara rimase lì, pietrificata. Poi si passò una mano sulla fronte, mormorò qualcosa di incomprensibile e si esibì in una mini danza isterica da “ho appena servito un dio e non me ne sono accorta”. Stava aprendo un cassetto per prendere una bottiglietta d’acqua, quando sentì un tonfo.
«Tutto bene?» chiese, preoccupata.
«Sì, si! Poco spazio.»
Hyun-woo fece capolino dalla tenda. Indossava l’abito: leggermente largo sulle spalle, ma perfetto nel taglio.
«Mi dona?»
Clara lo guardò. E per un attimo si scordò di tutto: delle clienti impiccione, dei drammi, della realtà stessa. «Sembri uscito da un film. Uno bello, dico. Non una di quelle robe tristi con finali sbagliati.»
«È un complimento?»
«Sì. È un bel complimento.»
Hyun-woo si osservò nello specchio, poi si voltò, gli occhi si muovevano lenti, attenti. «Questo posto è strano. Come…» cercava la parola. «Come un sogno.»
Clara incrociò le braccia. «Roma può fare questo effetto. O magari è solo il jet lag.»
Calò il silenzio, non imbarazzante, ma denso di significati.
Hyun-woo abbassò lo sguardo, poi lo rialzò, con un accenno di esitazione. «Se compro il vestito, tu mi offri un caffè?»
Clara lo guardò sorpresa. «Sei sicuro di volere un caffè? Dopo sette pizze?»
«Otto» rispose serio, sollevando un dito.
E Clara rise di nuovo, senza riuscire a fermarsi.
Uscì di corsa dal retrobottega. Il bar era a meno di cinquanta metri. Quando rientrò, Hyun-woo stava ammirando i rotoli di tessuto appoggiati sullo scaffale, come se fossero opere d’arte.
«Ho portato rinforzi» disse, porgendogli la tazzina.
Hyun-woo la prese con entrambe le mani, come se maneggiasse un oggetto sacro.
«Troppo piccolo» commentò, osservandola perplesso.
«Espresso. Una bomba in tre sorsi.»
Lui bevve un sorso e sgranò gli occhi.
Clara gli fece cenno di seguirla al tavolo da lavoro. «Devo prendere le misure, così posso sistemare l’abito. Lo indosserai stasera?»
«Stasera?»
«C’è la prima del tuo film, no?»
«Già» rispose lui, con un mezzo sorriso. «E tu lo sai?»
«Lo sa tutta Roma.»
Hyun-woo si tolse la giacca e restò in camicia.
Clara prese metro, spilli e cominciò a lavorare, cercando di non pensare al fatto che stava toccando il suo idolo.
«Passi molto tempo qui?»
«Si!»
«Sei come… bottegaia incantata.»
«E tu come turista fuggito da un drama.»
Hyun-woo rise. «Mi piace qui.»
Quando finì, Clara si tolse il metro dal collo e indicò il vestito. «Dammi un paio d’ore.»
«Puoi portarlo in hotel? …Nel caso servano ritocchi» precisò troppo in fretta. «Sarà perfetto. Se vuoi? …mi farebbe piacere.»
Clara esitò. Poi annuì. «Va bene.»
Non sapeva bene perché avesse accettato. Forse per curiosità o per il modo in cui l’aveva guardata. Si presentò all’Hotel de Russie poco prima delle sette, vestita meglio del solito. Niente di vistoso, con semplicità calibrata.
Il completo era in una sacca elegante, accompagnato da una piccola nota scritta a mano.
Un uomo della sicurezza la scortò fino alla stanza di Hyun-woo.
«Ecco il tuo abito. Ora puoi andare a fare il tuo lavoro da star.»
«Vuoi venire a vedere il film?»
«No, grazie. Ho già avuto abbastanza emozioni per oggi.»
Poco dopo, sul red carpet. Hyun-woo scese dall’auto con l’abito cucito da Clara. Il taglio era perfetto, il velluto si muoveva con eleganza sotto i flash dei fotografi. Un giornalista gli chiese chi fosse lo stilista. Hyun-woo rispose, con un italiano che non dominava ancora bene: «Una fata delle cuciture mi ha preparato questo abito…»
Il video fece il giro del mondo. E Clara, dal divano, con una tazza di tè tra le mani, si gode lo spettacolo.
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
- Episodio 7: Trame di vita (prima parte)
- Episodio 8: Trame di vita (seconda parte)
Un episidio piacevole come una bella favola, dove lui appare quasi come un principe azzurro vestito di velluto e lei, la sartina, che di colpo, per magia, sta per diventare una stilista famosa, quasi una sorta di principessa.
E se – come cantava Bennato – “una favola non é la realtà”, non perdiamoci d’animo: talvolta la realtà puó superare la fantasia, realizzando sogni, senza alcuna magia, con le doti che ciascuno di noi possiede e gli arnesi della sua “sartoria”.
Ciao Tiziana, Clara rimane sempre lei, anche con la magia di mezzo😂è adorabile!
Mi aspetto guai all’orizzonte.
Bravissima!
Grazie Melania❤️, contaci tantissimi guai
Ciao. Mi piace molto. Il racconto ha un’atmosfera frizzante e romantica. La narrazione è vivace, con un umorismo leggero che mantiene il lettore coinvolto, e il contrasto culturale tra i due personaggi è ben sfruttato per creare momenti teneri e divertenti. C’è un seguito?
Non ho capito bene la domanda… non c’è una terza parte. Se intendi un seguito tra i due, la risposta è, si (faccio un mezzo spoiler). Queste due parti
sarebbero dovute essere una, se non ci fosse stato il limite di 1000 parole, perché presenta l’ avvio del cambio voluto da Moirania. Gli altri episodi saranno autonomi ma continueranno a definire la relazione più altro ancora. Grazie per le commento, mi fa piacere che lo stia leggendo anche perché non mi sembra il tuo genere.
In genere leggo qualsiasi cosa. Non c’è un genere che amo in particolare e mi piace sperimentare. In questo periodo sono in fissa per i micro racconti. La Ernaux ha scritto due libri usando questa tecnica e ne sono rimasto impressionato.
Tiziana, questo tuo racconto è una ventata d’aria fresca, profumata dall’odore di caffè e pane appena sfornato (la mia colazione preferita). Vedo problemi per il manager di Hyun-woo, che potrebbe vedere sfumare il suo 25% sul guadagno del divo. Bravissima, Tiziana!❤️
Grazie Concetta😘… puoi biasimarlo, digli niente il 25%, ma alla 🍕 non si dice mai di no 🤭
Vero 😂🍕
Mi piace molto molto, scritto bene e scorrevole…va giù che è una meraviglia!
Grazie Mary, sei il mio faro ❤️😘
😘
Tizianuccia, devo ringraziarti: avevo qualche minuto di tempo libero, così mi sono goduta questo bellissimo episodio seduta sul divano! Ho avuto l’impressione di guardare una commedia romantica in TV ed era proprio ciò di cui avevo bisogno ❤️
Cucciola, mi fa piacere. ❤️Il mio intento è proprio questo: strappare un sorriso, ironizzando sulle manie del nostro tempo. Per arrivare alla fine a un riflessione sul senso della vita. Grazie per essere passata e per le tue parole, anch’io ne ho tanto bisogno.😘